CRONACA- Pagina 1101

Una giornata tra furti e rapine

I fatti accaduti la scorsa settimana

 

4 interventi, 5 arresti. Questi i numeri prodotti la scorsa domenica dagli agenti della Squadra Volante, impegnati nei vari servizi di controllo del territorio.

Intorno alle 10, il primo intervento: personale della vigilanza di un supermercato in corso Traiano sta trattenendo un uomo, cittadino italiano di 59 anni, che era stato visto poco prima appropriarsi di una confezione di noci, una barretta di cioccolato e due confezioni d’integratori, per un totale di circa 40 euro, presentando però in cassa solo una birra ed un mocio. Scoperto dalla vigilante, l’uomo ammette il furto dichiarando di essere disposto a saldare la differenza. Una volta a conoscenza della somma da integrare alla spesa, il cinquantanovenne inizia a dare in escandescenze, aggredendo la dipendente, tentando poi, invano, la fuga. Arrestato per tentata rapina.

Nel primo pomeriggio, una pattuglia in transito su via Cernaia, sente delle urla provenire da sotto i portici. Avvicinandosi in direzione delle grida, gli operatori vedono un uomo con una ferita profonda all’altezza della fronte e due soggetti fuggire via. Entrambi vengono immediatamente bloccati. Uno dei due, cittadino italiano di 23 anni, aveva appena scagliato una bottiglia di birra contro il volto del titolare di un esercizio commerciale che li aveva redarguiti per essersi allontanati dal locale senza aver pagato la merce. Sottoposti a perquisizione, il secondo individuo, ventenne ivoriano, viene trovato in possesso di due tessere sanitarie appartenenti a terzi, una delle quali risultata essere provento di furto, e di un sacchetto contenente frammenti di sostanza stupefacente, nascosto nel risvolto dei pantaloni. Rinvenuto inoltre, durante la perquisizione domiciliare, un bilancino di precisione. I due, entrambi con numerosi precedenti di Polizia, sono stati arrestati per tentata rapina con annesse lesioni personali aggravate per il ventitreenne, mentre l’ivoriano è stato denunciato per ricettazione e detenzione ai fini di spaccio. La vittima verrà dimessa con una prognosi di 10 giorni.

Tra le 20.30 e le 21 la sala operativa della GTT segnala alle forze dell’ordine un episodio di rapina ed uno di furto. Non rintracciando alcun soggetto al loro arrivo, gli agenti iniziano a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Nel primo episodio osservano tre soggetti allontanarsi, correndo da un convoglio, inseguiti da una cittadina. Le seconde immagini mostrano uno dei tre scippatori del video precedente, spingere una donna e sbatterle la testa contro la parete per poi strapparle il telefonino dalle mani e darsi alla fuga. L’uomo, un cittadino romeno di 21 anni, è stato rintracciato poco dopo. Arrestato per rapina e sanzionato in quanto inottemperante alle norme previste per il contenimento da covid19.

L’ultimo intervento in via Roccavione dove un cittadino dal proprio balcone allerta il 112 NUE di aver visto un soggetto in sella ad una bicicletta sostare nei pressi di un lampione, estrarre una tenaglia, tranciare la catena che assicurava un’ulteriore bicicletta al palo e successivamente allontanarsi a bordo di questa, abbandonando nello stesso punto la precedente. Bloccato sul marciapiede di via Cigna in contromano, l’uomo, un cittadino italiano di 44 anni, viene trovato in possesso dello stesso arnese precedentemente segnalato. Con numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio ed un divieto di dimora nel comune di Torino, il quarantaquattrenne è stato arrestato per furto e denunciato per ricettazione e violazione delle normative anticovid19.

Le partite Iva: “In piazza eravamo tremila”

Riceviamo e pubblichiamo/ Covid, in piazza Castello 3mila partite Iva chiedono interventi strutturali per superare la crisi

Fipi (Futuro italiano partite Iva): Vogliamo essere ascoltati dalle Istituzioni

“Dopo la serrata evitiamo la bancarotta”. La voce delle partite Iva si è fatta sentire oggi in piazza Castello a Torino, in una manifestazione pacifica che ha visto oltre 3mila persone unirsi nell’Alleanza delle Partite Iva per rappresentare diverse categorie di lavoratori autonomi, tra le più importanti per la tenuta del sistema Italia. La manifestazione che si è conclusa intorno alle 17 si è svolta ordinatamente e nel rispetto delle disposizioni sanitarie previste. “Abbiamo voluto sottoporre un elenco di interventi concreti, per scongiurare il crack. Alcune attività hanno già chiuso, molte sono in sofferenza e altre chiuderanno”, spiega Beba Pucciatti, presidente di Fipi (Futuro Italiano Partite Iva). “Noi siamo per il rispetto delle regole e per la tutela della salute, ma a fianco dei provvedimenti sanitari ci devono essere nell’immediato decisioni che vadano oltre i piccoli rimborsi sinora effettuati e che siano strutturali. Per questo vorremmo essere ascoltati dallo Stato e ragionare con la Regione affinché possa fare da tramite con il Governo per trovare soluzioni che non mettano ko i professionisti e le piccole imprese”, prosegue Pucciatti.

“A questo punto, con molte partite Iva che devono scegliere se pagare bollette e tasse, oppure fare la spesa per mangiare, occorre intervenire concretamente – aggiunge la presidente Fipi  – come? Chiediamo l’anno fiscale bianco, una tassa ad aliquota unica, finalmente l’avvio di una seria riforma fiscale, unita alla revisione dei sistemi di controllo legati alla centrale rischi. Sostanziale per tutti è tornare a lavorare il prima possibile e prevedere indennizzi per le chiusure prolungate”.

Tra gli altri punti enunciati nel corso della manifestazione, anche la revisione previdenziale della gestione separata dell’Inps per le partite Iva: “Sono stati sospesi i contributi Inps per le aziende con dipendenti – sottolinea Paolo Fresi, vice presidente Fipi e atleta paralimpico – ma niente di analogo è stato pensato per i liberi professionisti”. Anche il mondo dello sport e degli eventi è tra i più colpiti dalle serrande abbassate per virus. “Praticamente tutte le attività sono ferme, bloccate – ha aggiunto Fresi – chi lavora con partita e chi collabora è al palo in questo momento”.

Dal palco allestito in piazza Castello, i manifestanti dell’Alleanza delle Partite Iva hanno preso le distanze dai negazionisti che si sono presentati verso la fine dell’incontro. Queste persone sono state esortate ad allontanarsi dalla piazza, specificando che non avevano nulla a che fare con l’organizzazione, volta invece a chiedere alle Istituzioni interventi concreti per l’economia del paese.

Alla manifestazione hanno partecipato come Alleanza Partite Iva:

FIPI (Futuro italiano partite Iva)
NCC (Noleggio con conducente)
AFI (Associazione Fieristi Italiana)
GOIA (Gruppo organizzato indipendente Autonomi)
AAPICAST (Artisti, Artigiani, Piccoli Imprenditori, Commercianti, Ambulanti, Simpatizzanti Torino)
Ambulanti Settimo
Associazione San Mauro Centro
FRI (Associazione civica diretta da avvocati, medici, scienziati, imprenditori, professionisti, artisti)
VRPI (Vera Rivolta Partite Iva)
Gruppo ‘Tutti in piazza. Torino C’è’
UBAT (Unione Battitori Ambulanti Torinesi)

Covid, la difficile prova di Poggio: “Non sottovalutatelo”

A mesi di distanza dalla guarigione, il consigliere regionale della Lega Daniele Poggio parla della sua personale esperienza con il Covid, che lo ha colpito lo scorso marzo.

“Sono risultato positivo al virus – spiega Poggio – quando ancora si sapeva poco o nulla a riguardo. Leggera febbriciattola e senso di spossatezza mi hanno portato ad effettuare una prima visita di controllo all’ospedale di Novi Ligure. Qualche giorno dopo, a casa, utilizzando un saturimetro, strumento che misura la quantità di ossigeno nel sangue, mi sono accorto che la situazione stava peggiorando e nel giro di pochissimo tempo mi sono ritrovato in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Alessandria. Dei 45 giorni trascorsi lì non ricordo ovviamente nulla. I successivi 15 giorni li ho passati nel reparto di pneumologia, continuando le terapie e assumendo l’eparina contro i coaguli che non permettevano il passaggio dell’ossigeno dai polmoni al sangue”.

“Una volta migliorata la mia capacità di respirare – prosegue il consigliere della Lega -, sono stato dimesso e ho iniziato pian piano a tornare alla normalità. Di certo, è stato un percorso lungo, difficile e doloroso, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Questa malattia, oltre ai danni fisici, causa depressione e stati d’ansia, dai quali sono lentamente uscito anche e soprattutto grazie alla forza che sono riuscite a trasmettermi le persone a me vicine, che non finirò mai di ringraziare. Come non ringrazierò mai abbastanza i primari, i medici e il personale ospedaliero dei reparti di rianimazione e di pneumologia dell’Ospedale Civile di Alessandria. Il nostro ospedale è una struttura efficiente ed il reparto di rianimazione è veramente un’eccellenza sanitaria sotto ogni punto di vista. Tutti noi ci dobbiamo rendere conto della fortuna che abbiamo a poter contare su di loro”.

“Io ho perso in tutto 25 chili e l’ultima Tac, 10 giorni fa, ha evidenziato cicatrici sui polmoni, ma posso dire di esserne uscito. Quello che mi sento in dovere di suggerire a tutti – sottolinea Poggio – è di non sottovalutare questa malattia. Purtroppo, c’è ancora tanta, troppa gente che agisce con leggerezza, senza pensare alle conseguenze a cui potrebbe andare incontro. Il mio appello è di osservare tutte le disposizioni, stare molto attenti in qualunque situazione, indossare sempre la mascherina e rispettare le distanze di sicurezza”.

“Da medico, poi – conclude Poggio -, credo che la chiusura totale per almeno un mese sia l’unica strada per uscire dall’emergenza e cercare di ridare respiro agli ospedali. Personalmente, avrei istituito le zone rosse molto prima. Certo, chiudere comporta danni economici, che lo Stato deve necessariamente coprire con interventi a favore di attività e piccoli commercianti, ma se vogliamo bloccare il diffondersi dell’infezione non esiste altra via se non quella di restare a casa il più possibile e ridurre al minimo i contatti”.

Pusher itinerante contattava i clienti sul bus per evitare i controlli

I carabinieri hanno denunciato un gabonese di 27 anni, senza fissa dimora, e arrestato una coppia di italiani di 46 e 53 anni, di Moncalieri, per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

I militari dell’Arma, impegnati in un servizio di contrasto allo spaccio di droga su tutta la provincia di Torino, hanno fermato il gabonese, ritenuto un pusher “itinerante” che contattava i clienti sulla linea 5 GTT, da Orbassano a Torino.
I carabinieri della Stazione di Orbassano si sono finti passeggeri e hanno pedinato il sospetto e sono saliti sul bus dietro di lui.
L’africano alle fermate scendeva dal mezzo per parlare con i potenziali clienti in attesa per poi risalire da solo mentre i suoi interlocutori andavano via.
Giunto al capolinea di Orbassano, piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’uomo è stato controllato dai carabinieri.
Il giovane è stato identificato e perquisito. In tasca nascondeva 7 dosi di cocaina, circa sei grammi, e la somma di Euro 680 che si presume sia il guadagno delle vendite effettuate nelle tratte precedenti. Lo spacciatore é stato denunciato a piede libero per spaccio.

Lo storico Caffè San Carlo tornerà tra due anni, ma sarà un ristorante

Dopo due secoli di storia chiude e non riapre dopo il lockdown il Caffè San Carlo, uno dei più noti caffe’ storici torinesi

La proprietà dei magnifici locali decorati con affreschi, stucchi e oro zecchino, ha deciso di ristrutturare le antiche sale per riaprire tra un paio di anni nelle nuove vesti di ristorante elegante.

Dopo la chiusura già alcuni anni fa del caffè Caval ‘d Brons sull’altro lato della piazza, nel salotto di Torino resistono solo più tre “punti fermi” per i torinesi e per i turisti amanti di aperitivi e bicerin: il Mokita e gli storici Stratta e Caffè Torino.

(foto: il Torinese)

Addio ad Aldo Visca, il sindaco per bene

IL COVID HA PORTATO VIA ALDO VISCA, UNA GRANDE PERDITA PER TUTTA LA VALCERRINA ED IL MONFERRATO

Dal Piemonte/ E’ mancato nel pomeriggio di sabato Aldo Visca, sindaco di Cerrina Monferrato e consigliere provinciale di Alessandria. Lo ha portato via il maledetto Covid-19 che era sorto improvvisamente qualche giorno fa. Prima era stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito, con una forte febbre dove era stato portato e successivamente destinato alla terapia intensiva. Nei giorni del ricovero le sue condizioni erano apparse tali da fare sperare un miglioramento, seppure leggero, ma sabato la situazione è precipitata. Amministratore di lungo corso era stato più volte sindaco di Cerrina Monferrato dal 1987 al 2004 e poi, dopo la pausa di un quinquennio, ancora primo cittadino dal 2009 ad oggi. Ad Alessandria era stato eletto tre volte in consiglio provinciale, nel 2004 e nel 2009, ai tempi dell’elezione diretta, nel collegio di Mombello e ancora nel 2018 con l’elezione di secondo grado. Inoltre era stato alla guida del Consorzio Casalese Rifiuti e presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Asl. Sempre disponibile con tutti, molto presente in tutte le varie iniziative ed eventi della Valcerrina era conosciutissimo. Nella prima fase della pandemia, grazie al suo tempestivo intervento – aveva provveduto a fare chiudere subito tutti i possibili luoghi di aggregazione e diffusione del contagio – il suo Comune era passato quasi indenne. E questo è un merito che gli deve essere riconosciuto. Chi scrive lo ha apprezzato e stimato come persona molto attenta e prudente nell’amministrare e con lui ha sempre avuto un buon legame di amicizia. Aldo Visca è stato e continuerà ad essere un punto di riferimento, al di là delle idee dei singoli, per tutti gli amministratori (e non solo) della Valcerrina e del Monferrato. Alla moglie Anna ed al figlio Vittorio, le più sentite condoglianze e a tutti un appello, portiamo avanti il suo buonsenso e la sua partecipazione alla vita pubblica. E’ il miglior modo per non dimenticarlo mai, mai, mai.

Massimo Iaretti

***
Ricordo Aldo Visca come persona equilibrata, mai sopra le righe, preparata e competente. Distante mille miglia da certa politica oggi purtroppo dilagante. Un sindaco amato, attento alle esigenze della sua gente e del suo territorio, un vero e nobile rappresentante delle istituzioni  che mancherà a tutti, ad incominciare dai suoi avversari politici. Un uomo per bene.

Cristiano Bussola

Direttore de “Il Torinese”

Controlli nel weekend, primo bilancio

E’ iniziato il fine settimana e con esso i controlli per il rispetto delle misure di contrasto all’epidemia da coronavirus COVID – 19.

 

           214 è il numero delle persone controllate dagli agenti della Polizia di Stato nella giornata di ieri, 20 le persone sanzionate per il mancato rispetto delle misure di contenimento, 6 le sanzioni elevate per il mancato utilizzo di dispositivi di protezione individuale.

 

           Numerose le pattuglie impiegate nelle zone a rischio assembramento come Piazza Vittorio Veneto, Piazza Santa Giulia e San Salvario.

 

            2 gli esercizi commerciali destinatari di provvedimento di chiusura della durata di cinque giorni.

 

Nel primo locale, situato in corso Giulio Cesare, è stato riscontrato un assembramento di persone, sia all’interno che all’esterno dell’esercizio commerciale, non consono alle normative vigenti. Il titolare è stato sanzionato per la somma di 400 euro.

 

            Il secondo esercizio, un minimarket in corso Vercelli, è stato sorpreso proseguire la propria attività di vendita oltre l’orario consentito. Scattata la chiusura per la durata di 5 giorni. Elevati, inoltre, 400 euro di sanzione.

 

            I controlli volti al rispetto delle limitazioni proseguiranno per l’intero weekend.

Auto trasformata in centrale di spaccio e le dosi sembravano caramelle

 Per ingannare i carabinieri durante i controlli anti – Covid

A Moncalieri, invece, i carabinieri della Stazione di Trofarello, durante i servizi e controlli anti-Covid, hanno notato lo strano comportamento di alcune persone a bordo di due auto parcheggiate vicine. In una c’è un uomo e una donna e nell’altra un giovane.
La donna ha cercato di consegnare qualcosa al conducente dell’altra macchina ma alla vista dei carabinieri ha ritirato la mano. I militari sono intervenuti e hanno recuperato la dose di cocaina ancora nel palmo della mano della donna. La perquisizione ha permesso di trovare in una borsetta 20 dosi di cocaina, che sembravano caramelle, pronte per lo spaccio. A casa della coppia, i carabinieri hanno trovato 350 gr di droga, tra cocaina (150 grammi) e hashish (200 grammi.), 400 euro e tutto il kit per il confezionamento dello stupefacente. 100 dosi erano già state preparate per essere vendute.
Le dosi sembravano caramelle per ingannare i carabinieri durante i controlli.
I due spacciatori sono stati arrestati e la loro auto è stata sequestrata.

Lettera aperta sulle speranze di Spina 3

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata ai Gruppi consiliari di Palazzo Civico

QUINDICI ANNI SULLA SPINA LETTERA APERTA SULLE SPERANZE DI SPINA 3
Il nostro Comitato spontaneo opera da 15 anni nel quartiere di Spina 3 per migliorarne la
vivibilità attraverso la partecipazione attiva dei cittadini.
Nel dicembre del 2004, nel nostro primo volantino, intitolato “no a quartieri-dormitorio,
servizi per i cittadini” scrivevamo che l’impegno collettivo era indispensabile affinché gli
abitanti del quartiere in costruzione avessero a disposizione fin da subito nuovi servizi
pubblici, aggiuntivi rispetto a quelli esistenti, che erano già carenti. Ed esprimevamo il
timore che, come nel passato a Torino, nascesse un tipo di quartiere poco vivibile
collettivamente, che doveva attendere anni per avere le necessarie strutture sociali.
Per questo oggi, quando sui giornali, si comincia a parlare di candidati a Sindaco nelle
elezioni comunali del prossimo anno, intendiamo come Comitato, che ha fatto sempre
della sua autonoma da Partiti e Istituzioni una propria impostazione, “portarci avanti col
lavoro” sul tema dei programmi, ricordando a tutti i bisogni sociali del nostro territorio e la
necessità della politica di sentire le esigenze dei cittadini.

1) CONVIVONO EDIFICI PUBBLICI ABBANDONATI E NECESSITA’ DI “CASE DI
QUARTIERE”
Come Comitato Dora Spina Tre abbiamo fin da subito ritenuto indispensabile il riutilizzo
degli edifici dismessi, risparmiati dall’abbattimento delle ex fabbriche, proponendo che
almeno uno di essi fosse destinato a luogo pubblico di aggregazione e di cultura.
Per questo il nostro Comitato aveva raccolto nel 2010 centinaia di firme su una petizione al
Comune per una biblioteca / centro d’aggregazione di quartiere.
Alcuni di questi edifici abbandonati dalle proprietà ed ora pubblici sono stati nel frattempo
messi in vendita per importi irrisori e non sappiamo se siano pervenute offerte di acquisto
e se il Comune abbia apposto nei contratti di vendita dei, seppur minimi, vincoli sociali a
tutela degli interessi pubblici.

2)EX SUPERGA: UNA VICENDA DEPRIMENTE
L’ex Superga di via Verolengo era destinata alla creazione di un Poliambulatorio
sanitario di zona, che avrebbe dovuto nascere nel 2004. L’edificio era stato infine
restituito dall’ASL al Comune, dopo anni di promesse d’inizio dei lavori.
Nella discussione in Consiglio comunale del settembre 2018 sull’ex Superga era stato
aggiunto alla delibera di vendita, anche per la pressione del nostro Comitato, l’impegno a
destinare almeno il 10% dei posti della futuribile residenza per anziani a persone
“fragili socio-economicamente”, segnalate dai Servizi sociali. L’ultima possibilità per
riequilibrare minimamente una vicenda in cui le Pubbliche Istituzioni hanno tradito le
attese dei cittadini e lo stesso spirito della variante urbanistica con cui si concesse alla
Superga il cambio di destinazione d’uso dell’area: i privati hanno realizzato il loro
guadagno con la realizzazione di residenze, e i cittadini sono rimasti senza Poliambulatorio.

EX PARACCHI: INTANTO CADE A PEZZI
Anche per l’ex Paracchi di via Pessinetto angolo via Pianezza risulta, tra le vincolanti
prescrizioni ministeriali che autorizzano la vendita dell’edificio, che “dovrà essere garantita,
particolarmente in occasioni finalizzate alla conoscenza del territorio, la pubblica
fruizione del bene”. Ciò che riteniamo voglia sancire che una parte dell’edificio, non
solamente in occasione delle, supponiamo, rare visite culturali, debba essere destinata a
fini sociali di quartiere.
Per ex Superga e Paracchi è indispensabile che le Istituzioni informino la popolazione
dell’evolversi delle vicende.

TANTE POSSIBILITA’ PER EDIFICI DI FABBRICA
Anche altri edifici pubblici sono ancora in attesa di utilizzi coerenti con le necessità di Spina
3: il cosiddetto orto concluso di via Nole (attualmente impegnato da attività di
giardinaggio, simpatiche ma lontane dalle vere esigenze del quartiere), l’ex casa del
direttore e il deposito di biciclette Michelin di corso Umbria, il già lavatoio di corso Brin, …
Una “casa di quartiere” realizzata in uno o più di questi edifici potrebbe essere il volano
per la presenza in Spina 3 di avvenimenti culturali e di aggregazione di qualità dei cittadini.
Ricordando che nel Parco Dora non è stato nemmeno localizzato uno dei 22 progetti estivi
dei “punti verdi” 2020, magari sotto quell’ex capannone di strippaggio che è sito di un
grandissimo concerto annuale di musica impattante e di ricorrenti spot pubblicitari che non
hanno attinenza con le necessità dei residenti.

BUCHI NERI IN SPINA 3
In un quartiere abitato ormai da 15 anni esistono ancora, in prossimità di alcuni
comprensori abitativi, aree abbandonate in stato di degrado e in attesa di destinazione,
per le quali il nostro Comitato aveva richiesto nel gennaio 2018 l’emissione di ordinanze
nei confronti dei proprietari per la loro manutenzione e pulizia e i cittadini sono in attesa di
utilizzo coerente, con relativa informazione pubblica.

 

Le più grandi sono quella tra le vie Borgaro, Verolengo e la parte di comprensorio abitativo
Vitali già realizzata, e quella nel Basso San Donato, accanto a Spina 3, in parte di proprietà
delle Ferrovie dello Stato. E ancora il terreno, di pubblica proprietà lungo corso Umbria alle
spalle delle sedi della Polizia municipale e dei Carabinieri, che era stato promesso
dall’Amministrazione a verde pubblico.

2) UN PARCO DORA PIU’ VERDE E TRANQUILLO
Lieti che anche l’ultimo lotto del Parco sia in fase di realizzazione lungo corso Mortara
(suppur ricordando che l’intera opera era da concludersi entro il 2011 per il 150enario
della Nazione) ricordiamo che non abbiamo mai avuto riscontri concreti sulla proposta,
emersa nel 2016 dal nostro “concorso pubblico d’idee per il Parco”, di piantarvi almeno un
piccolo boschetto: qualche albero abbastanza grande da far ombra e rompere un po’ la
disposizione a filari delle tante piante (positivamente) messe a dimora (quelle del lotto
Michelin anche con riferimento alle richieste di più verde nel Parco da parte del nostro
Comitato). E contrastare l’eccessivo (a nostro parere) cemento deposto in un’area, definita
“parco”, dove gli alberi e l’erba dovrebbero essere del tutto predominanti.
Inoltre resta ancora da installare una nuova recinzione dell’area giochi-bimbi del lotto
Michelin del Parco, richiesta dal nostro Comitato per impedire l’accesso di cani non
governati dai propri accompagnatori.

UN AGORA’ PER IL RELAX
Aspettiamo la realizzazione del progetto Iron Valley, che dovrebbe supplire alla
sconcertante iniziale mancanza di ricordi tangibili nel Parco Dora e in Spina 3
dell’importante storia del mondo del lavoro nelle fabbriche ivi dismesse, sul lungo Dora
torinese. Progetto di Iron Valley in cui il Comune ha voluto collocare l’idea del nostro
Comitato di una piccola piazza pubblica, un’agorà frequentabile da tutti. Un luogo di
verde naturale immerso nella tranquillità, che possa avere una valenza culturale, ricreativa
e di riposo psico-fisico e dove sia anche possibile leggere, riflettere e dedicarsi del tempo
in modo piacevole, un punto verde disponibile per ospitare iniziative non rumorose dei
cittadini (ecologiche, culturali e del tempo libero), liberate da ogni influenza di carattere
commerciale. Così la proponevamo nel 2018 e siamo curiosi di vedere come la nostra
precisa proposta sarà realizzata.

UN CONCERTO DA TRASLOCARE
Parlando di rumore, pur con alcuni tentativi di suo abbattimento effettuati da parte degli
organizzatori, abbiamo sempre ritenuto necessario che un evento come il Kappa
Futurfestival, per il tipo di musica e la grande presenza di spettatori, non possa
ovviamente svolgersi così in prossimità delle residenze. E non abbiamo mai ricevuto
risposta alla nostra richiesta di pubblicare sul sito della Città i dati delle rilevazioni
acustiche dell’ultimo concerto effettuato, nel luglio 2019.

3) LE BONIFICHE INTERESSANO ANCORA A QUALCUNO?
Sembrerebbe che sia prevalentemente il nostro Comitato a sollecitare l’applicazione della
delibera del Consiglio comunale del 30 gennaio 2012, che ha impegnato il Sindaco e la
Giunta “a realizzare almeno una volta ogni sei mesi nuove analisi sull’inquinamento
delle acque superficiali e delle falde acquifere del Parco Dora / Spina 3 ed a pubblicarne
tempestivamente i risultati sul sito web della città”.
Siamo ben a conoscenza che il problema dell’inquinamento residuo si pone a una decina di
metri nel sottosuolo, ma continuiamo ad essere perplessi che non paia destare grandi
preoccupazioni istituzionali il fatto che, a venti anni dall’abbandono delle fabbriche, i valori
di cromo esavalente che continuano a permanere nella falda acquifera sotto il lotto Vitali
del Parco (dove c’erano i laminatoi delle Ferriere) siano oggi appena poco meno della
metà dei picchi riscontrati inizialmente, cioè ancora 40 volte quanto previsto dai limiti di
legge.
Anzi, pare si debba ancora trovare la sorgente dell’inquinamento.
Cose che (solamente al nostro Comitato?) sembrerebbero consigliare un ripensamento
sull’efficacia del metodo di bonifica finora adottato ed una maggiore e continua attenzione
delle Istituzioni per verificarne costantemente i risultati.

4) UNA STAZIONE SPARITA SOTTO TERRA
L’abbattimento nel 2011 della stazione Dora di superficie, insensibile la Città alle istanze
dei cittadini che la volevano conservare (e utilizzare come ricordo storico vivo) per il suo
importante valore storico (forse superiore a quelle che altri edifici la Soprintendenza alle
Belle Arti ha posto in Città sotto vincolo), ha procurato il lascito dell’attuale grandissima
rotonda di piazza Baldissera, spesso ingolfata dal traffico. Un gruppo di Comitati di
quartiere, tra cui il nostro, aveva richiesto nel 2016 l’impegno dell’Amministrazione
comunale ad ascoltare le critiche e le proposte de cittadini per i disagi del nodo dei
trasporti che è stato creato.
Una nuova stazione Dora era stata predisposta in sotterranea, lungo il passante
ferroviario, e il suo allestimento ed arredo pareva dipendesse da risorse comunali. Ma le
tracce della fermata Dora del Sistema Ferroviario metropolitano, molto utile per la zona di
Spina 3 e dintorni, si sono perse nella nebbia.

5) LA SCUOLA DI SPINA 3: UNA FORESTA IN MEZZO AL QUARTIERE
Il previsto asilo nido / scuola materna di Spina 3, l’unico servizio pubblico previsto dal
progetto iniziale, da realizzare entro il 2009, e’ ancora una sogno. Concretamente è oggi
una piccola foresta che occupa l’area destinata alla scuola nel comprensorio Vitali.
Nel frattempo, dal 2004 sono arrivati in Spina 3 più di 12.000 residenti, con una presenza
superiore alla media cittadina di famiglie con bambini piccoli (che sono più di un migliaio
sotto i 5 anni di età). Dal 2007 i 120 bambini dell’asilo e della materna di Spina 3 sono
ospitati in una sede “provvisoria” nell’ammezzato di una delle case ATC di via Orvieto
1, sede che è palesemente insufficiente.
E’ da notare che nel 2012 il tunnel di corso Mortara è stato realizzato con gli oneri di
urbanizzazione versati dai costruttori del comprensorio abitativo Vitali, risorse che
dovevano servire per la costruzione della nuova scuola. Gli stessi costruttori hanno
(finora?) rinunciato a realizzare le altre case previste lungo via Verolengo, lasciando al loro
posto il grandissimo terreno abbandonato sul lato nord-ovest di Spina 3, uno di quelli per
cui il nostro Comitato aveva chiesto al Comune l’emissione di ordinanze per situazioni di
pericolo o di degrado di aree private che i proprietari non mantengono in modo adeguato.

6) L’UFFICIO POSTALE SI ALLONTANA DAL QUARTIERE
Varie iniziative hanno richiesto in questi ultimi anni l’apertura di sportelli di Poste Italiane
all’interno di Spina 3, ampiamente giustificata dal grande numero di nuovi residenti. Anche
il nostro Comitato ha raccolto nel 2019 centinaia di firme su una petizione on line e
cartacea. Incuranti delle necessità dei cittadini ma interessate solamente a tagliare le
proprie spese, Poste Italiane hanno chiuso anche l’ufficio di via Ascoli,
immediatamente a nord di Spina 3, e sui vari versanti del quartiere gli uffici postali sono
oggi lontani e inadeguati. Il Comune di Torino ha affermato lo scorso anno che si stava
occupando della questione ma finora non sono giunti ragguagli dei risultati di questo
impegno.

7) IN DIFFICOLTA’ ANCHE I PRIVATI?
Anche alcune strutture sanitarie private, che nella nostra opinione, sono utili ma
subordinate al ruolo di quelle che deve predisporre la mano pubblica, stanno scomparendo
in Spina 3 e dintorni, come il presidio fisioterapico Don Gnocchi presso l’Envipark, il
poliambulatorio medico di via Masserano, il negozio sanitario-ortopedico di via Livorno e la
parafarmacia.

Mentre non è ancora ripresa completamente l’attività commerciale nella galleria della
SNOS di corso Mortara.

8) SPINA 3 HA UN GRANDE FUTURO DA COSTRUIRE CON LA PARTECIPAZIONE
ATTIVA DEI RESIDENTI
La nostra opinione è sempre stata che Spina 3 ha una sua buona vivibilità, un grande
numero di servizi commerciali e grandi potenzialità ma non riesca a decollare, sia per
errori iniziali (l’assenza di progettazione di nuove strutture sociali), sia per la poca
attenzione che le è stata dedicata dalle Amministrazioni comunali e circoscrizionali che si
sono avvicendate.

Il binomio esclusivo residenze – supermercati ha risolto una parte delle necessità
della vita ma ha lasciato un’indubitabile carenza di servizi pubblici di prossimità. Servizi
pubblici sanitari e assistenziali accanto alle residenze, che anche e soprattutto oggi, in una
fase di emergenza sanitaria, sarebbero quanto mai utili.
Ed anche centri di aggregazione culturale che valorizzino il quartiere e rafforzino il
senso di appartenenza. Inoltre più luoghi ombreggiati e tranquilli nel Parco, che
migliorino la qualità dell’aria e diano riparo al sole dell’estate a chi non ha possibilità di
uscire spesso dalla Città.
Rivolgiamo perciò la presente lettera a chiunque si predisponga a raccogliere le opinioni
dei cittadini, a costruire programmi da realizzare nelle Istituzioni e si candidi al governo
della Città sulla base di impegni concreti da realizzare effettivamente con la
partecipazione, attiva e indipendente dalle Istituzioni, dei cittadini.
La rivolgiamo anche ai residenti che condividono le istanze che nei 15 anni di vita del
nostro Comitato abbiamo sostenuto, affinché, in tempi che speriamo presto migliori,
partecipino con continuità alle nostre riunioni ed iniziative.

COMITATO DORA SPINA TRE
comitatodoraspina3@tiscali.it
www.comitatodoraspina3.it

(foto GH Marius)

Lavori in corso: modifiche alla circolazione ferroviaria

Sabato 14 e domenica 15 novembre sulle linee Torino-Alba, Torino-Fossano-Savona/Cuneo

 

Importanti interventi di potenziamento infrastrutturale di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) sono previsti tra Trofarello e Cavallermaggiore sulle linee Torino-Alba, Torino-Fossano-Savona/Cuneo.

Per consentire le attività, finalizzate anche all’aumento della capacità di carico sulla linea, sabato 14 e domenica 15 novembre, i treni regionali delle linee SFM4 Torino Stura – Alba, SFM7 Torino Stura – Fossano, Torino – Savona e Torino – Cuneo, saranno cancellati e sostituiti con bus in parte del loro percorso.

In particolare:

  • i treni sfm4 Torino Stura – Alba saranno cancellati e sostituiti con bus tra Trofarello e Alba,
  • i treni sfm7 Torino Stura – Fossano saranno cancellati e sostituiti con bus tra Trofarello e Fossano,
  • i treni Torino – Savona – Ventimiglia e Torino – Cuneo saranno cancellati e sostituiti con bus tra Torino e Cavallermaggiore.