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Saldi, si stima una spesa di 300 milioni a Torino. Ascom: “Dialogo con la Regione, troppo vicini al Natale”

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Saranno 15,8 milioni le famiglie italiane che si dedicheranno allo shopping nel periodo dei saldi, a partire da venerdì 5 gennaio fino a venerdì 1° marzo. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni persona spenderà circa 137 euro e ogni famiglia 306 euro per un giro di affari di 4,8 miliardi di euro. A Torino e provincia la spesa stimata è di oltre 300 milioni di euro.

STIMA DEI SALDI INVERNALI 2024
VALORE SALDI INVERNALI (MILIARDI DI EURO) 4,8
NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTA IN SALDO (MILIONI) 15,8
ACQUISTO MEDIO A FAMIGLIA PER SALDI INVERNALI(EURO) 306
ACQUISTO MEDIO A PERSONA NEI SALDI INVERNALI (EURO) 137
 

Fonte: stime Ufficio Studi Confcommercio

I saldi avranno una durata di 8 settimane non necessariamente continuative e per quanto riguarda la possibilità di effettuare vendite promozionali sono state bloccata nei 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi.

«I saldi rappresentano un’occasione attesa sia dai consumatori sia dai commercianti – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa -. Sull’onda di un Natale non entusiasmante per l’abbigliamento, ma che ha comunque visto un ritorno al negozio di vicinato vogliamo sperare che siano proprio gli acquisti nei negozi fisici a compensare le difficoltà dei mesi passati. Chiaramente un periodo di saldi così a inizio gennaio va a svuotare le vendite del Natale e proprio su questo punto lavoriamo ad un’interlocuzione con la Regione Piemonte per indirizzare la normativa in modo da favorire i commercianti anziché penalizzarli. Tra saldi mascherati da sconti ai clienti, eventi come il Black Friday della durata di una settimana e la concorrenza sleale da parte delle piattaforme di e-commerce e delle grandi catene, il commercio tradizionale si trova a combattere una battaglia ad armi spuntante. Continuiamo a chiedere una politica del commercio seria, che ponga le stesse regole per tutti e non penalizzi sempre e solo il negozio tradizionale. E si pensi anche alle attività in provincia, che spesso non sono attrezzati per il commercio on line come è, invece, più frequente in città, e faticano ancora di più».

Il 2024 si presenta come un anno importante per la valorizzazione del commercio di prossimità e delle attività storiche, facendo leva sui punti di forza delle piccole attività, in un lavoro di concerto con l’Amministrazione cittadina.  «Nei negozi locali – prosegue la presidente Coppa -, oltre agli sconti, i clienti possono trovare un sorriso, un consiglio sincero e un rapporto umano, che il commercio online non può offrire. L’esperienza d’acquisto in negozio va oltre la semplice transazione. È un’occasione per creare legami con la propria comunità, scoprire prodotti unici e ricevere un servizio personalizzato. In un periodo di incertezza economica e di sfide per il settore del commercio al dettaglio è fondamentale riconoscere il valore aggiunto che i negozi di prossimità portano alle nostre città e quartieri».

PER IL CORRETTO ACQUISTO DEGLI ARTICOLI IN SALDO CONFCOMMERCIO RICORDA ALCUNI PRINCIPI DI BASE:

  1. 1.Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).
  1. 2.Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
  1. 3.Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
  1. 4.Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
  1. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e, generalmente, il prezzo finale. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi (Art. 17 bis D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo introdotto dal D.Lgs. n. 26/2023 di recepimento della Direttiva UE «Omnibus»).

Torino, la truffa dell’uomo che finge di essere investito dalle auto

Caro direttore,  vorrei fare una segnalazione che penso possa essere utile a tutti gli automobilisti della città di Torino.

Il primo di Gennaio, intorno alle ore 17:15, sono stato vittima di un tentativo di truffa da parte di un soggetto probabilmente già noto alle forze dell’ordine.
Percorrevo a bordo della mia auto la Via Enrico Cialdini, quando ad un tratto, un signore ben vestito sulla sessantina, nascosto dietro alla sua macchina in divieto di sosta sulle strisce pedonali (all’altezza del civico 17), si è gettato a piedi sulla mia fiancata destra.
Sul momento, ho sentito solo un forte tonfo di carrozzeria e ho rallentato, non capendo però che cosa fosse successo e avessi urtato. Neanche cinquanta metri dopo, però, vedo dal mio specchietto retrovisore un auto che mi fa i “flash” e mi accosto subito. Il signore in questione mi accusa di averlo investito e inizia a mostrarmi il pantalone strappato (precedentemente) e una ferita alla gamba molto sanguinante (sangue finto).
Il truffatore inizia a chiedermi di essere risarcito in contanti per il danno del pantalone, la richiesta ammonta inizialmente a €50 poi, in seguito a mia richiesta di segnalare al 112 quanto accaduto, scende a €30, dicendomi di potermi anche accompagnare al bancomat più vicino se non li avessi avuti sul momento. Rifiuto nuovamente e faccio presente che anche la mia vettura ha un lungo “graffio”. Ho scoperto poi dopo essere solo una sostanza collosa (è venuta via con un semplice lavaggio ad alta pressione e un panno), probabilmente applicata con la sua scarpa nell’urto, che ha reso ancora più credibile l’investimento. Il signore a quel punto inizia ad alzare i toni e mettermi molta fretta, bestemmiando e minacciandomi di denunciarmi.
Cercando di mantenere più lucidità possibile, nonostante lo spavento e l’aggressività del soggetto che mi trovo di fronte, riesco a estrarre rapidamente il mio smartphone e a scattare una fotografia alla targa.
Un ulteriore aspetto che mi ha dato conferma che si trattasse di un tentativo di truffa, è che il signore ha lasciato la sua auto sempre accesa durante la conversazione ed è rimasto a bordo del mezzo nelle richieste di estorsione, pronto per fuggire.
Quando un passante si è avvicinato per aiutarmi, data la mia evidente difficoltà nel gestire la situazione, il signore è fuggito sgommando, senza aver portato a termine il raggiro.
L’auto cui viaggiava il truffatore è una Fiat Multipla di colore blu scuro, riporta una lieve ammaccatura sul portellone.
Descrizione soggetto: sulla sessantina, capelli castani corti e molto stempiato, alto 180 cm circa, vestito elegante con una giacca color verde militare con al di sotto un abito scuro, camicia bianca e pantaloni neri (strappati lato gamba sinistra altezza ginocchio).
Posso assicurare, avendo vissuto personalmente quanto accaduto, che tale messa in scena del truffatore inizialmente è risultata piuttosto credibile, nonostante io non mi reputi proprio uno sprovveduto a riguardo di raggiri simil “truffa dello specchietto”, sono certo che soggetti meno informati ci sarebbero potuti cascare, consegnando in tempi brevi la somma richiesta.
Ho allertato sul momento il 112 e poco dopo mi sono recato presso la Stazione dei Carabinieri di Pozzo Strada per segnalare quanto accaduto, e su loro consiglio, di valutare se sporgere denuncia entro i 90 giorni dall’accaduto previsti dalla Legge.
Facendo una visura targa, ho scoperto che il soggetto che ha tentato di truffarmi è già noto alle Forze dell’Ordine da oltre 10 anni ed è un “mago” di questo specifico tipo di truffa del “falso investimento”, è già stato sotto processo, ma ora è nuovamente a piede libero.
Magari raccontando quanto accaduto, si riuscirà ad informare quante più persone possibili e far sì che meno vittime gli consegnino quanto da lui richiesto per la finta riparazione del pantalone.
Suppongo che per motivi di privacy non si possa citare il nome, ma è grave che questa persona sia ancora a piede libero e continui a truffare. Sto cercando di diffondere, nella speranza che non ricapiti ad altre vittime malcapitate come me.

Emanuele Durando

“L’ispettore generale“ di Nikolaj Gogol’ con Rocco Papaleo protagonista

 

Debutta martedì 9 gennaio 2024, alle 19.30, al teatro Carignano, la pièce teatrale ‘L’ispettore generale’ di Nikolaj Gogol’ per l’adattamento e la regia di Leo Muscato, protagonista in scena Rocco Papaleo insieme a Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutri, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano di Cola, Marco Vergani.

Rocco Papaleo è protagonista de ‘L’ispettore generale’ di Gogol’, uno dei più grandi capolavori della letteratura russa, scritto quasi duecento anni fa, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare, grazie anche alla resa registica di Leo Muscato. Nella Russia del 1836 per controllare la vita e l’operato dei suoi sudditi, lo zar Nicola I istituisce un nuovo organo di Stato chiamato Terza Sezione ,suhe altro non è che una sorta di inquisizione che persegue e ostacola tutti i liberi pensatori, tra cui Dostoevskij, Puskin e lo stesso Gogol’. In breve tempo questo sistema scatena un processo di burocratizzazione della macchina amministrativa e esponenzialmente aumenta il livello di corruzione tra i funzionari statali.

‘L’ispettore generale’ è una commedia satirica estremamente divertente che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e si ritiene intoccabile. È, forse, l’opera più analizzata, criticata, incompresa, osteggiata della letteratura russa di tutti i tempi, tanto che Gogol si sentì in obbligo di scrivere diversi testi che fugassero i fraintendimenti sorti al suo debutto.

Commedia satirica impastata di fraintendimenti e di giochi di ruolo, fra le più divertenti taglienti che mai siano state scritte, Revisor ( questo il titolo originale) è un affresco di una società allo sbando, di cui Gogol’ si prende gioco, in particolare di chi detiene il potere. Corrotti, approfittatori, affaristi, sfruttatori, gli abitanti della Russia zarista sono presi al laccio dai loro stessi inganni. Si tratta di una commedia in cui nessuno si salva, dove emergono, quali elementi strutturali, la mascalzonaggine, l’imbroglio, l’assenza di buona fede da parte del protagonista e degli altri personaggi.

Scritta nel 1836, ‘L’ispettore generale’ è una tipica espressione del teatro gogoliano e del suo tentativo di denunciare, attraverso riso e comicità, quella burocrazia corrotta della Russia zarista, dove a dominare l’esistenza sono l’ingiustizia e il sopruso. Sembra suggerire Gogol ‘che non è l’uomo a essere malvagio, ma la società a renderlo tale. Oggi la commedia di Gogol’ rivive grazie alla regia di Leo Muscato, regista di opera e di prosa, drammaturgo e pedagogo, capace di muoversi agilmente tra i classici e i testi contemporanei, senza mai perdere di vista le contraddizioni della realtà e del tempo presente.

Non era la prima volta che sulle scene russe venissero rappresentati gli abusi quotidiani dei burocrati statali. Ma tutti i testi precedenti erano sempre stati basati sulla contrapposizione tra il bene e il male, con personaggi positivi e personaggi negativi. Ne ‘L’ispettore generale’, invece, per la prima volta i personaggi sembravano essere tutti negativi e per gli spettatori dell’epoca questo era inconcepibile. Persino il finale risultava ambiguo, sia perché sulla scena non venivano rappresentati il trionfo della giustizia e la punizione dei corrotti, sia perché non era esplicitato se il vero ispettore generale annunciato nell’ultima scena avrebbe fatto giustizia o si sarebbe comportato come il falso revisore.

Il testo di Gogol’ è molto più metaforico che naturalistico e denuncia, attraverso il riso e la comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista. ‘L’ispettore generale’ apre le porte ad un mondo dove dominano ingiustizia e sopruso. Non è l’uomo a essere malvagio, ma la società a renderlo corrotto, corruttore, sfruttatore e imbroglione.

 

Teatro Carignano

Dal 9 al 21 gennaio 2024

Di Nikolaj Gogol’

Adattamento e regia di Leo Muscato

Con Rocco Papaleo

Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Nazionale

 

Mara Martellotta

Foto Tommaso LePera

Addio a Cottino, il professore partigiano

E’ terminato il cammino terreno a quasi 99 anni di Gastone Cottino. Partigiano prima e comunista poi, nelle fila del Pci e successivamente di Rifondazione Comunista che lo ha ricordato con una nota del segretario provinciale di Torino, Fausto Cristofari. Ma Cottino non fu soltanto questo perché per moltissimi anni era anche titolare della cattedra di diritto commerciale ala Facoltà di Giurisprudenza Università di Torino, nonché membro dell’Accademia dei Lincei. E qui si incrocia la mia vita universitaria con il suo esame. Il professor Cottino era conosciuto come un docente esigente, severo, uno di quelli che facevano ‘imbuto’ nel corso di studi. C’erano ‘leggende’ metropolitane che parlavano di allievi che erano invecchiati non riuscendo a passare il suo esame. Così, studente non modello, lo mandai avanti nel tempo, preferendo prima quelli pubblici, poi i penali, infine ultimo tra gli ultimi nel ramo civile. E per onestà devo ricordare due cose: il suo libro di diritto commerciale, suddiviso in due tomi, era di una chiarezza notevole (il che non voleva e non vuole dire che il diritto commerciale è una materia semplice, anzi) che andava al nocciolo del problema. Mi rimase particolarmente impressa l’immagine dell’imprenditore che è tale, seduto ad una scrivania e ‘armato’ di un telefono spostava capitali da un continente all’altro, descrizione che alla fine degli anni Settanta/inizio anni Ottanta era davvero all’avanguardia e che, diventato a mia volta docente di diritto, ho usato ed uso nelle lezioni. La seconda fu l’esame. Lo diedi due volte, la prima con una preparazione non al meglio (avevo da poco terminato il servizio militare di leva) non riuscì a superare l’ultimo quarto di miglio prima della tesi. Risposi tutto sommato dignitosamente ma non in modo sufficiente e il professore mi ridiede il libretto dicendomi si tornare al prossimo appello, ma con garbo e senza enfasi alcuna. Così feci e quella volta passai l’esame e finalmente potevo dedicarmi alla mia tesi di diritto penale militare. Da allora non l’ho più rivisto ma mi sono sempre rimasti impressi, a tanti anni di distanza le due volte dell’esame. Sino alla notizia di oggi. Sicuramente una perdita per il mondo accademico subalpino.

Massimo Iaretti

 

Con il vento torna il rischio incendi. Coldiretti: “vigilanza e manutenzione dei boschi affidata alle aziende agricole”

Oltre 80 episodi nel 2023

Torna il foehn su tutta la provincia di Torino, il forte vento di caduta che spazza soprattutto le valli alpine con una forza purtroppo bene conosciuta dagli agricoltori. E con il vento torna, puntuale, il rischio incendi. Gli incendi nel 2023 hanno coinciso quasi tutti con i giorni di vento: come nel 2022 sono stati oltre 80 in provincia di Torino i roghi che hanno superato i 10 ettari di bosco andato in cenere: danni che si sarebbero potuti limitare se si fosse approntata una maggiore vigilanza vista la facile previsionalità dei fenomeni ventosi.

Come ha dimostrato l’ultimo devastante episodio prima di Natale, i giorni (e notti) di vento, l’aria secca e la monodirezione delle raffiche che soffiano su boschi con vegetazione invernale secca senza copertura di neve, rappresentano una tentazione fortissima per i piromani.

«L’unico modo – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – per ridurre le probabilità che si sviluppino incendi nei giorni di vento in inverni senza neve come questo, è rafforzare i controlli preventivi pattugliando i versanti utilizzando le più moderne tecnologie per la vigilanza e l’individuazione immediata dei focolai. In condizioni di forte vento, con l’erba morta secca, magari in un bosco di resinose, affidarsi alle prime segnalazioni casuali dei cittadini è spesso troppo tardi. Una volta che si è creato un largo fronte servono giorni per spegnere l’incendio. Ogni inverno senza neve assistiamo alla perdita di enormi superfici boschive con incalcolabili danni ambientali e soprattutto la perdita di biomassa legnosa che è alla base della nostra economia forestale».

Con il clima che cambia i nostri boschi sono sempre più a rischio. La mancanza di neve al suolo e le alte temperature che asciugano l’umidità del bosco sono un fattore di rischio. Inoltre, aumentano le giornate di forte vento. Secondo il report di Arpa, gli episodi di foehn nel 2023 sono risultati 92, “decisamente superiori ai 66 della media annuale del periodo 2000-2020 e rappresentano anche il numero annuale massimo dal 2000”.

Le zone più colpite dagli incendi, secondo il report regionale del 2022 rielaborato da Coldiretti Torino, risultano essere le fasce pedemontane dal Pinerolese all’Eporediese, con particolare concentrazione tra la val Sangone, valle di Susa, val Ceronda, zona di Lanzo e Corio e pedemontana canavesana.

«Di fronte alla siccità invernale, all’aumento delle giornate di vento e all’importanza economica e ambientale dei nostri sistemi boschivi serve incrementare i sistemi di prevenzione e vigilanza attiva; serve potenziare le dotazioni e il personale volontario delle squadre Anti incendi boschivi (AIB) presenti in tutti i Comuni; serve realizzare piccoli invasi irrigui che abbiano anche una funzione antincendio. Ma, soprattutto, chiediamo che torni una vera politica forestale regionale con la gestione di pulizia dei boschi, di vivai forestali capillari nel territorio e di rimboschimento affidati alle aziende agricole forestale che possiedono i mezzi, il personale e l’esperienza per svolgere un lavoro a beneficio di tutta la comunità. Chiediamo che le politiche forestali siano al centro dei programmi elettorali delle forze politiche in vista delle prossime elezioni regionali».

“La Bella e la Bestia” in abiti storici nella Palazzina di Caccia di Stupinigi

Sabato 6 gennaio, ore 15.30 e 17

Nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, nel giorno dell’Epifania, sabato 6 gennaio, si entra nel magico mondo Disney e in uno dei momenti più iconici della storia del cinema: il ballo de “La Bella e la Bestia” nella messa in scena in abiti storici curata da Nobiltà Sabauda.

I personaggi più celebri della fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, che ha ispirato il film, rivivono nel Salone d’Onore della Palazzina che ha ospitato nella sua storia le grandi feste da ballo e i ricevimenti di nozze di casa Savoia.  

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Sabato 6 gennaio 2023, due repliche alle ore 15.30 e 17

L’ingresso allo spettacolo è compreso nel prezzo del biglietto

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Senza la prenotazione non si garantisce la possibilità di assistere allo spettacolo seduti

Info e prenotazioni: 011 6200634 stupinigi@info.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Sala slot illegale e personale in nero nel bar: sospetta evasione per tre milioni di euro

Nel retro del bar una sala slot illegale. L’intera attività commerciale operava illegalmente: scontrini ingannevoli e dipendenti in nero.  Il gestore del bar, non dichiarando alcun compenso, beneficiava della “pensione di cittadinanza”. Scoperta un’evasione per oltre 3 milioni di euro.

La Guardia di Finanza di Torino nel corso di un intervento ha individuato una sala slot abusiva all’interno di un bar del quartiere torinese di Parella.

Nell’esercizio erano presenti ambienti cui si accedeva da una porta sulla quale era apposta l’etichetta “Privato”, all’interno dei quali sono stati tra l’altro rinvenuti apparecchi elettronici del tipo slot machinenon collegati alla rete gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sui quali i previsti codici identificativi risultavano alterati. Tali apparecchi contenevano somme per complessivi 4 mila euro, verosimilmente frutto delle giocate del giorno.

Attesa la totale assenza di documentazione relativa agli apparecchi da gioco, i Finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano hanno ricostruito in modo presuntivo la base imponibile relativa al Prelievo Erariale Unico evaso, quantificandola in oltre 3 milioni di euro.

Anche l’attività commerciale operava “in nero”, in quanto i clienti del bar ricevevano scontrini emessi da un registratore di cassa privo della funzione di comunicazione telematica all’Erario degli incassi giornalieri. La barista – risultata anche lei “in nero”, in quanto non assunta regolarmente – aveva tuttavia conservato gli scontrini riepilogativi di chiusura del registratore e annotato in una contabilità “parallela”, molto diligentemente, tutti gli incassi, quantificati in complessivi 125 mila euro, corrispondenti agli introiti dell’esercizio non dichiarati al Fisco.

Non avendo dichiarato alcun compenso, il gestore del bar aveva anche potuto accedere al beneficio della c.d. “pensione di cittadinanza” di 630 euro mensili.

Oltre alle previste sanzioni amministrative irrogate dai militari per la detenzione di apparecchi da gioco illegali, il mancato assoggettamento alle imposte dei corrispettivi e l’impiego di personale senza assolvimento degli obblighi contributivi, il titolare dell’esercizio è stato segnalato alla locale Autorità Giudiziaria per indebita percezione – in ipotesi d’accusa e fatta salva la presunzione di innocenza sino a compiuto accertamento della responsabilità – della “pensione di cittadinanza”, in relazione alla quale è stato già interessato l’INPS per il recupero di quanto indebitamente percepito.

Misure antismog: prosegue il livello 0 (bianco)

Fino al 5 gennaio in vigore le sole misure strutturali

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a venerdì 5 gennaio 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaam

Rifondazione piange la scomparsa di Gastone Cottino

“Apprendiamo con sgomento della scomparsa, all’età di 98 anni, del compagno Gastone Cottino. Partigiano, con il nome di battaglia Lucio, poi professore ordinario di Giurisprudenza all’Universita’ di Torino e membro dell’Accademia dei Lincei. Grande figura di uomo e di intellettuale la cui scomparsa ci rende tutti e tutte più soli e più sole. Lo ricordiamo nella sua grande umanità, sempre al fianco di chi lotta per una società più giusta. Alla famiglia e a tutti e tutte coloro che hanno avuto modo di conoscerlo le condoglianze più sincere della Federazione di Torino di Rifondazione Comunista, a cui era iscritto. Ciao, compagno Gastone, la terra ti sia lieve: continuerai sempre a lottare con noi, il tuo grande esempio ci accompagnerà ogni giorno”.
Fausto Cristofari Segretario Prc Torino 

Rivoli, il 6 la Festa della Befana

Pomeriggio di divertimento in piazza San Rocco. A causa del previsto maltempo la festa della Befana è spostata al 6 gennaio

Ultimi giorni anche per visitare il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli

Mentre la città festeggia fino a domenica 7 gennaio la ventesima edizione de Il Villaggio di Babbo Natale, Rivoli si prepara ad accogliere una grande festa in onore della Befana. Inizialmente in programma per venerdì 5 gennaio, visto il previsto maltempo, si svolgerà sabato 6 gennaio.

Sabato 6 gennaio, quindi, in piazza San Rocco, dalle 16,30, sono in programma animazione e merenda alla Casa della Befana con la presenza di alcune befane in moto. Poco dopo, alle 17, è prevista la tradizionale accensione del falò.

           Sono anche gli ultimi giorni per divertirsi al Villaggio di Babbo Natale di Rivoli in piazza Martiri e piazza Portici, con la casa di Babbo Natale, la pista di pattinaggio, le casette per la merenda e tanto altro, aperto fino a domenica 7 gennaio. Nei giorni feriali apertura 15-19, sabato e domenica anche 10-13.

           La festa della Befana, a cura dell’associazione commercianti e artigiani San Rocco, è infatti inserita nel calendario de Il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli organizzato da TurismOvest, con il contributo della Città di Rivoli e la collaborazione di numerose realtà del territorio.