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Le aree cani a Torino. Interventi necessari e possibili chiusure (come quella del Giardino Lamarmora)

A Torino i cani sono sempre più numerosi, se ne contano circa 85.000. Questi meravigliosi animali da compagnia sono amici, membri della famiglia, vere e proprie terapie per diverse patologie, contribuiscono molto alla socialità tra le persone e contribuiscono a rendere migliori le nostre vite; meriterebbero per questo spazi adeguati a farli correre liberi ed entrare in contatto tra loro tuttavia la disponibilità e soprattutto la qualità degli spazi a loro dedicati resta limitata, soprattutto nella prima Circoscrizione. Le aree cani recintate rappresentano uno strumento fondamentale per la sicurezza, il decoro urbano e il benessere animale, consentendo agli amici a quattro zampe di muoversi sotto la sorveglianza, fondamentale, dei proprietari.

Come si sa, infatti, l’area cani è l’unico luogo pubblico dove questi ultimi possono essere lasciati senza guinzaglio, anche se a volte questa regola non viene applicata. Nonostante gli sforzi del Comune, le aree disponibili spesso risultano insufficienti o troppo vicine alle abitazioni, causando problemi di rumore e di gestione. In alcune zone ci sono già state delle chiusure e in molte altre c’è un sostanzioso bisogno di manutenzione urgente: recinzioni, illuminazione, pavimentazioni e servizi complementari come fontanelle e panchine, infatti, sono spesso carenti.

Particolarmente delicata è la situazione dell’area verde di fronte al Tribunale di Torino, conosciuta come Giardino Caserma Lamarmora. Questo spazio pubblico, oggi utilizzato anche come area sgambamento, rischia di essere ridotto o trasformato per far posto ad un nuovo complesso commerciale con supermercato Esselunga, parcheggi interrati e strutture ricettive. Una scelta, questa, che potrebbe ridurre ulteriormente gli spazi verdi a disposizione dei cittadini, che si stanno battendo perché’ questo non avvenga, compromettendo la qualità della vita e il diritto ad avere spazi destinati al tempo libero degli animali.

Le aree cani, sebbene spesso trascurate, svolgono un ruolo sociale importante: favoriscono l’incontro tra residenti, l’attività fisica e il rispetto delle regole urbane. La loro tutela dovrebbe quindi diventare una priorità nelle scelte urbanistiche.

È necessario pianificare interventi partecipati, garantire vincoli per l’uso del suolo verde e prevedere alternative adeguate quando uno spazio viene destinato a nuove costruzioni. In mancanza di un equilibrio tra sviluppo urbano e spazi verdi, il rischio è che la città diventi meno vivibile, non solo per i cani, ma per le persone che oggi contano su questi luoghi. La sfida per Torino resta aperta: valorizzare le aree cani e gli spazi verdi senza sacrificarli alle esigenze commerciali, garantendo qualità della vita e benessere per tutti.

Un suggerimento ulteriore sarebbe poi quello di migliorare ancora di più le aree dividendole in base alla taglia degli animali consentendo così a chi ha un cane di piccola taglia di poter vivere ancora più serenamente il tempo passato all’interno degli spazi dedicati.

Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
(Immanuel Kant)

Per informazioni sulle aree cani cittadine: Areacani.it

Maria La Barbera

Eredità Agnelli, un altro giallo: la donazione a Edoardo

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Una bozza di atto di donazione relativa a quote della società Dicembre da Gianni Agnelli al figlio Edoardo, datata 14 novembre 2000, sarebbe stata ritrovata nel corso di perquisizioni effettuate in alcuni studi legali e notarili nell’ambito dell’indagine penale condotta dalla Procura di Torino sull’eredità Agnelli, avviata diversi anni fa.

Il documento, incompleto, non firmato e mai convertito in atto definitivo, reca la dicitura “bozza” e un timbro del 14 novembre 2000. Secondo quanto emerge, l’Avvocato avrebbe previsto la donazione al figlio Edoardo della nuda proprietà, riservandosi l’usufrutto generale vitalizio, di una quota del valore di 5 miliardi di lire della Dicembre, la holding di famiglia.

Il giorno successivo alla redazione del documento, il 15 novembre 2000, Edoardo Agnelli perse la vita. La bozza, insieme ad altri documenti, è oggi al centro della causa civile promossa da Margherita Agnelli contro i tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann.

Rapina e inseguimento da film: sei poliziotti feriti

Inseguimento da film: una rapina violenta in strada, un posto di blocco dei carabinieri seguito da una fuga folle e un inseguimento  delle forze dell’ordine per  14 chilometri. Alcune  auto della polizia sono state speronate, fino all’arresto dei responsabili e il ferimento di sei agenti. L’episodio è avvenuto tra la serata di martedì 14 e la notte di mercoledì 15 ottobre 2025, nelle zone di Torino, Collegno e Grugliasco, per poi finire nuovamente a Torino. In manette due giovani di origine marocchina di 19 e 17 anni, accusati di rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

Il Polo del ‘900  diventa “Istituto della Cultura” 

Un importante passo in avanti per il futuro del Polo del ‘900 è stata l’approvazione, avvenuta il 14 ottobre scorso, con voto all’unanimità da parte del Consiglio Regionale del Piemonte, della revisione dello Statuto dell’Ente, presentata dall’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Marina Chiarelli. Questo passo fa seguito al lavoro congiunto con gli altri enti fondatori, il Comune di Torino e la Fondazione Compagnia di Sanpaolo, sancendo il riconoscimento ufficiale come “Istituto della Cultura”, prorogandone la durata fino al 2075. Due novità sostanziali che rafforzano il ruolo strategico del Polo all’interno del sistema culturale piemontese nazionale. Grazie a questa modifica, il Polo potrà accreditarsi presso il Ministero della Cultura, accedendo direttamente ai bandi di finanziamento e riconoscendo la propria funzione istituzionale come presidio culturale permanente. Inoltre, la possibilità di avere un patrimonio proprio conferisce all’Ente un’autonomia gestionale e operativa, fondamentale per affrontare con continuità e visione le sfide culturali dei prossimi decenni.
“Con la revisione dello Statuto diamo seguito all’evoluzione naturale del Polo del ‘900, che negli anni ha acquisito un ruolo sempre più importante sul nostro territorio – ha dichiarato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Marina Chiarelli – il lavoro sinergico delle realtà che operano all’interno del Polo, unito a un patrimonio storico, fisico e digitale di straordinario valore, ha reso questo spazio un laboratorio permanente di cultura, memoria, cittadinanza attiva e innovazione sociale. Il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura, e l’estensione della durata dell’Ente, rappresentano un investimento sul lungo periodo, un volano per progetti di ampio respiro che sapranno coinvolgere sempre di più le giovani generazioni”.

Situato nel cuore di Torino, in piazzetta Antonicelli, il Polo del ‘900 è molto più di uno spazio fisico: è un ecosistema culturale che unisce 26 enti partner tra istituti storici, archivi, fondazioni e associazioni che lavorano per valorizzare la cultura del Novecento e stimolare il dialogo sul presente e sul futuro. In pochi anni, il Polo si è affermato come uno dei luoghi principali della memoria attiva, punto di riferimento per cittadini, studiosi, studenti e nuove generazioni grazie a un’offerta culturale ricca e multidisciplinare.
Tra le altre novità all’interno dello Statuto, l’esclusione della figura del direttore degli organi della Fondazione, in quanto si tratta di una figura gestionale nominata con procedura a evidenza pubblica dal CDA, che ne delimita i poteri; la durata del CDA, che passa dai tre anni attuali a quattro esercizi, fino all’approvazione del bilancio consuntivo relativo al quarto esercizio; la designazione del presidente, che avverrà a turno da parte della Regione Piemonte e della Città di Torino, d’intesa con la Fondazione Compagnia di Sanpaolo; la riduzione da cinque a tre componenti del Collegio dei Garanti; l’incremento del mandato del direttore da tre a cinque anni.
Negli anni il Polo del ‘900 ha saputo valorizzare la memoria storica con una offerta culturale innovativa, accessibile e aperta alla contemporaneità, fatta da mostre, incontri, laboratori, attività Educative per le scuole, progetti digitali e iniziative sul territorio. Uno spazio dinamico e inclusivo, capace di affrontare le grandi questioni del nostro tempo. Con la nuova configurazione giuridica, e il sostegno delle istituzioni, il Polo del ‘900 si appresta ad affrontare una nuova fase del proprio percorso, rafforzando la sua missione di luogo della memoria e, al tempo stesso, laboratorio del futuro al servizio delle nuove generazioni.

Mara Martellotta

Una tela sparita di Delleani torna alla Gam dopo 40 anni

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Paesaggio con figure e temporale sullo sfondo (1899) di Lorenzo Delleani  torna alla Gam di Torino. Qui era stata rubata insieme ad altre tele negli anni Ottanta.

Dopo oltre quarant’anni a restituirla sono stati i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Monza, incrociando i dati del database che contiene 1,2 milioni di opere d’arte rubate con quelli di gallerie d’arte e case d’asta. Il quadro  era in vendita  in una casa d’asta del Bresciano con una base che partiva da mille euro. L’opera era stata venduta da una ignara signora che l’aveva avuta  in eredità dal padre che aveva avuto in dono il dipinto come compenso per avere installato un impianto antifurto in una galleria d’arte di Torino. “Qui non ci sono indagati ma c’è il ritorno a casa di un’opera d’arte – ha spiegato all’Ansa il maggiore Michele Minetti, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza -. La nostra attività quotidiana è quella di controllare case d’asta e gallerie per verificare quello che hanno in vendita e confrontarlo con il nostro database che è il più ampio che abbiamo al mondo”. Alla riconsegna del quadro era presente anche il sindaco, Stefano Lo Russo, che ha ringraziato i carabinieri per il lavoro fatto e ha evidenziato come la Gam sia “un polo culturale che deve continuare ad avere una grande ambizione e ha bisogno di un piano di rilancio.”

Sulle tracce di fra’ Gerardo, il fondatore dei Cavalieri di Gerusalemme

Erano monaci vestiti di nero con una croce ottagona cucina sul petto che dalle alture della Costiera Amalfitana decisero un tal giorno, mille anni fa, di partire per la Terra Santa e di aiutare poveri, malati e pellegrini. Erano guidati da fra’ Gerardo Sasso, monaco benedettino che fondò a Gerusalemme l’Ordine Ospitaliero dei Cavalieri di San Giovanni che diventerà in seguito l’Ordine di Malta. La Prima Crociata (1096-1099) è ancora lontana, la Città Santa è in mano ai musulmani ma fra’ Gerardo riesce ugualmente ad ottenere dal califfo d’Egitto il permesso di costruire una chiesa con un monastero e un piccolo ospedale, nei pressi del Santo Sepolcro, dedicato a San Giovanni Battista, per assistere pellegrini e malati. Da lì sorse il primo Ordine monastico-cavalleresco della storia i cui monaci-cavalieri facevano voto di castità, povertà e obbedienza. Da Scala, sulle alture di Amalfi, dove nacque, comincia la grande avventura di Gerardo Sasso che, insieme ai suoi amici mercanti amalfitani, nella seconda metà dell’XI secolo, si imbarcò su una galea diretto a Gerusalemme.
Un viaggio di settimane, sfidando tempeste e assalti di pirati. A distanza di mille anni il ricordo di fra’ Gerardo Sasso, che nel 1984 fu proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II, è ancora vivo nelle contrade di Scala dove viene ricordato ogni anno, il 3 settembre, giorno della sua morte, con solenni celebrazioni. Ma era davvero amalfitano? Si è discusso molto sull’origine di questo Gerardo, priore dell’ospedale e primo “Gran Maestro” dell’Ordine Giovannita, antesignani dei Cavalieri di Malta. Francese, provenzale o amalfitano? O perfino astigiano? Oggi la maggior parte degli storici propende per la paternità amalfitana. La croce a otto punte, che rappresenta le otto Beatitudini, simbolo dell’Ordine, era già presente sulle monete della Repubblica amalfitana ben prima della nascita dell’Ordine stesso. Fonti e documenti storici fanno comunque ritenere che Gerardo sia nato proprio sui colli della mitica Costiera Amalfitana come d’altronde sostiene lo stesso Ordine di Malta nel suo sito ufficiale. Per “scoprire” la verità siamo andati sulla Costiera sulle tracce del beato Gerardo (1040-1120). Sbarcati ad Amalfi siamo saliti a Scala, a 450 metri sul livello del mare, perché in questo piccolo paese di 1500 abitanti è nato davvero fra’ Gerardo, creatore del più potente, nobile e glorioso Ordine monastico-guerriero della storia. Tutti a Scala conoscono la sua storia. Circondato da boschi, terrazzamenti di uliveti e vigneti, Scala è un’oasi di tranquillità accarezzata dalla brezza marina della Costiera, lontana dal turismo di massa della vicina splendida Amalfi. Ripide stradine scorrono lungo case posizionate proprio a forma di scala, si vedono antiche torri di avvistamento e resti di bagni arabi della nobiltà scalese in alcune contrade del borgo in cui sono vissute blasonate famiglie come i Sasso alla quale appartenne fra’ Gerardo che nel XI secolo partì da Scala per la Terra Santa dove fondò l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, detti anche “Giovanniti”, che verrà riconosciuto ufficialmente da Papa Pasquale II nel 1113. Un uomo pio, fra’ Gerardo, di grande carità, dedito all’assistenza e alla cura di malati e bisognosi, protagonista nella Terra Santa dell’epoca.
Fino alla sua morte fu il responsabile dell’ospedale che, dopo la conquista cristiana della città nel 1099, ripartì con più forza ed energia. È rimasto poco di lui a Scala, solo una via con il suo nome, via fra’ Gerardo Sasso, che porta alle rovine della sua casa e alla chiesetta di San Pietro dove è immortalato in un quadro con il mantello nero dei Cavalieri e la croce di Malta mentre assiste un malato. La fondazione del Regno di Gerusalemme alla fine della Prima Crociata costrinse l’Ordine ad assumere nuovi compiti, in particolare quello di difendere con le armi il Regno latino, proteggere i pellegrini, le strade di collegamento e le strutture mediche. Il frate diventa cavaliere e d’ora in poi combatterà con i crociati. Come detto, Scala con tutta probabilità ha dato i natali a Gerardo anche se in Provenza e nell’astigiano la pensano diversamente. A Tonco d’Asti per esempio giurano di averlo visto in paese, almeno come figurante, durante la tradizionale festa del Pitu. Alcuni storici locali contestano l’origine amalfitana di Gerardo e sostengono che il fondatore dell’Ordine nacque in questo borgo come Gerardo, signore di Tonco Monferrato. L’Ordine di Malta, bisogna ricordarlo, non è mai scomparso, ancora oggi è vivo e attivo, anche se con mansioni diverse. É presente con le ambulanze dell’Ordine con la croce di Malta e la scritta “Giovanniti” nei teatri di guerra, dall’Ucraina al Medio Oriente, e anche nelle strade delle nostre città al servizio dei cittadini. Oggi conta su 13.000 membri, 100.000 volontari e 52.000 tra medici, infermieri e paramedici in più di 120 Stati. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina l’Ordine ha fornito aiuti umanitari a oltre quattro milioni di ucraini.                                                                          Filippo Re
Nelle foto:
Panorama di Scala (Amalfi)
Quadro con fra’ Gerardo
Chiesa di San Pietro a Scala

Lavori per 1,2 milioni di euro su impianti termici di scuole e impianti sportivi

 

Un pacchetto di interventi straordinari del valore di quasi 1 milione e 200mila euro per la manutenzione degli impianti termici e di trattamento aria in numerosi edifici pubblici è stato approvato  dalla Giunta Comunale, su proposta dell’assessora alle Politiche per l’Ambiente e alla Transizione Ecologica, Chiara Foglietta.

Il piano, che verrà realizzato da Iren Smart Solutions, coinvolge scuole, impianti sportivi e altre sedi comunali e rappresenta un’azione concreta per garantire l’efficienza energetica, la continuità dei servizi e la sicurezza degli ambienti destinati a studenti, operatori e cittadine e cittadini.

Tra gli interventi approvati figurano il rifacimento delle reti di distribuzione degli impianti di riscaldamento nei complessi scolastici di via Romita, via Collino e via Paoli, la sostituzione degli aerotermi nella palestra della scuola di via Cecchi, l’ammodernamento della centrale termica del campo sportivo di via Monteverdi e l’integrazione dell’impianto di riscaldamento nella piscina di via Ragazzoni. A questi si aggiungono interventi su altre sedi comunali.

Le opere saranno finanziate con entrate straordinarie da alienazioni immobiliari.

TORINO CLICK

Gli appuntamenti di Proxima

Gli eventi di domani per la prima giornata di Proxima

Giovedì 16 ottobre
Ore 18.00
Inizio festa
Saluti del segretario provinciale di Sinistra Italiana Roberto Bacchin e del co-portavoce di Sinistra Ecologista Emanuele Busconi, con Erica Bevilacqua, co-portavoce Europa Verde Torino.


Giovedì 16 ottobre
Ore 18.30
La flotta continua. Insieme per il cambiamento
Walter Massa
Presidente nazionale ARCI
Serena Sorrentino
Presidente della commissione per il Programma fondamentale CGIL
Elisabetta Piccolotti
Deputata AVS
Benedetta Scuderi
Eurodeputata AVS – The Greens
Modera
Alessandra Quarta
Presidente Sinistra Ecologista

Giovedì 16 ottobre
Ore 20.45
EFFETTO GUERRA. Il costo sociale del riarmo
Francesca Coin
Sociologa
Michele De Palma
Segretario generale nazionale FIOM CGIL
Marco Grimaldi
Vicecapogruppo AVS alla Camera
Introduce e modera Alice Ravinale
Capogruppo AVS Consiglio Regionale Piemonte

Giovedì 16 ottobre
ore 22
PIETRO SPARACINO LIVE
Un viaggio comico e corrosivo dentro vent’anni di vita e di Paese, tra ricordi personali, derive collettive, amnesie di massa e piccole rivoluzioni private.
Con Pietro Sparacino,
Stand up comedian, autore e formatore

Torino capitale dell’innovazione con AI & VR Festival Multiverse World, al Museo del Cinema

La Città di Torino si prepara a brillare come capitale dell’innovazione con la IV edizione dell’AI & VR Festival Multiverse World, promosso da ANGI, Associazione Nazionale Giovani Innovatori. L’evento è ospitato nella suggestiva cornice del Museo Nazionale del Cinema e ha preso il via la sera del 13 ottobre, con una cerimonia di apertura alla Mole Antonelliana, simbolo di innovazione e di avanguardia tecnologica.

La cerimonia ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti istituzionali e del panorama dell’innovazione, tra Marco Porcedda, Assessore alla Legalità e Sicurezza del Comune di Torino, Maurizio Marrone, assessore alle Politiche Sociali e dell’integrazione socio sanitaria, Emigrazione, cooperazione decentrata e internazionale, usura e beni confiscati  Politiche della Casa, delle famiglie e dei bambini della Regione Piemonte: Patrizia Paliotto, segretario generale della Fondazione CRT, Barbara Graffino, membro del Consiglio generale della Fondazione Compagnia di San Paolo,  Elena Maria Baralis, prorettore del Politecnico di Torino, Alessandro Giglio Vigna, Presidente della Commissione Affari Europei della Camera dei Deputati, Michele Vietti, presidente ANFIR (Associazione Nazionale Finanziarie Regionali).
L’evento, realizzato con il supporto di partner istituzionali come il Parlamento Europeo e Rai Cinema, e il sostegno della Compagnia di San Paolo,  CRT e ANFIR, si configura come un’occasione unica per esplorare le frontiere  dell’intelligenza artificiale e realtà virtuale, settori chiave per il futuro del nostro Paese.

“L’ AI & VR Festival rappresenta un momento di confronto cruciale- dichiara il Presidente ANGI Gabriele Ferrieri- tra istituzioni, imprese e mondo accademico per promuovere un’innovazione responsabile e sostenibile. Vogliamo ispirare talenti, statue e imprese a cogliere le opportunità offerte da AI e VR, contribuendo alla competitività  dell’Italia”.

Il14 ottobre, secondo giorno del festival, aperto al pubblico fino a esaurimento posti e segui ile in streaming sui canali dell’agenzia DIRE, sarà  dedicato a panel, workshop e sessioni interattive che esploreranno le applicazioni pratiche di AI e VR in settori come industria 4.0, cybersecurity, educazione e intrattenimento.
Tra i protagonisti della giornata un parterre d’eccezione con Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio, Finanze e Programmazione Economica, Sviluppo delle attività produttive e internazionalizzazione della Regione Piemonte, Riccardo di Stefano, delegato nazionale Confindustria Open Innovation, già Presidente nazionale del Gruppo Giovani, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Giancarlo Rocchietti, Presidente del Club degli Investitori, Antonio Maria Tambato, Direttore della Direzione Innovazione e transizione digitale, Agenzia per l’Italia Digitale, tra gli altri.

L’AI & VR Festival Multiverse World si conferma un evento imperdibile per professionisti, studenti,  imprenditori e appassionati,  offrendo opportunità di networking e collaborazione con i protagonisti del mondo digitale, un viaggio nel “Multiverse World” per scoprire come AI e VR stiano plasmando il futuro.

Mara Martellotta

“I Nomi e le Voci”, al teatro Erba il “Monstrum” della poesia di Roberto Mussapi

Nella serata di martedì 14 ottobre, presso il teatro Erba di Torino, è andato in scena “I Nomi e le Voci” di Roberto Mussapi, un grande e ispirato esempio di teatro-poesia prodotto da Torino Spettacoli. Sul palco, insieme all’iconica Miriam Mesturino, che con il suo personaggio Didone condivide fascino passione, i talentuosi e pieni di grazia Roberta Belforte e Matteo Anselmi, l’incantevole voce del soprano Danae Rikos sulle note al pianoforte di Andrea Bevilacqua e alcuni ragazzi e ragazze dei G.E.T. Germana Erba’s Talents (Matilde Dalla Verde, Gaia Del Papa, Elisa Frangelli, Miriam Iezzi Mammarella, Fiamma Laiolo, Angelo Marchianó, Simone Marietta e Matilde Tacconi) che, della poesia, tanto hanno rappresentato la sua infinita gestualità di volo e gioventù, sapientemente curata dal regista Girolamo Angione e dalla coreografa Laura Fonte.

Il protagonista assoluto di questo spettacolo, cifra stilistica riscontrabile in tutta l’opera di Roberto Mussapi, è quel “Monstrum”, inteso come prodigio, segno divino, di cui si nutre la poesia quando diventa catalizzatrice di eventi, sentimenti, passioni e personaggi che vivono grazie a questo ispirato e mostruoso centro d’energia universale. In letteratura, nei classici, dalla figura di Achille in avanti, ricorre spesso questa potente voragine associata al personaggio, che a sua volta metamorfizza in voce, gesto o strumento d’espressione della poesia stessa: viene naturale pensare al capolavoro di Melville, “Moby Dick”, il cui protagonista, Achab,  può essere cantato nelle sue gesta soltanto da Ismael, portatore della voce poetica, ma molto somiglianti in queste caratteristiche possiamo trovare Dracula di Bram Stoker, la cui sofferenza per il perduto amore lo condurrà alla grazia del perdono nell’incontro con Mina Murray, o ancora Don Giovanni. In Mussapi, chiaramente, questo “Monstrum” è la stessa poesia: un’ispirazione che si impossessa del poeta per far sì che ogni cosa intorno possa avere un nome, una voce.

Questo spettacolo sembra ripercorrere il concetto classico dell’universalità, nel tempo e nello spazio, legato alla poesia. Le immagini da essa evocate, che nella sola lettura possono essere sentite e percepite, sono diventate palpabili, “cinematografiche” (come a fine spettacolo le ha definite Mussapi stesso, presente in sala, riferendosi al Tuffatore di Paestum interpretato da Matteo Anselmi), un coro che ha unito il significato del suono a quello della parola, nell’armonia finale di voci diverse che la poesia ha saputo fondere in quella che il poeta portoghese Fernando Pessoa definì “una sola moltitudine”.

“Attingendo dalla silloge ‘I Nomi e le Voci’ – ha raccontato il regista Girolamo Angione – si sono scelti alcuni altri monologhi in versi, prediligendo quelli ispirati a personaggi del mito o del mondo antico: accanto a Didone ed Enea, Arianna, Cassandra, la Ninfa Eco e il Tuffatore di Paestum. Ciascuno di loro, confinato come un’ombra nel regno dei morti evoca con toni a tratti dolenti e malinconici ma sempre profondamente umani, la propria esperienza terrena illuminata dalla forza vitale dell’amore. E di ciascun personaggio, ogni monologo esprime una profondità del sentire e una verità esistenziale che sorprende e avvince. Il verso a teatro è un lusso: per l’attore, anzitutto, che nel verso si astrae dal linguaggio prosastico e nella parola poetica trova la voce con cui dirla, l’emozione della musicalità, la misura del gesto, la vibrazione del corpo; e il disegno del personaggio, nel riverbero della poesia, s’arricchisce di nuove sfumature e rivela profondità insospettate e un respiro che dà nuova vita al suo nome stesso. Parola/Voce, Musica, Gesto: questi gli elementi di una messa in scena che si è voluta essenziale e figurata ad un tempo e in cui ciascuna componente mantiene e accresce, nella necessaria autonomia, il proprio valore assoluto; configurando però nel quadro composito d’insieme, un esito che ci proponiamo equilibrato ed armonico. La musica  (Ravel l’autore prescelto per il perfetto equilibrio formale tra emozione e intelletto) non prevarica mai la parola, ma ne amplifica, semmai, il senso più intimo, il portato affettivo e dei sentimenti. protagonista assoluto, personaggio invisibile, ombra tra le ombre nel suo viaggio di ricerca ed esplorazione, a più riprese invocato dalle ombre che anelano a lui, è il poeta; autentico demiurgo, con l’atto creativo della sua parola, il poeta riporta quelle ombre alla luce della memoria e, per tutti noi, ridà loro la vita e la voce sulla scena del teatro e della poesia. Per questo, per la straordinaria occasione che ci offre, a Roberto Mussapi vanno tutta la nostra riconoscenza e gratitudine”.

Gian Giacomo Della Porta