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Vandali imbrattano Palazzo Civico contro il Pd e i soldati caduti

I vandali hanno colpito con la vernice spray nella notte

Sono stati scritti insulti al Pd o frasi come «cambia la giunta ma non la minestra». Presi di mira anche i soldati caduti i cui nomi sono incisi sulle lapidi nel porticato del Municipio, definiti «infami». I vandali hanno annunciato con le loro scritte un corteo indetto il 3 dicembre dai collettivi studenteschi dell’ area antagonista. La rivendicazione del gesto è poi giunta dal Kollettivo Studenti Autorganizzati: «Ci avete ignorati per troppo tempo. È solo l’inizio», hanno scritto sui social. Replica il sindaco Stefano Lo Russo: «Palazzo civico è di tutte e tutti i torinesi. Imbrattarlo con insulti è un’offesa a tutta la comunità»

I residenti nelle aree della “malamovida” scrivono al sindaco

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO DEL COORDINAMENTO OLTRELAMOVIDA

Col presente comunicato, i comitati e le associazioni raggruppati nel coordinamento OltrelaMovida,
richiamano la nuova amministrazione appena insediata, ed in particolare il neo Sindaco Stefano Lo Russo, a
fornire risposte risolutive ed immediate alle gravissime criticità cui sono sottoposti i residenti delle aree
soggette alla “malamovida”: Quadrilatero di S. Salvario, Piazza Vittorio, Vanchiglia, Quadrilatero Romano,
Borgo Rossini, Borgo del Moschino.

Per i residenti di tali aree, la vivibilità nelle ore notturne è pressoché inesistente, il diritto al riposo
assolutamente negato, la salute (tutelata dalla Costituzione, art. 32) messa a grave repentaglio.
La densità estremante elevata di locali notturni che commerciano prevalentemente o esclusivamente alcool ha
colonizzato quasi ogni angolo delle aree in questione, i cui frequentatori, tra i quali si annovera un alto numero
di adolescenti, assediano le vie e le piazze di fronte ai locali. Simili assembramenti di persone, con bicchieri e
bottiglie in mano, rappresentano già di per sé una fonte di pericolo, perché intere vie risultano impercorribili
non solo per i veicoli privati ma anche per i mezzi di soccorso. Gli assembramenti di giovani (per lo più),
spesso col comportamento alterato dall’alcool, che occupano interi isolati per bere, fumare, chiacchierare,
insieme alla musica proveniente dai locali, producono un inaccettabile inquinamento acustico notturno fino
oltre le ore 3-4 del mattino, senza alcun riguardo per i diritti dei residenti, nonché degrado urbano (abbandono
di rifiuti, orinazione, vomito), ed elevato rischio di contagio da covid (proprio nel momento in cui il numero
di contagi sta risalendo in modo allarmante). Queste criticità si aggiungono al degrado e all’insicurezza
provocati dalla microcriminalità e dallo spaccio di droga.
Pressoché tutte le rilevazioni, effettuate nelle aree in questione, nel corso degli anni, hanno evidenziato
violazioni dei limiti acustici.
Di recente, a causa del “Piano di Occupazione Straordinaria di Suolo Pubblico”, una clamorosa privatizzazione
dello spazio pubblico, i cittadini hanno assistito ad un’invasione di “dehors” (che spesso non sono tali), in
molti casi non utilizzati, giganteschi ed in numero estremamente elevato, talvolta attrattori di degrado e
insicurezza.
L’azione della Polizia Municipale, per quanto lodevole, non è mai parsa essere nelle condizioni di contenere e
contrastare il fenomeno e, in moltissimi casi, alle chiamate da parte dei cittadini non corrisponde un intervento.
I controlli sono di gran lunga insufficienti e, anche quando vengono effettuati, le multe sono troppo basse
rispetto ai guadagni dei locali, per cui non sono efficaci.
In quest’ultimo decennio, da parte delle istituzioni, i residenti hanno sentito tantissime parole, assistito a
qualche timido tentativo che non ha conseguito evidentemente alcun risultato.
Nessuno mette in discussione il diritto delle persone, in primis dei giovani, di aggregarsi e rilassarsi né dei
proprietari di locali di intraprendere legittime attività economiche, ma queste non possono svolgersi in modo
tale da andare “in contrasto con l’utilità sociale o in modo da creare danno alla sicurezza, alla libertà e alla
dignità umana” (Costituzione della Repubblica Italiana art. 42). Le aree di malamovida sono invece soggette
ad una situazione di costante illegalità, apparentemente prive di gestione dello spazio e dell’ordine pubblico.
Una “movida” responsabile, formata da ristoranti e locali che svolgono la propria attività in orari serali, con
consumo moderato di alcool da parte degli avventori, sarebbe assolutamente sostenibile nelle zone in
questione, anzi potrebbe essere vantaggiosa per le stesse. Una “malamovida” incontrollata, fatta di
assembramenti selvaggi che perdurano fino a tarda ora, come quella presente a Torino, è incompatibile con
aree storiche dalle vie strette a forte caratterizzazione residenziale.
La recente sentenza 1261/2021, che ha riconosciuto che l’amministrazione non ha fatto tutto quanto in suo
potere per tutelare i residenti dai danni della “malamovida”, costituisce una pietra miliare nella lotta per i diritti
dei residenti.
Il coordinamento OltrelaMovida ritiene che fino ad ora sia mancata la volontà politica di affrontare e
risolvere il problema ed ha prospettato una serie di proposte che, a suo parere, potrebbero risolvere
definitivamente il problema. Esse possono essere reperite nella pagina
http://www.amorben.es/rispsansa/2021/07/08/rispettando-san-salvario-proposte-per-un-quartiere-sostenibile2/ e qui vengono citate solo per titoli.
1) Ampliamento dell’organico e riorganizzazione della Polizia Municipale.
2) Realizzazione di zone franche extraresidenziali per la movida.
3) Limitazione degli orari dei locali.
4) Abolizione della delibera sull’“Occupazione Straordinaria di Suolo Pubblico”.
5) Revisione di regolamenti e ordinanze.
6) Aumento di controlli e sanzioni.
7) Educazione nelle scuole, realizzazione di eventi e iniziative culturali alternativi alla movida.
8) Riqualificazione commerciale diurna delle aree di movida.
Lo scorso 2 agosto, i rappresentanti di OltrelaMovida hanno incontrato l’allora candidato sindaco Stefano Lo
Russo il quale ha assunto alcuni impegni nei loro confronti.
Alla luce di tutto ciò, il Coordinamento OltrelaMovida ritiene inutile istituire ulteriori tavoli di confronto
e richiede invece un incontro pubblico, in sede istituzionale (ad esempio un commissione congiunta delle
Circoscrizioni interessate), in luogo ed orario facilmente accessibili, possibilmente in modalità mista (in
presenza ed online), da svolgersi entro la fine del 2021, alla presenza del Sindaco al quale si richiede di
esplicitare le azioni che intende intraprendere per risolvere, finalmente, il problema della Malamovida
nella Città di Torino.

Il Coordinamento OltrelaMovida

Il Piemonte resta in zona bianca


Pre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto Superiore di Sanità

Nella settimana 1-7 novembre, in Piemonte il numero dei nuovi casi e dei focolai cresce, come nel resto del territorio nazionale. L’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi resta stabile (da 1.11 a 1.10) e la percentuale di positività dei tamponi si conferma all’1%. L’incidenza è di 58,93 casi ogni 100 mila abitanti mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva resta basso al 3,7% e al 4,2% quello dei posti letto ordinari, percentuali sempre tra le più basse in Italia. La situazione epidemiologica e il numero dei ricoveri, sempre contenuti, concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

Doveva scontare due anni di reclusione Arrestato e multato di 12mila euro

Sono le ore 15 in zona Cenisia, quando un cittadino tunisino di 32 anni, alla vista della pattuglia del commissariato San Secondo in transito, aumenta improvvisamente la propria andatura, abbassando la testa. Gli agenti, insospettiti, si avvicinano per controllarlo ma questi, con scatto fulmineo, inizia a correre, attraversando il cortile interno di un complesso residenziale. Intuita la direzione di fuga, i poliziotti lo aspettano all’uscita, in via Chianocco, dove viene fermato.

 

Lungo la strada, lo straniero aveva gettato in un tombino un involucro di hashish, recuperato in seguito e per il quale verrà sanzionato.

Dopo aver effettuato una serie di accertamenti, emerge che il tunisino aveva a carico un ordine di carcerazione, dovendo scontare una pena di 2 anni e 2 mesi ed una pena pecuniaria di 12000 euro, per reati inerenti gli stupefacenti.

Il reo è stato tradotto presso la casa circondariale “ Lorusso e Cutugno

Sotto casa della ex con un coltello, arrestato

I fatti accaduti in zona San Donato

 

Domenica scorsa, gli agenti del commissariato Centro hanno arrestato un soggetto per maltrattamenti.

L’uomo, separato ormai da tempo dalla compagna, non aveva mai accettato la fine della relazione. Frequentava la casa della ex per continuare a vedere il figlio, ma in più di una circostanza aveva sfogato il suo rancore nei confronti della donna distruggendole oggetti della quotidianità come il televisore, quest’ultimo ricomprato 3 volte. Diverse le occasioni in cui l’aveva minacciata, affermando che le avrebbe tolto la vita se mai l’avesse vista in compagnia di un altro uomo.

Nel tardo pomeriggio di domenica, la chiamata alla ex, dicendole di trovarsi sotto la sua abitazione armato di coltello. La donna, al momento della telefonata lontana da casa, allerta il 112 NUE.

L’arrivo della pattuglia del commissariato Centro allarma il quarantenne che, nel tentativo di sottrarsi alla vista dei poliziotti, entra in un bar poco distante. Una volta dentro si libera del coltello e si da alla fuga. Dopo essere stato rintracciato, per l’uomo scattano le manette.

Al Mauriziano nuova Rianimazione e Medicina delle Aree critiche

E’ stata inaugurata la RiMac: Rianimazione e Medicina delle Aree critiche dell’Ospedale Mauriziano di Torino. Con questo secondo lotto, dopo il primo della Medicina d’Urgenza dello scorso giugno,  l’Ospedale Mauriziano di Torino è la  prima Azienda in Piemonte e tra le prime in Italia ad aver portato a termine queste opere in previsione di una possibile quarta ondata da Covid 19 in vista dell’imminente inverno. Erano presenti il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Direttore Generale del Mauriziano Maurizio Dall’Acqua, il Direttore Sanitario Maria Carmen Azzolina e il Commissario Area Giuridico Amministrativa del Dirmei Antonio Rinaudo.

Si tratta di una nuova Rianimazione, presso il Padiglione 17B, dotata di 8 posti letti ampliabili a 10. Il valore complessivo è stato pari a circa 927 mila euro tra opere strutturali e dotazioni biomedicali.  

Predisposto secondo le direttive del Decreto Arcuri, sarà un sistema organizzato per assistere pazienti critici, che fornirà cure mediche ed infermieristiche estremamente specializzate ed intensive, attraverso una elevata capacità di monitoraggio multiparametrico e modalità di supporto alla funzione d’organo, al fine di consentire la sopravvivenza del paziente durante una o più insufficienze d’organo acute. Fornirà una risposta modulare, rapida ed efficace in caso di repentino incremento di pazienti critici, come si è verificato nel corso delle ondate pandemiche legate alla diffusione del SARS-Cov2.

La nuova struttura si chiamerà RiMac: Rianimazione e Medicina delle Aree critiche, in virtù della capacità di fornire supporto d’organo avanzato, ad uno o più sistemi d’organo coinvolti in un processo di insufficienza acuta (insufficienza respiratoria, insufficienza cardiocircolatoria, insufficienza renale, insufficienza epatica, metabolica), con personale ed attrezzature che garantiranno elevati standard qualitativi.

La recente pandemia Covid-19 ha messo in luce la carenza di posti letto di terapia intensiva nell’attuale assetto ospedaliero regionale e nazionale. Sempre più fondamentale diventa, nella gestione del paziente critico e nella risposta a situazioni impreviste, la disponibilità di aree attrezzate al trattamento dell’insufficienza d’organo acuta, nel contesto ordinario e nel contesto straordinario, quale può essere una pandemia.

Quest’area dell’Ospedale Mauriziano è tra le prime ad essere attivate nella nostra regione  nell’ambito del già citato programma nazionale di ampliamento dei posti letto di Rianimazione in Piemonte e sul territorio nazionale, varato durante la pandemia Covid19.

E’ morto di infarto il dottor Garrone, medico dei bimbi

Giovanni Garrone, di 67 anni, noto pediatra torinese, è morto a causa di un infarto mentre  si allenava in bici a Exilles.

Viveva a San Mauro Torinese.   Il dottor Garrone era anche appassionato di scrittura e aveva pubblicato tre romanzi. Il medico nella sua lunga attività aveva partecipato a numerosi convegni di pediatria.

Frode, bancarotta, riciclaggio: 2,5 milioni sequestrati a imprenditore

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SEQUESTRATI BENI PER OLTRE 2,5 MILIONI DI EURO NEI CONFRONTI DI UN IMPRENDITORE INDAGATO PER I REATI DI FRODE FISCALE BANCAROTTA RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO.

 

La Guardia di Finanza di Torino ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dal Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di un imprenditore pinerolese, gravato da precedenti penali per reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio.

 

Il provvedimento giudiziario è giunto a conclusione di un iter investigativo, che ha visto impegnati i finanzieri della Compagnia di Pinerolo per oltre un anno, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, in complesse indagini di polizia giudiziaria.

 

Le investigazioni hanno tratto origine da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società operante nel settore della vendita di mobili, all’esito della quale sono state accertate plurime violazioni alla normativa tributaria ed in materia fallimentare, con conseguente segnalazione dell’imprenditore all’Autorità giudiziaria per i reati di omessa presentazione della dichiarazione, per un importo di oltre 1 milione di euro, e di bancarotta fraudolenta.

Sulla base degli elementi acquisiti, il GIP presso il Tribunale di Torino, accogliendo la richiesta del pubblico ministero titolare del fascicolo processuale, ha emesso un provvedimento cautelare preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti della società e del suo legale rappresentante, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti e n. 02 immobili in corso di costruzione.

 

I successivi approfondimenti hanno permesso di smascherare un vasto e intricato sistema criminoso, messo in piedi dall’imprenditore, finalizzato alla commissione di reati di natura fiscale, fallimentare, riciclaggio e autoriciclaggio, attraverso la costituzione, nel tempo, di diverse società allo scopo di conseguire indebiti vantaggi economico-patrimoniali.

 

È stato, infatti, acclarato come il soggetto avesse volutamente e sistematicamente omesso di adempiere alle obbligazioni fiscali in capo alle ulteriori società nel frattempo costituite, accumulando debiti verso l’Erario complessivamente quantificati in oltre 2 milioni di euro, depauperando, al contempo, il patrimonio aziendale e lasciando le imprese in stato di dissesto. Pertanto, i Finanzieri hanno approfondito la situazione reddituale e patrimoniale dell’imprenditore, accertando che lo stesso aveva impiegato il denaro proveniente dagli illeciti perpetrati in attività economiche e finanziarie, in modo da ostacolare concretamente la relativa provenienza delittuosa, facendo transitare tali somme su conti correnti intestati a soggetti terzi (suoi familiari e aziende a questi ultimi intestate).

È quindi emersa una rilevante sproporzione tra il profilo patrimoniale e quello reddituale dell’imprenditore e dei suoi familiari i quali, pur non avendo percepito per anni alcun tipo di reddito, o avendo conseguito sporadicamente minimi emolumenti, sono risultati direttamente o indirettamente intestatari di numerosi immobili, acquisiti nel tempo attraverso l’impiego dei capitali di matrice illecita.

Tenuto conto degli elementi acquisiti nel corso delle indagini e alla luce dei diversi capi di imputazione gravanti sull’imprenditore, l’Autorità giudiziaria, condividendo le proposte avanzate dai finanzieri, ha disposto, sulla base della normativa contenuta nel “Codice antimafia”, il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, quale misura di prevenzione patrimoniale propedeutica alla successiva confisca.

 

Le attività hanno complessivamente consentito di cautelare 5 compendi aziendali e 14 rapporti finanziari riconducibili, direttamente o indirettamente, all’imprenditore pinerolese, per un ammontare di oltre 2,5 milioni di euro.

 

La Regione avvia uno screening sull’epatite C

Dal 15 novembre 2021 al 28 febbraio 2022, la Regione Piemonte avvierà sul proprio territorio uno screening sperimentale sulla popolazione generale per la ricerca del virus dell’epatite C.

In ognuna delle cinque Asl (Città di Torino, To3, Cn1, Alessandria e Vercelli) individuate sulla base di criteri di rappresentatività delle diverse caratteristiche della popolazione piemontese, verranno eseguiti appositi test salivari su un campione di 250 cittadini nati tra il 1969 e il 1989.

«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è rilevare le infezioni da virus dell’epatite C ancora non diagnosticate, migliorare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento, evitando le complicanze di una malattia epatica avanzata e delle manifestazioni extraepatiche, oltre che interrompere la circolazione del virus, impedendo nuove infezioni».

L’iniziativa rientra nel piano di screening nazionale gratuito per l’eliminazione del virus HCV per il quale sono stati assegnati a favore delle Aziende sanitarie locali del Piemonte oltre 5 milioni e mezzo di euro.

Per l’effettuazione dei test, le Asl individueranno dei centri prelievo/hub vaccinali/hot spot tamponi o altro idoneo luogo, presso i quali proporre agli utenti la partecipazione volontaria allo screening, mediante la presentazione di una informativa e la raccolta del consenso informato.

Una volta effettuato il test, le informazioni del soggetto e il risultato verranno registrati sull’apposita scheda prevista dal Ministero della Salute.

L’esito del test verrà comunicato all’interessato e, in caso di confermata positività, la consegna del risultato avverrà previo colloquio con il personale sanitario, durante il quale saranno fornite le informazioni necessarie per l’eventuale trattamento e per le misure di prevenzione, indicando le strutture di presa in carico presso un centro specializzato, al fine di proseguire gli accertamenti diagnostici (stadiazione della patologia) e di avviare prima possibile, qualora  eleggibile al trattamento, l’opportuna terapia, secondo le modalità organizzative individuate dalle singole Asl.

In caso di HCV-RNA negativo, non verrà effettuato ulteriore accertamento.

Piazza Carlo Felice verso il ritorno alla normalità dopo l’incendio di due mesi fa

A due mesi dall’incendio che ha interessato l’intero piano mansarde dei condomini “Casa Lagrange” e “Piazza Lagrange 2″, il sindaco Stefano Lo Russo ha firmato un’ordinanza di parziale revoca di inagibilità dell’isolato per consentire l’apertura di alcune attività commerciali, che segue quella avvenuta in precedenza lo scorso ottobre.

I sopralluoghi effettuati dai tecnici degli uffici competenti della Città hanno accertato le condizioni per la riapertura di alcune scale dei condomini di piazza Lagrange, con la revoca dell’inagibilità per quelle unità immobiliari che non hanno avuto conseguenze dall’incendio.

L’assessore con delega al Pronto intervento, Francesco Tresso, spiega che “per le restanti parti ancora inagibili si presume che la situazione si stabilizzerà nei prossimi mesi, con il progressivo rientro di altre unità immobiliari, completate le verifiche strutturali e i lavori per la riattivazione degli impianti andati distrutti, una volta valutate le condizioni generali di sicurezza”.