CRONACA- Pagina 1083

Oltre tredicimila euro sequestrati a due pusher 

Due arrestati e due denunciati in meno di 72 ore dagli agenti del commissariato Barriera Milano.

Il primo soggetto, cittadino italiano di 21 anni, è stato sottoposto a controllo domenica pomeriggio dopo aver attirato l’attenzione dei poliziotti, a causa del forte odore di marijuana che emanava. L’uomo riferisce loro di aver consumato poco prima della sostanza stupefacente, ma di non averne al seguito. Perquisito, vengono trovate nel suo portafoglio due infiorescenze di marijuana. Esteso il controllo al domicilio, gli operatori rinvengono una busta ed alcuni involucri contenenti la stessa sostanza per un peso di circa 70 grammi, un bilancino di precisione, materiale da confezionamento e circa 400 euro in contanti. Il giovane è risultato avere diversi precedenti di Polizia.

Circa 24 ore dopo gli agenti del commissariato, transitando in via Malone, notano un gruppo di persone disposte in cerchio ed un individuo al centro. Questi, cittadino marocchino di 21 anni, alla vista della pattuglia, getta diversi frammenti di hashish che nascondeva nella mano. I poliziotti recuperano gli involucri, del peso di circa 40 grammi, e controllano un altro soggetto del gruppo, dopo che era stato visto occultare un coltellino nella tasca dei pantaloni. Quest’ultimo, connazionale trentaduenne, è stato denunciato per porto di armi od oggetti atti ad offendere mentre il ventunenne indagato per detenzione di sostanza stupefacente.

Infine, nella notte fra lunedì  e martedì, la pattuglia del commissariato nota un taxi passare con il rosso su corso Novara. Alla vista degli agenti, il mezzo interrompe la sua corsa. La Volante si affianca al veicolo e vede il passeggero sul sedile posteriore fuoriuscire dall’auto ed inveire contro di loro. Alla richiesta di esibire i documenti, l’uomo, ventottenne senegalese, mostra delle foto sul cellulare, dichiarando di averli lasciati a casa. In seguito ad un primo controllo, lo straniero risulta avere diversi precedenti di Polizia. Insospettiti, i poliziotti perquisiscono la sua abitazione. All’interno di un armadio vengono rinvenuti 7300 euro in contanti mentre in un cappello di lana il senegalese aveva occultato 22 dosi di crack ed una chiave. Questa apriva una cassaforte nascosta sotto il letto contenente altro denaro contante per oltre 5900 euro e documentazione di Polizia attestante la falsità dei documenti mostrati poco prima in foto. Scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio e falsa attestazione.

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Torino: dichiarano di essere minorenni alla Polizia che vuole identificarli

Un arresto ed una denuncia del Commissariato Centro

La scorsa domenica, personale del Comm.to Centro in servizio di Volante, ha proceduto in due diversi contesti alla identificazione di due cittadini stranieri. Il primo, di nazionalità senegalese, era stato visto cedere del crack, occultato nella bocca, a un cittadino italiano; all’avvicinarsi dei poliziotti si era dato alla fuga, ma è stato fermato e controllato. Il giovane dichiarava di avere appena 15 anni per sottrarsi alle sue responsabilità penali, ma accertamenti condotti su di lui hanno fatto emergere come già due mesi fa, in occasione di un altro controllo, ne fosse stata accertata l’età, di circa 21 anni. Pertanto, è stato arrestato per  detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato per aver fornito false generalità.

Poche ore dopo, altro personale del Commissariato nota in via Saluzzo un soggetto straniero sospetto, vestito completamente di scuro e con il cappuccio della tuta indossata a coprirgli parzialmente il viso. Il ragazzo, di nazionalità algerina, riferiva di avere 16 anni e di star aspettando un amico. Ritenendo che il giovane stesse mentendo in merito all’età, è stato portato negli uffici della Questura per accertamenti sull’identità personale, alla fine dei quali è emerso che lo stesso ha un’età di almeno 20 anni. E’ stato denunciato per false generalità sull’identità personale.

Una nuova Jeep per i carabinieri di Orbassano

Acquistata dalla Città di Rivalta, è stata data in comodato d’uso all’Arma

La Città di Rivalta di Torino mercoledì 23 dicembre ha consegnato al comando Carabinieri di
Orbassano e Rivalta una nuova Jeep Renegade modello My2020 a trazione integrale, che
da oggi entra a far parte del parco automezzi a disposizione dell’Arma.

La cerimonia della consegna delle chiavi si è svolta a Tetti Francesi, in piazza Andrea Filippa
davanti al monumento che ricorda il sacrificio del giovane appuntato rivaltese, morto
nell’attentato alla base Maestrale di Nassiriya il 12 novembre del 2003.

A ricevere simbolicamente l’auto a nome dell’Arma il luogotenente Antonio Vitale,
comandante della stazione Carabinieri di Orbassano. Presente alla cerimonia il maggiore
Marco D’Aleo, comandante della Compagnia Carabinieri di Moncalieri.

Per Rivalta e i rivaltesi la consegna dell’auto è segno di affetto e stima verso l’Arma dei
Carabinieri e nei confronti della stazione di Orbassano guidata dal luogotenente Vitale, con il
quale c’è sintonia e collaborazione quotidiana, in particolare con il corpo di Polizia Municipale
rivaltese.

Spiega il vicesindaco Sergio Muro: «abbiamo deciso di acquistarla e consegnarla all’Arma
perché siamo convinti che occorra lo sforzo di tutte le istituzioni per garantire ai nostri cittadini
il giusto diritto a vivere sicuri, presupposto necessario perché anche gli altri diritti siano
garantiti». «Siamo certi che anche grazie a questo nuovo mezzo la presenza dei Carabinieri sul
territorio sarà ancora più forte, e che incontreremo spesso sulle nostre strade questa vettura».

La Jeep Renegade – allestita con gli equipaggiamenti specifici per le Forze dell’Ordine – è stata
acquistata dalla Città di Rivalta e da oggi data in comodato d’uso gratuito alla stazione
Carabinieri di Orbassano.

«La consegna di quest’auto rappresenta un momento di particolare importanza perché proprio
le nostre vetture con la scritta “Carabinieri” sono quelle che ci permettono di raggiungere i
cittadini, a cui dedichiamo il nostro servizio quotidiano, soprattutto in questo periodo di
pandemia», ha detto il maggiore Marco D’Aleo. «La consegna di quest’auto ha un significato
moto importante, che non possiamo sottovalutare e ribadiamo il nostro ringraziamento più
sentito a Rivalta e ai rivaltesi».

Torino: finge il suicidio ma cade dal terzo piano: ragazza grave al Cto

Dopo una lite con i genitori che non volevano farla uscire di casa ha finto il suicidio cadendo però involontariamente dal terzo piano di un condominio in via delle Querce, alla Falchera

Fortunatamente è caduta sul  cofano di un’auto che  le ha salvato la vita. La ragazza ha 17 anni ed è stata trasferita  d’urgenza  al Cto in  codice rosso. La polizia sta svolgendo le indagini.

Torino: è morto Artesi, il fotoreporter gentile

A 56 anni è morto il fotoreporter Fabio Artesi, molto noto a Torino, aveva collaborato con Torino cronaca, viveva  a Venaria.

Era stato contagiato dal Coronavirus un mese fa. Il fotoreporter è deceduto nella clinica Eporediese di Ivrea. Lascia la moglie Simona e la figlia, Sonia. Artesi, che fu tra i fondatori della selezione di calcio dei giornalisti torinesi, si era dedicato con generosità  alla vicenda  di Beatrice Naso,  Bea, la bimba colpita  da una malattia che le calcifica le ossa. Alla famiglia del collega le condoglianze del direttore e della redazione del “Torinese”

Ancora in prognosi riservata la donna accoltellata dal marito

Nel corso di una lite per futili motivi un  cittadino romeno di 48 anni ha  accoltellato ieri la moglie ed  è stato arrestato dai carabinieri  a Lombardore.

L’accusa è  tentato omicidio. La donna, 45 anni, è stata subito ricoverata, ed è ancora  in prognosi riservata, all’ospedale di Ciriè.

Il 48enne è stato arrestato e portato nel carcere di Ivrea.

Circuiva anziani, facendosi donare interi patrimoni

Era ricercato da settimane: M.E., romeno del ’77, era stato condannato con sentenza definitiva e su di lui pendeva un mandato di cattura, ma era introvabile. Sapeva di dover scontare oltre 3 anni di carcere per circonvenzione d’incapaci, aggravata e continuata, e aveva fatto perdere le sue tracce da tempo, trasferendosi in un’altra regione.

     Le sue vittime erano sempre le stesse: persone anziane, fragili emotivamente, benestanti. Una di loro, di 79 anni, provata fisicamente e psicologicamente da una serie di lutti in famiglia, era stata “agganciata” dall’uomo, inquilino di un suo alloggio nel quartiere Mirafiori. Prima se l’era fatta amica, la ospitava a casa, le raccontava della sua famiglia; in un’occasione le aveva fatto conoscere la fidanzata. Intanto, non solo non pagava le rate dell’affitto, ma con  varie scuse si faceva prestare soldi dall’anziana, sempre di più, e con metodi dapprima gentili, poi sempre più insistenti.

    La vittima, inizialmente, fidandosi dell’uomo e quasi intenerita dalle sue tristi vicende familiari (tutte rigorosamente inventate), lo aiutava con somme sempre più elevate. Quando, però, sono iniziati i dubbi della signora, il cittadino rumeno ha iniziato a dapprima con offese e insulti gratuiti, minacciando di prenderla a schiaffi se non gli avesse più consegnato denaro. Dalle parole è passato poi ai fatti: iniziano infatti le percosse, e infine le minacce più brutte per la donna, quelle di fare del male ai nipotini.

E così la povera signora, ormai terrorizzata, continuava a versare al rumeno cifre sempre più elevate, fino ad azzerare il suo conto in banca. Tutti i suoi risparmi, quasi 100.000 euro, erano spariti, tanto che la donna era costretta a chiedere piccole somme per mangiare alle figlie. Queste, insospettite, hanno controllato il conto della madre, scoprendo tutto. Da qui indagini e processo, che si conclude in breve tempo con la condanna a 3 anni e 2 mesi. Ma il rumeno fa perdere le sue tracce.

    Questo fino alla giornata di ieri, quando la pattuglia del commissariato Mirafiori, che lo cercava da giorni, monitorando i profili social dell’uomo e stampando una sua foto recente, fa il giro della zona che lui in passato frequentava, nei pressi degli ultimi indirizzi noti. L’uomo si trova in città per incontrare dei parenti in occasione delle festività natalizie. Da alcuni vicini, le prime informazioni utili. I poliziotti lo trovano, dopo vari tentativi, in un appartamento al settimo piano di Corso Orbassano. Stavolta il malfattore sconterà definitivamente la sua pena.

Viola divieto di vedere il figlio e si azzuffa con il compagno della ex

Ieri, gli agenti della Polizia Commerciale della Polizia Municipale, mentre transitavano  in piazza Polonia durante un servizio ordinario in abiti civili, sono stati attirati dalle urla provenienti  dal parcheggio dell’ospedale “Regina Margherita”, dove due uomini si stavano spintonando in maniera energica di fianco a un’automobile.

Quando le urla e gli spintoni sono degenerati in una vera e propria colluttazione, i civich si sono qualificati e sono intervenuti per separare i due uomini. Gli agenti hanno rilevato che all’interno dell’auto di fianco a loro erano seduti una donna e un bambino e, successivamente, dopo l’arrivo di un’altra pattuglia della Municipale, è stata fatta chiarezza sull’accaduto.

Il padre naturale del ragazzino, nel tentativo di avvicinarsi al figlio, appena dimesso dall’ospedale, per sincerarsi del suo stato di salute, è stato fermato dall’attuale compagno della donna, sua ex moglie. La discussione è iniziata davanti all’ospedale ed è proseguita, degenerando in rissa nel parcheggio.

La madre del ragazzo, sconvolta e spaventata da quanto accaduto, ha raccontato che sull’ex marito è attivo un divieto di avvicinamento a lei e al proprio figlio emesso dalla Procura di Cuneo, ragione per cui il nuovo compagno della donna avrebbe tentato di fermare l’uomo, nel tentativo di non farlo entrare in contatto con il ragazzo.

Il padre biologico del giovane, in visibile stato di agitazione e privo di documenti è stato accompagnato al Comando della Polizia Municipale di via Bologna. A seguito degli accertamenti effettuati, l’uomo è stato denunciato a piede libero per il reato di cui all’art. 387 bis c.p. ‘Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa’   in relazione all’art. 282 ter c.p.p. per non aver ottemperato al divieto di avvicinamento.

Entrano nello Stadio Olimpico per fare una partita, multati dai Carabinieri

 Nella notte, in pieno periodo Covid e con il divieto di praticare sport di contatto, 5 uomini, tra 23 e 24 anni, hanno deciso di regalarsi una partita a calcio all’interno dello Stadio Olimpico “Grande Torino”.

Dopo aver scavalcato i cancelli, i giovani torinesi sono entrati all’interno dell’impianto per fare alcuni passaggi con il pallone sul manto erboso dello Stadio. Il personale di vigilanza li ha notati dalle gradinate e ha chiamato il 112. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile sono intervenuti e hanno fermato i ragazzi mentre tentavano di uscire. I giovani si sono giustificati dicendo di aver fatto una bravata solo per divertimento. Tutti e 5 dovranno ora pagare una sanzione di 400 euro per la violazione del coprifuoco e delle normative Covid.

E’ scomparso Fiore, il conservatore del Registro storico Fiat

Carlo Marazzato, noto industriale e di fatto il più grande e autorevole collezionista di mezzi pesanti d’Europa, alla vigilia di Natale traccia per il nostro giornale un profilo di Lucio Fiore, il Conservatore del ‘Registro Storico Fiat’ improvvisamente scomparso il 23 Dicembre proprio nel capoluogo piemontese.

“Un punto di riferimento sicuro e saldo a Torino e in Italia per chiunque ami i veicoli d’un tempo”, esordisce Marazzato. “Con Lucio Fiore se ne va tutto un mondo prezioso fatto di garbo, competenza e passione per la storia. Specialmente quella dedicata ai motori che hanno ricostruito, animato e industrializzato l’Italia del Dopoguerra. Una figura impagabile per tutti i numerosi appassionati italiani di ruote storiche leggere e pesanti. Un amico vero con cui ho condiviso momenti cari legati anche alla vita e al percorso culturale dell’Associazione ‘4 Assi Più’ che ho fondato e presiedo per diffondere, anche per chi verrà dopo, la cultura dell’evoluzione del trasporto su gomma dal Novecento a Oggi. Di lui restano l’umiltà, la verace signorilità, e anche e soprattutto un’amplissima produzione bibliografica e storiografica fondamentale per proseguire ancor più convinti nel cammino da lui intrapreso della valorizzazione di un patrimonio consistente della storia D’Italia”.

Una giraffa per le radiografie dei bimbi al Regina Margherita

DONATO UN MACCHINARIO RADIOLOGICO PORTATILE PERSONALIZZATO CON LE SEMBIANZE DI UNA GIRAFFA

 DiaSorin e Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia hanno donato oggi all’ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino la “Dottoressa Giraffa”, un macchinario radiologico portatile personalizzato per raffigurare una giraffa amica e rendere l’esperienza della diagnostica radiologica più a misura di bambino.

L’esigenza di un nuovo macchinario a servizio dei più piccoli è stata evidenziata dal dottor Gianpaolo Di Rosa, Direttore della Radiologia dell’ospedale Regina Margherita, a Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia, anche conosciuto come Progetto Pinocchio,che ha coinvolto nuovamente DiaSorin nel suo terzo progetto di umanizzazione degli ambienti ospedalieri pediatrici in Italia.

La Dottoressa Giraffa aiuterà a gestire il periodo di emergenza causato dal COVID che il reparto di radiologia sta vivendo, sostituendo l’attuale macchinario radiologico portatile ormai obsoleto.

L’appello per l’acquisto di un macchinario radiodiagnostico a misura di bambino in questo difficile periodo causato dal COVID ci ha trovati subito pronti”, ha dichiarato Andrea Jacopo Fava, animatore del Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia. “Ogni anno ci impegniamo a promuovere un progetto sul territorio italiano rivolto ai bambini, con l’obiettivo di migliorarne la qualità di vita all’interno dei contesti ospedalieri negli ambiti dell’istruzione, delle cure mediche e degli esami diagnostici”.

La nuova apparecchiatura consentirà una migliore definizione delle immagini radiologiche e garantirà una netta riduzione della dose di raggi erogata ai bambini. La vestizione amichevole del macchinario consentirà inoltre di ridurre le paure di questi ultimi nei confronti di macchinari talvolta “spaventosi” ai loro occhi. La Dottoressa Giraffa sostituirà macchinari obsoleti e permetterà di migliorare anche l’approccio radiologico ai piccoli pazienti ricoverati nei reparti COVID.

Ringraziamo il Progetto Pinocchio e DiaSorin per questo macchinario. Il loro sostegno ci accompagna ormai da diversi anni”, ha dichiarato la professoressa Franca Fagioli, Direttore Dipartimento Patologia e cura del bambino “Regina Margherita” della Città della Salute di Torino. In particolare con questa iniziativa vengono coniugate innovazione tecnologica ed umanizzazione, punti cruciali nella cura e nella presa in carico dei piccoli pazienti”.

Il dottor Gianpaolo Di Rosa ha inoltre aggiunto: “In un momento così difficile per tutti, dovuto all’attuale pandemia, voglio ringraziare con forza la vostra iniziativa di umanizzazione della Radiologia pediatrica e l’impegno importante che avete dimostrato nell’aiutarci”.

Il progetto di umanizzazione degli ambienti ospedalieri è nato nel 2016 quando DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno finanziato il restyling estetico e cromatico della sala TAC dell’ospedale Regina Margherita di Torino, trasformando gli ambienti in un accogliente bosco colorato, grazie all’utilizzo di sofisticate pellicole poste sui macchinari diagnostici.

Nel 2019 DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno effettuato un nuovo intervento presso l’ospedale Gaslini di Genova, coinvolgendo nell’iniziativa anche la Walt Disney Company e realizzando un mondo fantastico con i personaggi Pixar di Toy Story.

A seguito del successo di questi primi interventi, DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno deciso di proseguire questa avventura su tutto il territorio italiano, con l’obiettivo di sostenere ogni anno un nuovo intervento di umanizzazione che possa toccare tutti gli ospedali pediatrici italiani.

Siamo veramente orgogliosi di questa iniziativa che ci vede a fianco di Progetto Pinocchio da ormai 5 anni. Ogni volta che iniziamo un nuovo progetto, proviamo ad immaginare in maniera creativa come rendere i nostri interventi a misura di bambino e come consentire ai più piccoli di avvicinarsi ad esami delicati in luoghi che parlino lo stesso linguaggio della loro fantasia”, ha dichiarato Riccardo Fava, Corporate Vice President Communication & Investor Relations di DiaSorin. “Il progetto di quest’anno è bellissimo e siamo certi che la Dottoressa Giraffa aiuterà migliaia di bambini a vivere l’esperienza ospedaliera con un po’ più di leggerezza e serenità”.