ilTorinese

Reano, visite Museo della Cappella della Pietà e Chiesa Parrocchiale

Domenica 28 settembre 

A Reano, nel pomeriggio di ogni ultima domenica del mese è possibile visitare gratuitamente il Museo della Cappella della Pietà, uno scrigno di tesori, dove sono custoditi i preziosi dipinti appartenenti al celebre Ciclo pittorico di Pietrafitta. Si tratta di sette quadri che rappresentano una delle più significative testimonianze dell’arte tardo-rinascimentale toscana, nonché uno dei più importanti patrimoni artistici del Piemonte. I bozzetti di questi dipinti sono custoditi al British Museum di Londra. Le tele, presentate al Louvre e pubblicate a Londra nel 1997, sono state restaurate dagli artisti Giovine e De Vero.
Domenica 28 settembre, a partire dalle ore 15, il pubblico, dopo aver ammirato queste meraviglie, commissionate nel 1584 dal ricco banchiere fiorentino Alessandro degli Acciaiuoli per la sua tenuta di Pietrafitta a San Gimignano (SI) ed eseguite da alcuni fra i migliori pittori toscani presenti a Firenze alla fine del Cinquecento, avrà la possibilità di visitare la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire, fatta edificare a sue spese nel 1852 in stile gotico-normano dal Principe Carlo Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, padre della Regina Maria Vittoria di Spagna.
Una vera immersione nella cultura, adatta a grandi e piccini. Con gli occhi colmi di stupore dopo aver visitato la magnifica cappella e i suoi tesori, i visitatori potranno infatti scoprire le bellezze della Chiesa Parrocchiale, fino ad oggi aperta solo durante le funzioni religiose. Tra gli straordinari dipinti che ornano il luogo di culto, il pubblico rimarrà colpito dalla “Vergine del Rosario” realizzata nel Seicento dal pittore saviglianese di scuola caravaggesca Giovanni Antonio Molineri, autore di molte illustri opere custodite nella Galleria Sabauda e nelle chiese del torinese e cuneese. A piedi della Vergine sono raffigurati Amedeo Dal Pozzo, primo Conte di Reano e la seconda moglie Maria Valperga di Masino. Questo dipinto è stato restaurato dagli esperti del Centro Conservazione e Restauro della Reggia di Venaria Reale.
Sarà inoltre possibile conoscere i contenuti della tesi di laurea in architettura realizzata dalle architette Laura Audagnotti e Alessandra Bertelle.
Visite guidate gratuite a partire dalle ore 15 in collaborazione con l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv.
E’ gradita la prenotazione chiamando il Comune di Reano al seguente numero: 0119310244 int. 1 o 6.

Andrea Carnino

Manifestanti pro Pal bloccano i binari di porta Susa

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Oggi pomeriggio  a Torino un corteo di manifestanti pro Palestina ha raggiunto la stazione ferroviaria di  Porta Susa. Sui binari ha bloccato un convoglio e ha scritto sui muri della stazione ‘Morte al sionismo’ e altre frasi contro Israele. Tra le prime reazioni politiche quella della Lega:

“Inaccettabile” dichiarano i deputati torinesi Elena Maccanti, anche consigliere in Sala Rossa, e Alessandro Benvenuto.

“Quanto sta accadendo questa sera a Torino, dove un gruppo di manifestanti ha occupato i binari della stazione di Porta Susa, bloccando la circolazione ferroviaria e causando pesanti disagi a pendolari, lavoratori e studenti, è inaccettabile.
I manifestanti hanno, addirittura, sfondato una vetrata. Non esiste alcuna giustificazione politica o ideologica che legittimi l’interruzione di un servizio pubblico essenziale e gli atti violenti. Bloccare le infrastrutture del Paese è un atto illegale, che pregiudica il ritorno a casa di lavoratori, studenti e pendolari.
Con il decreto sicurezza, siamo già intervenuti per prevenire e sanzionare simili comportamenti e non permetteremo che si ripetano.
Come ha ricordato oggi il Ministro Matteo Salvini, non può essere accettata l’idea che, nel nome del diritto a manifestare, si sfoci nella violenza, nel disordine e nell’attacco alle forze dell’ordine. Non lo permetteremo”.

TO LISTEN TO Festival dell’ascolto sperimentale

Phill Niblock – We played it loud!

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

 

Concerto: giovedì 25 settembre ore 18:30

Installazione: 26 settembre – 4 ottobre 2025

 

 

La GAM di Torino è lieta di ospitare We played it loud! di Phill Niblock, un progetto sonoro e audiovisivo che si inserisce nel programma del festival dell’ascolto sperimentale To Listen To, giunto alla sua quarta edizione.

Il museo continua il suo percorso di apertura alla sperimentazione e alla pluridisciplinarietà, proponendosi come un laboratorio vivo capace di accogliere linguaggi diversi e molteplicità di visioni. In questo spirito, l’evento dedicato a Phill Niblock rappresenta ancora una volta un’occasione per tessere una trama tra l’anima storica della GAM e la sua vocazione contemporanea, sperimentale e trasversale.

Promosso dalla SMET – Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, To Listen To si è affermato come punto di riferimento per la ricerca musicale e sonora, proponendo performance, installazioni, nuove composizioni, workshop e momenti di riflessione. Il festival mette al centro un’idea di ascolto attivo, curioso, non passivo, che attraversa le barriere di genere e generazione per aprirsi a esperienze inedite, con l’ambizione di formare un pubblico sensibile al nuovo, capace di accogliere l’inaspettato e di sviluppare strumenti critici attraverso il suono.

Il concerto – giovedì 25 settembre 2025, ore 18:30

In programma tre opere di Phill Niblock per strumento amplificato e fixed media, in cui la densità del suono e la tensione percettiva si combinano con la proiezione in multischermo dei film della serie The Movement of People Working:

FeedCorn Ear (2013), per violoncello amplificato – Agnese Polli Agnese Polli – violoncello

Twelve Tones (1977), per contrabbasso amplificato – Pietro Barbera – contrabbasso

First Out (2015), per chitarra elettrica – Guglielmo Diana – chitarra elettrica

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

L’installazione – dal 26 settembre al 4 ottobre, ore 10–18

Dal 26 settembre al 4 ottobre la GAM ospita l’installazione audiovisiva dedicata a Phill Niblock, con la proiezione multischermo dei film della serie The Movement of People Working e la diffusione in loop di un ampio corpus di composizioni elettroacustiche dell’artista: A Third Trombone, FeedCorn Ear, First Out, Four Full Flutes, Held Tones, Mix-A Trom & 12 Tones, Octavio Perc2, Organ (Nagro), A Rooks Pun, Bag, DreGliss, Euph, Praised Fan, Ronet, Stosspeng, Sweet Potato-Cured, Twelve Tones, Unipolar Dance, V&LSG.

Phill Niblock

 

Per oltre quarant’anni ha proiettato nella propria opera una visione intermediale del lavoro, associando musica minimalista, arte concettuale, cinema strutturale, arte sistematica o ancora politica, nella direzione di un cambiamento della percezione e dell’esperienza del tempo.

L’installazione audiovisiva che viene qui presentata è stata realizzata a partire dai materiali di The Movement Of People Working, una lunga serie di film realizzati da Phill Niblock tra il 1973 e il 1985 nelle aree rurali di paesi di tutto il mondo (Cina, Brasile, Lesotho, Giappone, Hong Kong, Messico, Ungheria, Romania, Perù).

Attraverso inquadrature semplici e sofisticate, con un montaggio secco e una gestione impeccabile dei colori, i film, con incredibile attualità, preannunciano le contraddizioni e i paradossi della globalizzazione.

La ripetitività dei gesti del lavoro manuale si associa con naturalezza all’apparente staticità dei suoni provenienti dalle composizioni elettroacustiche di Niblock, continuamente cangianti negli spettri sonori.

La musica che li accompagna esplora la struttura del suono ottenuto con microvariazioni organizzate in accordi molto densi ed eseguiti per lunghe durate. La combinazione di tessiture sovrapposte prodotte da strumenti tradizionali e di movimenti armonici graduali genera una musica estremamente originale e ipnotica. Suono e immagine si fondono in un flusso continuo che elude ogni riferimento temporale dall’interno di una pulsazione trascendente.

Le maioliche di Franzo Grande Stevens donate ai Musei Reali

Martedì 23 settembre 2025 Mario Turetta, Direttore Delegato dei Musei Reali di Torino, ha firmato l’atto di donazione di 146 maioliche della manifattura abruzzese di Castelli da parte dei figli Riccardo, Cristina e Sofia, eredi dell’Avv. Franzo Grande Stevens che danno così seguito alla sua volontà. “Nonostante nostro padre sia sempre rimasto legato alla città che gli ha dato i natali, la “sua” Napoli, ci ha sempre ricordato che non avrebbe mai potuto ottenere i suoi successi lavorativi, se non in una città come Torino. Lasciando la sua collezione, ha voluto così ringraziarla”.

 

“Siamo lieti di accogliere questa importante collezione raccolta con grande cura e passione da una delle personalità di primo piano nel panorama culturale torinese e che offre un sicuro arricchimento delle collezioni d’arte decorativa dei Musei Reali” dichiara Mario Turetta.

 

La collezione Grande Stevens è composta da oggetti che insieme documentano in modo esaustivo l’attività delle più importanti manifatture presenti nella città di Castelli d’Abruzzo (provincia di Teramo) tra l’inizio del Seicento e l’inizio dell’Ottocento, mostrando in maniera completa e attraverso esemplari di alta qualità stilistica la genesi, lo sviluppo e le caratteristiche di questa produzione. I manufatti sono attribuibili ai maggiori maestri castellani, appartenenti a dinastie specializzate nella lavorazione ceramica, tra cui si distinguono le famiglie Grue e Gentili, e illustrano l’evoluzione stilistica della maiolica, dal sobrio impiego del fondo bianco e dalla semplicità decorativa delle origini, fino ai molti esemplari istoriati di gusto barocco e rococò, impreziositi da allegorie, paesaggi, scene di genere e di caccia, composizioni pastorali e soggetti tratti dalla mitologia, dalla storia antica, dalle Sacre Scritture e dalla vita quotidiana. Le iconografie sono spesso ispirate a stampe di grandi incisori italiani quali Antonio Tempesta e Stefano Della Bella.

 

Nel corso del Seicento e del Settecento la maiolica di Castelli conobbe un significativo apprezzamento internazionale grazie alla raffinatezza dei motivi ornamentali, all’uso di una tavolozza brillante e preziosa composta principalmente da cinque colori (il giallo, l’arancio, il blu, il verde ed il bruno di manganese) e all’innovazione nelle tecniche produttive. Tale eccellenza influenzò le manifatture di altri centri abruzzesi e attrasse le committenze di importanti famiglie della borghesia e della nobiltà europea, nonché della corte imperiale russa, tanto che oggi i manufatti di Castelli sono conservati in alcune delle più prestigiose istituzioni museali del mondo, quali l’Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum di New York e il British Museum di Londra.

La collezione trova un coerente inserimento nelle raccolte dei Musei Reali in quanto il Palazzo Reale di Torino conserva alcune significative maioliche di Carlo Antonio Grue (1655-1723), allestite nel piccolo e raffinato Gabinetto delle Scritture private del re, all’ingresso della Galleria del Daniel, nell’Appartamento di Rappresentanza: inserite all’interno di una boiserie intagliata e dorata in stile rocaille, le dodici scene di forma circolare spiccano per la vivace policromia che nel tempo ha portato alla denominazione dell’ambiente di “Gabinetto delle Maioliche”.

 

Dopo un accurato studio la collezione Grande Stevens troverà posto lungo il percorso di visita dei Musei Reali.

 

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

 

Informazioni: https://museireali.beniculturali.it/

 

Busconi (Se): “Da Iveco servono rassicurazioni”

 

In merito all’audizione dei vertici di Iveco avvenuta oggi a Palazzo Civico, il consigliere di Sinistra Ecologista Emanuele Busconi dichiara:

<<Oggi abbiamo manifestato ai dirigenti di Iveco la nostra preoccupazione per il futuro dell’azienda dopo la cessione a Tata Motors.
La partecipazione al tavolo da parte della Città è fondamentale per favorire e monitorare la piena continuità occupazionale dei lavoratori e delle lavoratrici.
Quelle fornite oggi da Iveco sulla continuità per i prossimi due anni, non sono rassicurazioni sufficienti, così come non è sufficiente dichiarare che non ci saranno ristrutturazioni “sostanziali”.
La partita non è lessicale, ma politica: Iveco deve garantire che non si perderanno posti di lavoro e la sua presenza sul territorio e deve farlo pensando a lungo termine: è necessario un piano industriale ampio, come chiediamo da mesi.
Per questo insistiamo nel pretendere che la Regione e il Governo intervengano a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici>>

Prima volta in Italia: Città della Salute automatizza analisi spettrometria di massa

La Città della Salute e della Scienza di Torino è il primo Centro di assistenza sanitaria pubblica in Italia ad utilizzare la nuova soluzione per le analisi effettuate con la spettrometria di massa, presso il laboratorio di analisi di Biochimica Clinica dell’ospedale Molinette (diretto dal professor Giulio Mengozzi). Questa nuova soluzione, sviluppata da Roche Diagnostics, semplifica e automatizza il flusso di lavoro, dalla preparazione dei campioni all’interpretazione dei risultati, migliorando l’efficienza del laboratorio. Ciò si traduce in un notevole miglioramento della produttività e dei tempi di risposta, con risultati dei test disponibili più rapidamente (disponibili in meno di 40 minuti). Inoltre, un flusso di lavoro completamente automatizzato e standardizzato, in grado di funzionare 24/7, consente al laboratorio di fornire test di importanza critica in aree come la terapia intensiva.

L’innovazione nella spettrometria di massa portata dalla nuova soluzione e la sua introduzione nella pratica clinica di routine può tradursi in un importante contributo alla migliore assistenza di determinate categorie di pazienti, poiché consente di ricevere un supporto decisionale e clinico accurato e rapido.

La spettrometria di massa è una tecnologia consolidata nella ricerca clinica e accademica e sta diventando sempre più il “gold standard” diagnostico per la gestione di specifiche categorie di pazienti. Viene usata in varie situazioni cliniche tra cui: monitoraggio delle terapie con antibiotici per supportarne l’uso efficace e responsabile, monitoraggio terapeutico dei farmaci, monitoraggio degli immunosoppressori per prevenire il rigetto post-trapianto e minimizzare gli eventi avversi, analisi delle sostanze di abuso, misurazione degli ormoni steroidei in endocrinologia e analisi di piccole molecole come vitamine, peptidi e marcatori proteici.

Nonostante la sua precisione e sensibilità, la diffusione della spettrometria di massa oggi è ancora limitata a unità altamente specializzate in quanto esistono ostacoli concreti alla sua adozione nei laboratori clinici di routine, tra cui l’elevata complessità operativa dei flussi di lavoro, della gestione e refertazione dei risultati, che richiede personale di laboratorio altamente specializzato per la corretta esecuzione; i tempi di preparazione ed elaborazione lunghi, non adatti alla gestione di campioni urgenti che può verificarsi nella normale attività di routine di un laboratorio clinico; la bassa standardizzazione dei risultati sia all’interno del singolo laboratorio sia tra laboratori diversi.

Rispondendo alle sfide che attualmente gli operatori sanitari si trovano ad affrontare, la nuova soluzione per la spettrometria di massa adottata dall’ospedale Molinette ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui questa tecnologia verrà utilizzata in futuro, portando benefici per i pazienti, per i professionisti di medicina di laboratorio e per il sistema sanitario in generale. Questo sistema automatizzato migliora la standardizzazione delle analisi in spettrometria di massa per il laboratorio di routine, garantendo al contempo elevata produttività, completa tracciabilità del processo analitico e tempi di refertazione tempestivi per una corretta gestione dei pazienti. L’automazione e la semplificazione dell’intero flusso di lavoro riducono il tempo dedicato alle fasi, spesso manuali, finora necessarie, consentendo al personale di laboratorio di concentrarsi su attività di validazione scientifica e ricerca.

Il processo automatizzato, standardizzato ed integrato nella spettrometria di massa introdotto con la nuova soluzione presso la Città della Salute e della Scienza di Torino potrà supportare significativamente il processo decisionale clinico, aumentandone la rapidità e la precisione. Ciò si può tradurre in un miglioramento dell’assistenza sanitaria anche in termini di efficienza collegata a tempi più brevi nell’identificazione del trattamento e nel suo monitoraggio, ed alla conseguente riduzione dei costi.

“Con oltre 8 milioni e mezzo di prestazioni effettuate nel 2024, il Laboratorio della Città della salute e della Scienza di Torino si colloca come eccellenza regionale e nazionale ed è punto di riferimento per molte indagini specialistiche. Questa innovativa soluzione della spettrometria di massa permetterà un ulteriore salto di qualità sia per il lavoro dei nostri professionisti sia per una migliore assistenza dei nostri pazienti” dichiara Livio Tranchida (Direttore generale CDSS).

La nuova soluzione per la spettrometria di massa viene presentata in anteprima durante l’evento “Il valore della medicina di laboratorio”, che si tiene oggi, mercoledì 24 settembre 2025, dalle ore 14 alle ore 16.30, presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88).

A Torino la cultura è una passeggiata, Nuovo appuntamento con “Portici di Carta”

 XVIII edizione per il Progetto firmato dalla Città di Torino e dal Salone Internazionale del Libro

Sabato 4 e domenica 5 ottobre /Anteprima venerdì 3 ottobre

Una lunga passerella, tutta da leggere. Due chilometri di libri con editori e librerie lungo i “Portici” del Centro Città. Ritorna sabato 4 e domenica 5 ottobre il tradizionale appuntamento, sotto la Mole, con “Portici di Carta” in versione maggiorenne, forte dei suoi 18 anni di età compiuti proprio quest’anno e che come sempre trasformerà il capoluogo piemontese in una delle librerie all’aperto più lunghe del mondo e in una straordinaria “festa della lettura”, lungo un itinerario che parte da piazza Vittorio Veneto, si snoda lungo il lato nord di via Po, arriva in piazza Castello e prosegue in via Pietro Micca. Un caleidoscopico calendario di appuntamenti, caratterizzato da incontri, dialoghi, celebrazioni editoriali, dediche autoriali, passeggiate, laboratori per bambine e bambini (per loro ci sono anche i “Mini Portici di Carta”), azioni artistiche e letture ad alta voce.

Anteprima speciale venerdì 3 ottobre al “Circolo dei lettori e delle lettrici”, in via Bogino 9, (ore 18,30) dove si terrà la cerimonia del 51° “Premio Mondello Autore Straniero”, assegnato nei giorni scorsi alla scrittrice messicana Valeria Luiselli che, per l’occasione, dialogherà con Donatella Di Pietrantonio (“Premio Strega 2024”), “giudice monocratico” dell’edizione 2025.

Il centro di Torino e i suoi portici nel fine settimana ospiteranno 65 librerie torinesi, (fra indipendenti, di catena, “remainders”, antiquarie e “bouquinistes”), 58 case editrici, attrezzate a soddisfare ben 16 aree tematiche e 66 espositori de “Il libro ritrovato” (libri antichi e fuori catalogo), pronti ad accogliere lettrici e lettori di ogni età, oltre che turisti e visitatori.

Il taglio del nastro avverrà sabato 4alle 11, alla presenza del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Come sempre, menti del Progetto sono, fra gli altri, la “Città di Torino” e il “Salone Internazionale del Libro”, insieme all’ ideatore dell’evento e coordinatore dei librai partecipanti, il libraio “storico” del “Ponte sulla Dora” Rocco Pinto. Sue anche le invenzioni di “Torino che legge”“Pralibro” e “Libri sotto la Loggia” a Noli ligure.

Tantissimi gli ospiti in programma, per il cui intervento, contemporaneamente al programma completo della due giorni, si invita a consultare il sito: www.salonelibro.it

Non mancherà anche quest’anno l’ospitata di una “Casa Editrice” particolarmente impegnata in un determinato settore: ospite di “Portici di Carta 2025” sarà la milanese  “BAO Publishing”, fondata nel 2009, che ha contribuito ad avvicinare al “fumetto” e alla “graphic novel” un ampio pubblico di lettrici e lettori. Al suo seguito, il fumettista aretino Zerocalcare (al secolo Michele Rech) – un milione di copie vendute dei suoi libri alla fine del 2019 – con “Maicol & Mirco” per la prima volta insieme sul palco. Contraddistinta inoltre, in ogni sua edizione, da una dedica speciale a una personalità significativa del mondo letterario, “Portici di Carta” omaggerà quest’anno lo scrittore e giornalista sardo Sergio Atzeni (1952-1995), a trent’anni dalla morte. Ne parleranno, domenica 5 ottobreMarcello FoisPaola Mazzarelli e Gigliola Sulis. Luoghi d’incontro di quest’anno saranno: “Teatro Regio”“Palazzo Madama”“Circolo dei lettori e delle lettrici”“Fondazione Accorsi-Ometto” “piazza Castello”. Dieci le proposte di “passeggiate” e “itinerari letterari” per la città, nella mattina di domenica 5 ottobre. Sei passeggiate letterarie, attesissime ogni anno da lettrici e lettori, curate da Alba Andreini, attraverseranno i principali quartieri del centro di Torino, per far scoprire la bellezza nascosta della città che ha ispirato tanti scrittori. A queste si aggiungono poi i due “itinerari artistici” proposti da “BAO Publishing”, il percorso dedicato alla spiritualità, organizzato dalla “Libreria Claudiana”, e un “itinerario editoriale”. In “Piazza Castello” faranno anche tappa i due “Bibliobus” (l’1 e il 2), le “biblioteche itineranti” della Città di Torino, che offriranno attività, servizi e proposte di lettura per tutte le età. Davvero bello il pensiero di Rocco Pinto“Se Johannes Gutemberg e Aldo Manuzio fossero ancora vivi, credo sarebbero felici di attraversare i due chilometri di ‘Portici di Carta’ per vedere come sono cambiati la stampa e i libri da quando loro erano protagonisti. Me li immagino a braccetto sotto i portici, alla ricerca di uno dei primi libri stampati o di qualche ‘Aldina’.  Li immagino lamentarsi per la mancanza di carattere dei nuovi libri: ‘Non ci sono più i font di una volta’ e ‘vuoi mettere una stampa a caratteri mobili e una digitale?’o ‘Quel Bodoni li non mi è mai stato simpatico’. Chissà cosa direbbero del fenomeno ‘romance’ e dei tanti libri strani incontrati? Sarebbe bello se potessero farci visita per il nostro diciottesimo compleanno, per dirci cosa hanno fatto in tutti questi secoli lontani da questo mondo. Magari potrebbero darci qualche consiglio per navigare meglio in questo ‘mare di… carta’”.

Gianni Milani

Programma completo e aggiornamenti su: www.salonelibro.it

Nelle foto: Immagine di repertorio; Logo “Portici di Carta”; Valeria Luiselli (Ph. Clayton Cubitt) e “Zerocalcare” (Ph. Rosdiana Ciaravolo)

Il Premio Cavour 2025 a Riccardo Muti

A Santena il 25 settembre il riconoscimento della Fondazione di Marco Boglione al celebre maestro.

Istituito nel 2007 dalla Fondazione Camillo Cavour e dall’Associazione Amici della Fondazione, il Premio Cavour è destinato a personalità che si sono distinte in ambiti quali politica, arte, cultura e divulgazione, contribuendo all’unità e al rafforzamento dello Stato italiano. Il premio e’ rappresentato da una riproduzione in oro degli occhiali indossati da Cavour, simbolo della sua visione e lungimiranza

Quest’anno il celebre premio andra’ al Maestro Riccardo Muti con una cerimonia che si terra’ giovedì 25 settembre, dalle ore 16, presso la Fondazione Camillo Cavour di Santena e sarà consegnato da Marco Boglione, Presidente della Fondazione, e dal direttore Marco Fasano, assieme al presidente dell’associazione “Amici della Fondazione Cavour” Gino Anchisi.

Riccardo Muti è una delle figure più eminenti nel panorama musicale mondiale. La sua carriera lo ha visto alla guida di prestigiose orchestre, tra cui la Chicago Symphony Orchestra e la Wiener Philharmoniker. Oltre alla sua attività direttoriale, Muti è noto per il suo impegno nella promozione della cultura musicale italiana e per la formazione delle nuove generazioni di musicisti, come testimonia la creazione dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini nel 2004

Muti incarna magistralmente la tradizione musicale e artistica italiana. Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti e Gioachino Rossini, peraltro contemporanei di Camillo Cavour, sono soltanto una parte del suo bagaglio culturale. A lui va il merito di aver avvicinato l’opera dei grandi compositori, da Beethoven a Mozart, da Strauss a Schubert a un pubblico sempre più vasto e internazionale.

Questo prestigioso riconoscimento sottolinea l’importanza della musica e della cultura come strumenti fondamentali per l’unità e l’identità nazionale, valori che Camillo Cavour ha incarnato nel corso della sua vita e che continuano a essere celebrati attraverso iniziative come il Premio Cavour.

Giunto alla XIX edizione, il Premio Cavour è stato attribuito all’ex Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi (2007), all’oncologo e politico Umberto Veronesi (2008), al giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela (2009), a Giorgio Napolitano ad personam (2010), all’étoile Carla Fracci (2010), al sindaco di Pollica Angelo Vassallo, vittima della camorra (2011, in memoriam), al fondatore di Slow Food Carlo Petrini (2012), agli imprenditori Bruno Ceretto (2013) e Brunello Cucinelli (2014), alla Marina Militare Italiana (2015), all’economista, ex Presidente della BCE e Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi (2016), all’astronauta Samantha Cristoforetti (2017), al navigatore Giovanni Soldini (2018), al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (2019), al giornalista e dirigente televisivo Giovanni Minoli (2020), all’ex Presidente del Consiglio dei ministri ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi (2021), all’onorevole Renato

Brunetta (2022), ad Antonio Patuelli (2023), presidente ABI – Associazione bancaria italiana, e a Emma Marcegaglia (2024), presidente e amministratore delegato di Marcegaglia Holding.

Cavour era convinto dell’importanza della modernità, della cultura e delle relazioni internazionali per lo sviluppo dell’Italia. Ogni edizione del premio rinnova l’impegno a portare avanti questi valori in chiave contemporanea:

La libertà e la cultura sono le vere forze che fanno grande una nazione”

Maria La Barbera

Al Cineteatro Baretti  il Torino Underground Cinefest

 

Ideato da Mauro Russo Rouge e Alessandro Amato, che prenderà il via giovedì 25 settembre

Da giovedì 25 settembre, fino al 4 ottobre, il Cineteatro Baretti ospita la 12ª edizione del Torino Underground Cinefest, ideato dal regista Mauro Russo Rouge, che oggi ne segue la direzione generale, è diretto dal critico cinematografico Alessandro Amato. Il Torino Underground Cinefest si conferma come un “porto franco”, per un cinema che non si accontenta, che scava, che cerca gli spigoli del reale. L’inizio della nuova edizione avviene oggi con uno speciale preapertura al Ramo d’Oro, in galleria Umberto I, per poi spostarsi per dieci giorni al Cineteatro Baretti. Questa edizione raccoglie oltre 2 mila film inviati e ne seleziona 119. Si tratta spesso di storie di dipendenze, di identità in cerca, vite sospese ai margini delle convenzioni.

L’appuntamento al Ramo d’Oro, il 24 settembre, vede un omaggio a Paul Morrisey, con “Trash – i rifiuti di New York”, a un anno dalla sua scomparsa, e riporta il pubblico alle origini della Factory e all’irriverenza di un cinema che seppe raccontare il degrado senza filtri. Giovedì 25 settembre, alle ore 20.45, al Teatro Baretti, è stato scelto il film “The Misadventures of Vince & Hick”, un’odissea che mescola l’immaginario da fumetto alla live action per dar vita alla leggenda dei nuovi banditi metropolitani. In anteprima mondiale giovedi 25, sempre al Baretti, alle ore 19, è in programma “Sospesi” di Luca Quaia e Francesco Sgrò, documentario sul circo contemporaneo, i suoi protagonisti, le sue pratiche e la sua poetica.

A chiusura del festival, venerdì 3 ottobre alle 19.30, presso il Cineteatro Baretti, si proietterà “Il pianto degli eroi” di Bruno Vigoni e Francesca Lolli. L’Iliade e le Troiane diventano strumenti vivi, parole che i detenuti del carcere di Bollate vestono, respirano, incarnano. Gli uomini, alcuni non attori, assumono nomi Ettore, Patroclo e Achille, le donne diventano Ecuba, Cassandra, Elena e Andromaca. La recitazione si trasforma in confessione e la tragedia greca in racconto delle mura, delle celle e della dignità che non finisce di arrendersi. Il film ha in sé una portata rivoluzionaria sileziosa: recitare e conoscere se stessi, liberarsi dalla vergogna, dlla colpa e dal senso di colpa. Riconoscere che tutti gli esseri umani condividono il medesimo confine fragile rappresentato dalla mortalità.

Sabato 4 ottobre prossimo, l’ultima notte del festival porterà sullo schermo l’anteprima mondiale di “Lenskeeper-le Porte dell’Abisso” di Luca Canale Brucculeri, un titolo che scende in territori oscuri fondendo tra loro visioni e inquietudini.

Un focus particolare è dedicato al regista Daniele Gaglianone, con la retrospettiva “Scintille nel buio”. Verranno proposti quattro suoi film dal titolo “Pietro”, “La mia classe”, “Nemmeno il destino” e “Ruggine”. Lui stesso terrà una masterclass domenica 28 settembre alle ore 17, con ingresso gratuito, al Cineteatro Baretti.

Mara Martellotta