ilTorinese

Torino e i suoi teatri. Il fascino dell’Opera lirica

/

Torino e i suoi teatri


1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dellOpera lirica
10 Il Teatro Regio.

 

9 Il fascino dellOpera lirica

 

Cari lettori, eccoci quasi arrivati al termine di questo ciclo di articoli dedicati ai maggiori teatri di Torino.
Manca tuttavia uno dei fiori allocchiello della nostra città, il più che famoso Teatro Regio, importante centro nevralgico per lintrattenimento culturale torinese, un cuore che pulsa al suono dellorchestra e dei cantanti lirici che lì si esibiscono.
Così come vi ho proposto una breve Storia del Teatro prima di affrontare nello specifico le vicende del Gobetti, del Carignano, del Colosseo, dellAlfieri e dellormai abbandonata Bombonieradi Macario, ora mi accingo a presentarvi un sunto – ridotto ma esaustivo al meglio delle mie capacità –  della storia dellopera lirica, che precede il prossimo ed ultimo pezzo dedicato al Regio.
Le informazioni che vorrei fornirvi sono tante, è quindi il caso di smettere di cincischiaree avviare il nostro percorso.
Con il termine operasi indica un peculiare genere teatrale e musicale, in cui lazione scenica si abbina alla musica e al canto.


Il vocabolo, di uso internazionale, come ci dimostra ad esempio la titolazione delliconico album dei Queen A Night at the Opera(1975), è la forma abbreviata di opera lirica; vi sono diverse parole o locuzioni che possono essere adoperate come sinonimi, tra le quali melodramma, opera in musicao teatro musicale, espressioni largamente utilizzate nel linguaggio comune o mediatico.
Mi preme altresì sottolineare che, a partire dal 2013, l’Associazione Cantori Professionisti d’Italia ha depositato presso il MIBACT il dossier per la Candidatura UNESCO per l’opera italiana, con l’intento di iscrivere l’opera all’interno del Patrimonio dell’Umanità protetto da UNESCO.
Possiamo inorgoglirci un po, dato che la vera patria dellopera è proprio la nostra bella Italia. Tale forma artistica si sviluppa nella penisola a forma di stivale in tempi assai lontani; solo a partire dal Seicento il gusto per il melodramma si espande nel resto dellEuropa, consolidandosi con caratteristiche proprie nei vari Stati.
Nel corso del tempo si sono formati diversi generi di opera lirica, tutti in continua contaminazione reciproca e sempre sottoposti a modifiche, per accontentare i gusti scostanti del pubblico e lego smisurato degli artisti. Fanno parte di tali tipologie: l’“opera seria, una rappresentazione incentrata sui drammi e sulle passioni delluomo; l’ “opera buffa, che nasce a Napoli verso la metà del XVIII secolo, ma presto si diffonde anche a Roma e nel nord della penisola; diversi compositori famosi, come Mozart, Rossini o Donizetti, contribuiscono al diffondersi di questa modalità operistica. Vi è poi il melodramma giocoso, un intreccio sentimentale che si conclude con un lieto fine, lespressione è utilizzata per la prima volta da Cosimo Villafranchi (1646-1699) nella prefazione del suo Lipocondriacoe diventa in seguito di largo uso grazie a Carlo Goldoni, che inizia a impiegarla regolarmente a partire dal 1748. Vi è poi la farsa, che piace soprattutto a Venezia e a Napoli, e si presenta come unopera di carattere buffo con un solo atto, a volte rappresentata insieme a dei balletti.
Tipiche della Francia sono invece l’ “Opéra-comiquee la Grand opéra. La prima è un genere operistico che deriva dal vaudevilledei Theatres di St Germain e St Laurent; la seconda domina la scena dagli anni Venti agli Ottanta dellOttocento, sostituendosi alla tragédie lyrique; grandi esempi inscrivibili in questa categoria sonoLa muette de Porticidi Auber (1828) e Guillaume Telldi Rossini (1929).

Nellarea tedesco-austriaca troviamo il Singspiel, letteralmente recita cantata, diffusosi tra il XVIII e il XIX secolo e costituito dallalternanza di parti cantate e recitate; la peculiarità del Singspiel” è luso della lingua tedesca al posto di quella italiana durante i recitativi. Ancora nel valchirico nord si diffonde anche il Musikdrama, termine tedesco che definisce lunità di prosa e musica; a coniare lespressione è Theodor Mundt, nel 1833, in seguito sarà poi il compositore Richard Wagner (1813-1883) ad utilizzare questa stessa terminologia per identificare le proprie opere, come L’olandese volante, Tristano e Isotta,  o il Parsifal.
Risulta difficoltoso indicare quale sia lorigine esatta del genere operistico.
Alcuni studiosi riconducono le radici della lirica alla tradizione del teatro medievale e fanno riferimento ad autori quali Guido dArezzo o alla religiosa  Ildegarda di Bingen, autrice del dramma Ordo Virtutum(1151). Non di meno va ricordato che nel Cinquecento luso delle canzoni è presente nella Commedia dellarte, nel ballet de courtfrancese o nella masqueinglese, mentre per quel che riguarda  limportanza dellimpiego degli spazi musicali è opportuno menzionare i drammi pastorali.


Tuttavia è di comune avviso far risalire la nascita dellopera a cavallo tra i secoli XVI e XVII, quando la Camerata deBardi, un gruppo di intellettuali fiorentini, dediti in principal modo allo studio della civiltà classica, vuole realizzare spettacoli similari alle antiche tragedie greche.
I componenti del gruppo in realtà non dispongono di sufficiente materiale storiografico per comprendere come effettivamente venissero inscenate le tragedie nellantica Grecia, né conoscono appieno la musica ellenistica. Ad oggi, lunico esempio di dramma greco pervenutoci è un brevissimo frammento incompleto appartenente ad un coro dell’ “Orestedi Euripide (408 a.C.).
Se con la datazione rimaniamo possibilisti, è pur certo che le rappresentazioni risalenti al periodo rinascimentale avvengono nei palazzi privati, edifici spesso dotati al loro interno di piccoli teatri, utilizzati esclusivamente dalle famiglie reali e dalla nobiltà. Inizialmente dunque assistere ad uno spettacolo lirico è un privilegio del tutto aristocratico.
La questione muta durante lepoca barocca, momento di grande espansione per la lirica, quando vengono inaugurati a Venezia due teatri pubblici, il Teatro San Cassiano (1637) e il Teatro Santi Giovanni e Paolo (1639). Il grande pubblico può ora partecipare a tali tipologie di intrattenimento e gli autori devono dallaltra parte adeguarsi alle esigenze della nuova platea; gli scrittori scelgono di mettere in scena trame vicine alla quotidianità, compongono melodie  più orecchiabili e arie che permettono ai cantanti di dimostrare il proprio talento canoro.
Da questo momento in poi lopera riscuote sempre più successo, si diffonde in Europa, a partire dalla Francia e dalla Germania fino alla Russia, con modalità e caratteristiche specifiche che si rifanno alle tradizioni locali.
In epoca seicentesca i soggetti prediletti sono i poemi omerici, gli scritti virgiliani e le vicende cavalleresche, con una predilezione per Ariosto e Tasso; gli spettacoli sono impreziositi da spunti comici e fantasiosi e caratterizzati musicalmente da un basso continuoaccompagnato da strumenti a fiato e ad arco.
In Italia, a segnare leffettivo stacco dal gusto rinascimentale è Claudio Monteverdi (1567-1643), che propone opere definite da espressioni alte e colte, varietà di musiche e intrecci inaspettati. Con il compositore cremonese le arie, che si fanno accattivanti esibizioni canore, rubano sempre più spazio al recitativo; con Monteverdi infatti laspetto letterario perde dimportanza, mentre diviene centrale lelemento del canto.
In Francia, più o meno nello stesso periodo, è Jean Baptiste Lully(1632-1687)) a dominare la scena. Dopo uninfanzia difficile, Lully emerge dai problemi dovuti alla povertà e grazie al proprio talento e alla buona sorte, riesce a farsi apprezzare dal re in persona. È proprio Luigi XIV che lo vuole prima direttore dellorchestra reale poi sovrintendente della musica di corte e infine direttore del primo  teatro dopera fondato a Parigi. Lully, consapevole del fatto che il pubblico francese non ama la lirica italiana poiché non riesce a comprenderne i dialoghi, si adopera per comporre opere basate su libretti francesi, dando così vita ad un nuovo genere: la tragédie-lyrique. Tali spettacoli presentano uno struttura a cinque atti preceduti da un prologo, inframmezzati da balletti e caratterizzati da canti più vicini alla prosa che al bel cantodellopera italiana. Le rappresentazioni hanno come soggetti prediletti il mito o le gesta di personaggi storici del passato.
In generale possiamo dire che per la prima metà del Seicento è l’ “opera seriaa farla da padrone: gli argomenti sono storici o mitologici, le vicende sono ambientate in epoche indefinite e il vero protagonista dellesibizione è il cantante. Succede spesso che gli artisti, durante lesecuzione dello spettacolo, si cimentino nei propri cavalli di battaglia, proponendo al pubblico spezzonidi altre opere, estranee alla narrazione. Sono le arie da baule, così definite perché gli attori se le portavano dietro in ogni teatro, come una sorta di valigia, da cui di volta in volta estraevano occasioni per mandare in visibilio il pubblico. Tipiche di questo periodo sono anche le cosiddette arie da sorbetto: le arie sono esibizioni canore in cui il cantante dimostra le sue qualità tecniche, ma durante le quali sulla scena non accade nulla, succedeva dunque che i nobili, che avevano già udito numerose volte quei passi, ne approfittassero per farsi servire dai lacchè sontuose coppe di gelato.
A inizio Settecento, in Italia, incontriamo un altro grande nome che ha segnato la storia dellopera lirica: Pietro Metastasio (1698-1782), nominato poeta di corte a Vienna e autore di più di centocinquanta libretti, da cui i compositori suoi contemporanei hanno redatto quasi settecento versioni operistiche.


A metà Settecento inizia a delinearsi il genere buffo, con vicende che si ispirano alla quotidianità, e  melodie specifiche per i diversi personaggi, la trama è zeppa di equivoci da cui si delineano situazioni divertenti, quasi sempre a lieto fine. Farà in seguito parte di questo genere il Barbiere di Sivigliadi Gioachino Rossini (1792-1868).
Non si può proseguire oltre senza chiamare in causa Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), ragazzo prodigio nato a Salisburgo, autore di opere immortali tra cui Le Nozze di Figaro, Così fan tuttee Don Giovanni. Mi preme ricordare che lartista austriaco era così appassionato alla musicalità della lingua italiana da comporre alcune delle sue opere più celebri proprio nel nostro idioma. Sempre a lui si deve la stesura della coinvolgente fiaba musicale Die Zauberflöte, ossia Il Flauto magico.
Il melodramma raggiunge il massimo splendore nellOttocento, con autori come Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi.
Così come si sono dette due parole su Mozart, credo sia doveroso ricordare qualche breve nozione su questi colossi della lirica mondiale.
Rossini (1792-1868), originario di Pesaro, caratterizza le sue opere con una frizzante vena comica, come si evince dal sovra-citato Figaro qua, Figaro là”, da Il Turco in Italiao dalla fiaba Cenerentola.
Il catanese Bellini (1801-1835) si cimenta invece in opere tragiche, ed è con lui che trionfa quello che viene definito il bel canto; i suoi lavori più noti sono sicuramente La Normae La Sonnambula.
Donizetti (1797-1848) è un instancabile musicista bergamasco, nonché – pare un affascinante conquistatore. Tra i suoi capolavori:Don Pasquale, Lelisir damoree La Fille du Régiment.
Verdi (1813-1901) nato a Roncole di Busseto irrompe nella scena con un folle spirito rivoluzionario e patriottico, a lui si deve il celebre brindisi de La Traviata, e il meraviglioso coro Vapensiero sullali doratede Il Nabuccoo ancora i famosi spettacoli Aidae Rigoletto.
La Francia dellOttocento invece è positivamente segnata dal diffondersi della Grand opéra. Parigi si dimostra una capitale vivacissima sotto il profilo creativo e culturale, tant’è che molti artisti si stabiliscono lì a vivere.
Caratteristica prima della Grand opéra” è lessere grandiosa: tutto è spropositato e sfarzoso, lo spettacolo ha il preciso intento di suscitare stupore e meraviglia in chi guarda il palco. Le scenografie sono imponenti e complesse, le coreografie presentano scene di massa, a cui partecipano anche il coro e numerosi ballerini, lorchestra stessa è costituita da numerosi musicisti, così che il suono risulti per il pubblico ancora più coinvolgente.
Il modello francese ottocentesco ha un impatto decisivo sulla produzione operistica successiva, detta di transizione. Nelle opere che vanno sotto tale definizione decadono le antiche convenzioni che confluiscono nella Grande opera, rivisitazione italiana della Grand opérafrancese.
Musicisti di transizionesono Amilcare Ponchielli, Arrigo Boito e Alfredo Catalani, nonché il francese Georges Bizet (1838-1875), il quale con la sua Carmenapre nuove strade alla lirica europea del tempo.


In questa fase gli operisti italiani accantonano i soggetti storici e si dedicano alla creazione di drammaturgie di tipo realista o verista.
Nominando importanti autori ed elencando insostituibili opere, siamo arrivati agli inizi del Novecento. È Giacomo Puccini (1858-1924) a segnare questi anni, con le sue indimenticabili eroine tragiche, e con i suoi inestimabili componimenti, tra cui Turandot, Tosca, Bohèmeo ancora la delicata Madama Butterfly” – che è anche la mia opera preferita .
Cari lettori, eccoci dunque arrivati al termine di questo mio breve excursussullopera lirica, volutamente incentrato su alcuni autori ed epoche, prima di arrivare al nostro regale Teatro Regio.
Meritano ancora un cenno le zone dellEst, dove prende forma uno stile musicale che racconta la storia del paese, traendo i suoi elementi dalla tradizione popolare, come danze e melodie. Tra i più noti compositori russi va almeno  citato Rimskij-Korsakov (1844-1908), che, insieme a Glinka (1804-1857), fa parte del famoso Gruppo dei Cinque, grandi compositori classici i quali, a far data dal 1856, a San Pietroburgo danno vita a un filone musicale tipicamente russo.
Sarebbe però imperdonabile non riprendere almeno in chiusura Richard Wagner (1813-1883), il rivoluzionario artista tedesco originario di Lipsia, uno dei più importanti musicisti di ogni epoca. Il compositore introduce il Wort-Ton-Drama, (Parola-Suono-Dramma), un genere musicale in cui si fondono insieme tutte le forme darte, dalla pittura alla recitazione, dallarchitettura alla musica al canto. Il suo amore per la mitologia germanica medievale è evidente nelle trame delle sue opere, dominate da personaggi come valchirie, principesse nordiche, filtri magici e valorosi guerrieri.
I tempi cambiano, i gusti si modificano e anche le forme di spettacolo devono adeguarsi allincombere del tempo che fugge.
La storia dellopera si affievolisce a partire dal XX secolo, quando la produzione di nuovi melodrammi si riduce sensibilmente.
Il pubblico è volubile e subito si appassiona ad altre forme di intrattenimento, quali la cinematografia, la radiofonia e, in tempi più recenti, la televisione, ma è anche vero che alcune cose non temono confronti, e ciò che si prova a teatro lo si sente solo lì.
I secoli si susseguono, la tecnologia avanza, dal bianco e nero si arriva agli schermi al plasma, eppure il teatro e lopera non smettono di incantare.

Alessia Cagnotto 

Cinghiali, “Irresponsabile non aprire la caccia al 1 settembre”

Gli ambiti territoriali di caccia e i Comprensori alpini non hanno applicato l’apertura anticipata alla caccia in braccata al cinghiale chiesta dalla Regione e dal Commissario nazionale per il contrasto alla Peste suina africana. L’anticipo dell’apertura è stato fissato dalla Regione al 1 settembre ma la caccia resta chiusa in tutti gli ambiti della Città metropolitana di Torino. I consigli di ATC e CA, sentite le squadre di caccia al cinghiale, hanno scelto periodi di caccia più “conservativi” con partenza nemmeno al 21 settembre, data di apertura della stagione venatoria, ma addirittura il 1 ottobre.

«Un atteggiamento irresponsabile – non usa mezzi termini il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Che va contro lo spirito di collaborazione che dovrebbe improntare questo momento difficile dove l’infezione di Peste suina africana è ormai alle porte del Torinese. Proprio in presenza delle zone cuscinetto per la PSA che coinvolgono anche comuni canavesani lascia perplessi ancora di più la scelta degli ATC dell’area Nord della provincia di non seguire le indicazioni della Regione e ritardare l’apertura della caccia al cinghiale».

Coldiretti Torino stigmatizza le decisioni degli ATC ed Ca «che continuano a non rispondere alle forti preoccupazioni dell’agricoltura e del settore agroalimentare in allarme per l’arrivo in Italia della PSA. Ricordiamo che questa epidemia diffusa dai cinghiali ha permesso alla speculazione di penalizzare economicamente il settore suinicolo piemontese che vale il 15% del prodotto suinicolo nazionale e fornisce cosce per il prosciutto di Parma e per il San Daniele».

La mancanza di collaborazione del mondo venatorio sull’abbattimento dei cinghiali risulta ancora più incomprensibile di fronte ai dati dei danni causati dai cinghiali alle colture agricole.

Nel 2025, fino al 30 agosto, risultano accertati circa 140 mila euro di danni causati dai cinghiali alle colture nel territorio della Città metropolitana di Torino; mentre per l’intero territorio regionale i danni ammontano a circa 280mila euro.

Ma per l’anno 2024 i danni per il Torinese sono di oltre 570mila euro mentre per l’intero Piemonte, a consuntivo, sono stati accertati 4.170.167 euro di danni.

Di fronte a questi dati è evidente la scarsità degli abbattimenti.

Nell’anno in corso nel territorio della Città metropolitana di Torino sono stati abbattuti 2.670 cinghiali; mentre per il Piemonte sono 10.636. Nel 2024 gli abbattimenti sono stati 10.540 in Città metropolitana e 32.446 nell’intero Piemonte.

«Coldiretti Torino chiede che in Città metropolitana si raggiunga il numero di 15mila cinghiali abbattuti ogni anno; mentre per il territorio regionale il numero deve attestarsi sui 50mila capi. Questi sono obiettivi minimi per garantire la nostra produzione di cibo e per contenere l’epidemia di PSA. Nel giugno 2024 con abbiamo chiamato gli agricoltori a manifestare sotto la Regione che hanno risposto con un’imponente partecipazione. Siamo davvero esasperati. L’economia agricola è incompatibile con la presenza di numeri fuori controllo di cinghiali nelle nostre campagne. ATC e CA vanno richiamati con forza alla loro responsabilità. Ribadiamo ancora una volta che la fauna selvatica non appartiene ai cacciatori ma è un patrimonio dello Stato che va gestito negli interessi di tutta la collettività compresa l’agricoltura».

Tortora ritorna

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

.

Al festival del cinema di Venezia viene presentata la serie Tv in 6 episodi “Portobello” diretta da Marco Bellocchio. Appare un buon segno che “Portobello“ si riferisca in primis alle lettere dal carcere  di Enzo Tortora – lo storico conduttore della trasmissione televisiva – inviate alla compagna  Francesca Scopelliti. Aprendo il “Corriere della Ser “ che ha dato la notizia con il dovuto risalto, ho chiesto ad una ventenne al bar della spiaggia se sapesse chi fosse stato Tortora. Mi ha detto subito che non sapeva nulla neppure di “Portobello“, la celebre trasmissione di Enzo in  Rai. Che i giovani non sappiano nulla di Tortora  è un male (a volte dimenticare può anche essere un bene  che significa che  alcuni fatti negativi del passato sono stati rimossi e archiviati  da un presente  migliore), è un male, ripeto, perché la vicenda giudiziaria, mediatica,  umana e civile di Enzo arrestato e ammanettato in diretta televisiva è una pagina di storia che non si può dimenticare, come l’affaire Dreyfus dell’ Ottocento, il capitano ebreo (e’ il caso di ricordalo oggi più che mai) accusato ingiustamente e difeso da Zola. Pannella che difese Tortora, fu lo Zola solitario del Novecento. Ho provato a chiedere alla giovane  interlocutrice se sapesse almeno di Dreyfus, ma mi  confessato  di non sapere di cosa si stesse parlando. Forse è il caso di una bella ma ignorante ragazzina che non fa testo , ma forse è l’esempio di una gioventù che non ha studiato a scuola , non ha mai letto un giornale , legge pochi libri futili  ed è incollata al telefonino per ore. E ‘ il segno nefasto dei tempi che viviamo che si sappia tutto di Pippo Baudo e nulla di Enzo Tortora perché il suo caso fa da pietra di paragone in termini di civiltà per non dimenticare mai i danni mortali provocati da una giustizia ingiusta. Tortora fu accusato senza prove da pentiti pluriomicidi.  Un vero pentito fu Maurizio Peci ucciso dalle Br per il suo “ tradimento“.
.
I pentiti contro Tortora erano delinquenti comuni e nulla di più.  Molti altri pentiti si dimostrarono non credibili, specie quando furono usati da magistrati come minimo poco attenti. La tragedia di Tortora forse non doveva essere ricordata attraverso la metafora di Portobello, ma doveva essere  titolata direttamente il caso Tortora. C’è da sperare che la nuova serie televisiva possa scuotere le coscienze intorpidite da un populismo ignorante ed arrogante di cui i giovani sono le prime vittime. Anche i liberali di Zanone (che Tortora definì ironicamente il farmacista di Pinerolo) girarono la faccia da un’ altra parte, dimenticando che Tortora era un liberale del PLI e soprattutto dimenticando cosa fosse lo stesso liberalismo. Allora solo Alfredo Biondi seppe stare dalla parte di Enzo. Gli altri, in primis la sinistra giustiziera, fu contro il borghese per bene Tortora, magari strizzando l’occhio ai terroristi rossi. E’  per questi motivi che la ventenne in bikini mozzafiato che non sa nulla di Tortora ,deve rivestirsi di una consapevolezza storica e civica senza la quale si può solo stare in spiaggia a prendere il sole.

Via Carcano, Fdi: “Pronto esposto in Procura”

 

“Sulla concessione del Comune di Torino e le aperture del Suk di via Carcano siamo pronti a presentare un esposto penale in Procura – ad annunciarlo sono i consiglieri di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 7, con la capogruppo Patrizia Alessi, Francesco Caria e Domenico Giovannini, a pochi giorni dall’entrata in vigore della modifica alla legge regionale sui mercati, che fissa il limite delle aperture a 12 giornate -. Da anni insieme all’Assessore regionale Marrone chiediamo la chiusura del Suk. La recente determina del Comune di Torino, che proroga di un anno senza evidenza pubblica la concessione all’associazione ViviBalon alle condizioni precedenti alla riforma regionale, è un atto di grave e consapevole violazione di una legge pienamente in vigore, e per questo motivo sottoporremo tutte le carte ai magistrati competenti – spiegano Alessi Caria e Giovannini -. L’amministrazione Lo Russo, infatti, scrive nero su bianco nelle premesse dell’atto di proroga di essere a conoscenza che la modifica della legge regionale, attiva dalla fine di agosto, non permette più di effettuare le giornate di apertura che prima venivano concesse. Infischiandosene, tuttavia, effettua una proroga alle condizioni previgenti, quindi necessariamente destinata a sforare il numero di giornate consentite dalla Regione, facendo così guadagnare un operatore privato che non ne avrebbe titolo, dal momento che ogni apertura avverrebbe poi in violazione della legge regionale. In questi giorni pertanto depositeremo l’esposto, informando già l’autorità giudiziaria che con il weekend del 12 ottobre termineranno le giornate di apertura permesse dalla legge, e che di conseguenza tutte le successive rappresenteranno un introito illegittimo per l’ente privato concessionario della gestione del servizio di vendita, in virtù di un atto amministrativo del comune di Torino altresì illegittimo. Ci auguriamo che la stessa associazione ViviBalon, conscia di questo abominio amministrativo, possa fare un passo indietro a propria tutela, stracciando la convenzione, altrimenti non potremo che agire di conseguenza”.

Un aiuto alle micro e piccole imprese nei quartieri Aurora e Barriera

Micro e piccole imprese commerciali dei quartieri Barriera di Milano e Aurora potranno accedere a contributi a fondo perduto per investimenti in innovazione, risparmio energetico e sostenibilità, grazie al bando PN Metro Plus – TO.1.1.3.1.a “Aiuti all’Economia di Prossimità” del Settore Commercio della Città di Torino. L’iniziativa, finanziata nell’ambito del programma PN Metro Plus Città Medie Sud 2021-2027, mira a rafforzare la competitività delle attività di vicinato, contrastare la desertificazione commerciale e promuovere la qualità urbana e la rivitalizzazione economica del territorio.

“Con questo bando – dichiara l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – vogliamo dare un segnale concreto alle piccole realtà commerciali, che rappresentano un importante presidio territoriale e un punto di riferimento per la comunità, sostenendole in un percorso di innovazione e rinnovamento e rafforzando il loro ruolo nel tessuto economico e sociale dei quartieri. Crediamo che la crescita economica vada di pari passo con la qualità della vita urbana, per questo l’intervento sui negozi di vicinato si affianca alle azioni di rigenerazione degli spazi pubblici già avviate in queste aree della città”.

Nello specifico, la misura approvata sosterrà i progetti con caratteristiche di innovatività nei prodotti o servizi offerti, oppure nei processi impiegati, con l’obiettivo di generare valore economico e sociale per il territorio e la comunità. L’avviso intende favorire la crescita sostenibile delle attività di prossimità attraverso progetti di investimento che promuovano soluzioni orientate al risparmio energetico e alla mitigazione dell’impatto ambientale, oltre a interventi di innovazione gestionale e digitale. L’obiettivo è generare ricadute positive sulla qualità urbana e sulla rivitalizzazione del tessuto economico locale, incrementando l’offerta commerciale e prevenendo fenomeni di svuotamento delle aree interessate.

I contributi a fondo perduto copriranno fino a un massimo dell’80% dell’investimento effettuato, con un importo compreso tra 10mila e 30mila euro al netto dell’IVA. Vi potranno accedere le micro e piccole imprese già attive sul territorio dei due quartieri o le nuove imprese esercenti attività di vendita diretta al dettaglio e somministrazione al pubblico di alimenti e bevande che si impegnino ad avviare un’unità locale nell’area entro la data di presentazione della rendicontazione.

Per partecipare, le imprese dovranno utilizzare la modulistica allegata al bando, disponibile sul sito del Comune alla pagina Appalti e Bandi, nella sezione Notiziario appalti – Avvisi. Le domande dovranno essere inoltrate esclusivamente via pec entro le ore 12 del 31 gennaio 2026. Per chiarimenti e informazioni è possibile scrivere all’indirizzo email economia.prossimita@comune.torino.it o contattare i numeri 011.01130245 e 011.01130879 dalle ore 9.30 alle 12.30.

Un tassello del progetto di rigenerazione urbana

I contributi previsti dal bando PN Metro Plus – TO.1.1.3.1.a “Aiuti all’economia di prossimità” si inseriscono nel più ampio progetto di rigenerazione urbana “Aurora Barriera”, presentato lo scorso 24 luglio e finanziato con 25.8 milioni di euro nell’ambito del Programma Nazionale Metro Plus. Il masterplan prevede interventi lungo corso Palermo e via Martorelli con nuovi spazi verdi, 400 alberi, piste ciclabili, illuminazione potenziata, recupero di locali e spazi dismessi, azioni partecipative con i residenti e iniziative dedicate a giovani e adolescenti, con l’obiettivo di restituire qualità, sicurezza e vitalità sociale ed economica a due quartieri simbolo della Torino che cambia.

cs Città di Torino

S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. Alice Cattaneo alla Gam


Un’azione condivisa tra scultura e suono, sguardo e corpo.

In occasione del Finissage della mostra
Alice Cattaneo. Dove lo spazio chiama il segno

Venerdì 5 settembre 2025 dalle ore 18:30

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Ingresso libero fino a esaurimento posti

Intervento sonoro di Alice Cattaneo, Chiara Lee e freddie Murphy
Performer: Camilla Soave

All’interno della mostra a cura di Giovanni Giacomo Paolin dedicata al lavoro di Alice Cattaneo, Dove lo spazio chiama il segno, S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. è un intervento site-specific a sei mani (e molti speaker) che mette in dialogo le sculture dell’artista con una tessitura sonora, composta da gesti, materiali e frammenti d’ambiente.

Nessuna messa in scena, nessuna interpretazione: piuttosto un attraversamento diretto e spaziale, materico e organico.

Una performer, corpo consapevole, interagisce con le opere tramite una serie di azioni minime: attivazioni sonore che si espandono nello spazio attraverso dieci casse Bluetooth, ognuna depositaria di un suono-ombra. Sono i suoni delle opere stesse, raccolti e registrati — lo spostamento, la caduta, il trascinamento, la frizione con il suolo — e poi lavorati per essere reimmessi nello spazio come eco materiche. Una forma di campionamento ambientale che si fa geografia, archivio, presenza.

Durante l’intervento, il suono si dispone nello spazio, si sedimenta, si sovrascrive negli interstizi dell’ambiente. L’interfono — come gesto finale e intrusivo — interrompe e ridefinisce il paesaggio acustico, mentre la performer raccoglie e riposiziona le casse in un nuovo assetto.

Il giardino che ne emerge, o foresta sonora, diventa un’ulteriore opera, effimera ma concreta, in cui tutto si stratifica e si tiene: corpo, gesto, materia, voce degli oggetti.

L’installazione sarà visitabile fino al 7 settembre.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Orari di apertura: martedì – domenica: 10:00 – 18:00.
Chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima.

Angelo Catanzaro da Torino a Roma in triciclo per le persone con disabilità

Al via domenica 7 settembre 2025 alle ore 11 da Piazza Palazzo di Città

Compiere 800 km in sella a un triciclo a pedalata assistita da Torino fino a Roma per accendere i riflettori sulle persone con disabilità. È l’idea, semplice ma potente al tempo stesso, alla base del progetto denominato “Oltre i limiti”, che è molto più di un viaggio, una vera e propria dichiarazione d’intenti, l’azione di chi crede che le barriere non siano solo fisiche, ma anche culturali, sociali e lavorative, e che, passo dopo passo, possano venire abbattute. Partirà domenica 7 settembre prossimo , alle ore 11, il viaggio di Angelo Catanzaro, attivista e consigliere comunale, protagonista di un’impresa on the road, che partendo da Torino, la sua città, toccherà sette tappe, Alessandria, Genova, La Spezia, Lucca, Siena, Bolsena e Roma, per accendere i riflettori sui diritti delle persone con disabilità.
Il suo non sarà un viaggio in solitaria, chi vorrà affiancare Angelo, affetto da paralisi spastica, una forma di disabilità motoria, potrà farlo, anche per qualche chilometro.

Nel contesto di un’Italia ancora scarsamente inclusiva, dove quasi 7 persone con disabilità su 10 in età lavorativa non hanno un impiego, con percentuali ancora più drammatiche per chi abbia una disabilità intellettiva,  dove l’esclusione dal mondo del lavoro è la regola e non l’eccezione, il progetto “Oltre I limiti” vuole sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sull’importanza di valorizzare il potenziale di ognuno di noi, attraverso la promozione di percorsi di inserimento lavorativo per le persone con disabilità,  affiancati da iniziative concrete per garantire a tutte le persone il diritto all’autodeterminazione, nella convinzione che senza la libertà di scegliere per la propria vita, nessuna persona possa sentirsi parte integrante della società.

“L’autodeterminazione è  alla base di qualunque forma di inclusione, significa avere il diritto e il sostegno necessario per decidere dove vivere, con chi abitare, come muoversi, che lavoro fare, se praticare sport e come partecipare alla vita sociale,  economica e culturale della comunitàn- afferma Angelo Catanzaro – sono queste le istanze comuni a tutte le persone con disabilità fisiche, sensoriali e intellettive, racchiuse nello spirito del motto internazionale “Nulla su di noi senza di noi” e con questa avventura vogliamo portarle all’attenzione di tutta la collettività “.

Angelo Catanzaro partirà  a bordo del triciclo a pedalata assistita domenica 7 settembre alle ore 11da Piazza Palazzo di Città,  alla presenza dell’assessore Mimmo Carretta e di chiunque voglia sostenere l’iniziativa, che è a sua volta sostenuta da Uil Pensionati Piemonte, Uil del Canavese, Ada Piemonte, Loom Collective e Loom Production.

Mara Martellotta

Come cambia Madonna di Campagna: un nuovo fabbricato commerciale, parcheggi e un’area verde

Saranno demoliti  i fabbricati e le tettoie all’interno dell’isolato tra le vie Sospello, Cardinal Massaia, Brusnengo e corso Grosseto attualmente utilizzati da un’azienda di trasporto merci che ha deciso di ricollocarsi in una sede più idonea e più agevolmente collegata alle grandi vie di comunicazione. Al loro posto sorgerà un nuovo edificio a destinazione commerciale.

 La Giunta, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha liberato questa mattina il progetto dell’intervento destinato ora all’esame del Consiglio Comunale, chiamato a ratificare l’istanza presentata dalla proprietà dell’area per ottenere il Permesso di Costruire in deroga (Legge n.106/2011).

“La proposta progettuale presentata permette il riutilizzo di un’area in via di dismissione eliminando un elemento  critico del paesaggio che verrà sostituito da un nuovo fabbricato meglio inserito nel contesto urbano circostante che, con l’insediamento dell’attività commerciale, contribuirà anche a migliorare il livello di presidio della zona in termini di sicurezza” spiega l’assessore Mazzoleni.

L’ambito di intervento è quello semiperiferico del quartiere Madonna di Campagna, dove è ancora ricorrente, e non di rado problematica, la coesistenza di insediamenti residenziali e attività produttive e anche l’isolato interessato dal progetto esprime questa eterogeneità di assetti insediativi e di destinazioni d’uso.

L’area interessata ha una superficie di circa 5mila metri quadrati e i fabbricati oggetto di demolizione sviluppano una SLP complessiva pari a circa 2mila e 700 metri quadrati. Il progetto prevede la loro integrale demolizione e la successiva realizzazione di un fabbricato a destinazione commerciale con una superficie di vendita di circa mille e 200 metri quadrati.

Il nuovo edificio sarà, nella sua parte prevalente, ad un piano fuori terra, dove verrà ospitata la struttura commerciale e soltanto una piccola porzione sarà realizzata a due piani fuori terra dove, al secondo piano, verranno localizzati gli spazi al servizio del personale dipendente.

Il piano interrato di circa 3mila 150 metri quadrati sarà interamente riservato a parcheggi, in parte destinati a uso pubblico (circa mille e 130 metri quadrati) e la parte rimanente (circa 2mila metri quadrati) a parcheggio privato.

Prevista, nell’ambito delle opere di urbanizzazione totalmente a cura e a spese dei proponenti, la risistemazione della viabilità pubblica esistente e la realizzazione di un’area verde pubblica per un importo stimato di circa 608mila euro.

TORINO CLICK

Mirabilia 2025, “People have the power”

Il Mirabilia International Circus & Perfoming Arts Festival approda mercoledì 3 settembre a Cuneo, per l’evento clou, che sarà  in programma fino al 7 settembre.
La diciannovesima edizione di quest’anno è intitolata “People have the power” ed è ideata e organizzata dall’Associazione IdeAgorà, che ha riunito 56 compagnie provenienti da diverse parti del mondo, Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Ucraina, e Cile, con un focus particolare  rivolto al Cile. Saranno cinque giorni dedicati al circo, alla danza e al teatro urbano con 150 repliche programmate, di cui undici prime assolute o nazionali, 16 debutti regionali in cinquanta location.
“People have the power” rappresenta un inno alla libertà, alla collettività, alla potenza dei sogni condivisi. Un omaggio a tutti i popoli della Terra, dall’Asia alle Americhe, che lottano per la democrazia. Si tratta di una riflessione sul nostro tempo e sulle sue fragilità.
Il titolo della diciannovesima edizione vuole anche essere un tributo a Patti Smith, a una delle figure femminili più dirompenti della storia del rock, alla potenza suggestiva delle parole nelle sue canzoni. Questo titolo è visione, azione, dichiarazione e fiducia nella forza collettiva della cultura.
Il festival Mirabilia a Cuneo sarà un’edizione capace di rafforzare i legami con il territorio, con la natura, la collettività, in una mappa di luoghi trasformati in palcoscenici, cortili, giardini, piazze, musei, tendoni e boschi.

Il festival Mirabilia ha già attraversato sette località  della Granda, Rittana, Savigliano, Alba, Busca Vernante, Chiusa Pesio. Dal 26 al 28 settembre sarà  a Dogliani.
Il percorso che compirà a Cuneo sarà itinerante, da Via Roma a piazza Virgilio. A dare il via al Festival mercoledì 3 settembre,  a partire dalle 17.30, sarà la compagnia La Huella Teatro e il suo “Ckuri Limpiadores de pueblos”. Alle 18 seguirà il taglio del nastro e alle 19.30, l’attesa prima nazionale di Cie Responso, che presenta “Hourvari”, unica tappa italiana della creazione di Marie Molliens. Si tratta di una creazione acrobatica monumentale sotto chapiteau, prima italiana e unica data in Italia. La prima si terrà nello Chapiteau della discesa del gas.

La contaminazione tra i vari linguaggi è fondamentale secondo il direttore artistico Felice Gavosto e rappresenta una delle forze generative più potenti nello spettacolo dal vivo. Molti i protagonisti di questa kermesse nella pausa cuneese. Nell’ambito del Circo la Cie de Chaussons Rouges, presente per la prima volta in Italia, proveniente da Francia e Belgio, con Epiphites, installazione acrobatica, Artemachia e la Compagnia Madame Rebiné. Per la danza si esibiranno i ballerini del Balletto Civile, della Compagnia Twain, della EgriBianco Danza tra gli altri. Dall’Ucraina saranno presenti i Dekru con Virtual Reality, mimo contemporaneo e visual comedy. Dall’Italia in arrIvo  Matteo Galbusera, con ‘The white lord’, clown teatrale internazionale partecipato e sconvolgente. UpArte è  in arrivo dalla Spagna con DESproVISTO, acrobatica pura e corale, sinfonia di corpi nell’aria.

Dalla Svizzera proviene il Théâtre Circulaire, con “Porte  á faux”, poesia in sospensione,  musica e clown. Torna il miglior spettacolo Mirabilia 2024, che nella precedente edizione ha entusiasmato molto il pubblico. Dall’Italia proviene Abbondanza/Bertoni, con la creazione della nuova Epifania, con i grandi maestri di danza in anteprima sul territorio.

Frutto di un percorso biennale avviato con il programma “Circostrada- Global Crossing” nel 2023, già nel 2024 una delegazione del Ministerio de las Culturas del Cile ha visitato il festival Cuneese.  Quest’anno uan delegazione del Ministero della Cultura del Cile accompagnerà tre spettacoli selezionati tramite bando nazionale, uno spettacolo di grande formato, con circa 15 artisti, uno di medio formato e uno di piccolo formato, partecipativo e site specific  che prevederà  prima un periodo di residenza a Cuneo con il coinvolgimento della cittadinanza.
Si consolida e si amplia la collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e, grazie all’accordo quadro stretto con l’Ateneo, la XIX edizione di Mirabilia accoglie il progetto UTPLay Università di Torino Performance  & Digital Playground, con uno spazio dedicato in esclusiva all’Università, che offre agli Studenti del Dipartimento di Studi Umanistici l’opportunità di presentare al pubblico i progetti didattici elaborati durante i loro percorsi di studio. 1450 mq. del Festival,  l’intera area della Tettoia in piazza Virgilio a Cuneo per cinque giorni diventano sede di 11 eventi progetti che spaziano  dalle sperimentazioni audiovideo, agli incontri, alle esperienze immersive ai progetti cross disciplinari. Fra gli eventi proposti, uno è  realizzato in collaborazione con il Conservatorio Ghedini di Cuneo.

Un’altra novità di Mirabilia 2025 è  “Into the woods”, una sezione di spettacoli site specific realizzati in ambienti naturali. Si tratta di un modo per connettere l’arte al paesaggio, sperimentando nuovi formati e immaginando un festival sempre più sostenibile. Si tratta di un progetto di spettacoli nei boschi e nei parchi, con alimentazione e energia solare e batterie, mobilità dolce per artisti e spettatori, un format sostenibile che unisce tecnologia green, comunità e paesaggio, realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRC.
Mirabilia, oltre ad essere un festival di diffusione, una vetrina in cui molti artisti e programmatori si incontrano, è  attento alle novità, ai nuovi linguaggi, agli artisti emergenti, che sostiene tutto l’anno in residenze artistiche, in cui artisti da varie parti del mondo si incontrano  e sviluppano nuovi progetti di spettacolo.

Mara Martellotta

“Il Federiciano” al poeta Salvatore Seguenzia

PREMIO INTERNAZIONALE 

Il poeta augustano Salvatore Seguenzia, in occasione della XVII Edizione, è stato insignito del premio Internazionale «IL FEDERICIANO» per “chiara fama” che si è tenuto ad Augusta (SR) a fine agosto. La sua poesia “L’isula ‘nta l’Isula”, in lingua siciliana, è stata riprodotta sulla stele realizzata dal maestro ceramista Orazio Costanzo. Da anni il Poeta Salvo Seguenzia, accademico emerito, è noto per il suo contributo alla scrittura siciliana.

È inoltre destinatario del ruolo di Custode ufficiale del “Paese della Poesia”, progetto realizzato appunto nella splendida Augusta con la kermesse Federiciana sin dal 2023. A seguito del riconoscimento ricevuto, lo stesso poeta ha dichiarato: «Ieri sera (sabato 30 ndr) ho ricevuto il mio primo premio internazionale per ‘chiara fama’ durante il festival “Il Federiciano”, con tanto di stele dove è stato posto il mio sonetto endecasillabo in vernacolo “L’isula ‘nta l’Isula” dedicato alla mia Augusta. Mi corre il dovere di porgere un sentito e profondo ringraziamento al mio mentore poetico, il Maestro Giuseppe Aletti, che continua a credere nella mia parola. Sono veramente orgoglioso per quanto mi ha riconosciuto perché è un Premio dal valore inestimabile sia per la mia persona che per il poeta che c’è in me.

Questo elogio non è l’approdo ad un traguardo ma il proseguimento del mio viaggio per tenere sempre alto il valore storico, civico e culturale della lingua siciliana. Ora il mio sonetto sarà eternamente presente nell’agorà della mia città. Anche quest’anno si richiude la ‘Porta Spagnola’ sperando in una prossima avventura ma comunque vada sono orgoglioso di aver permesso a tanti poeti Federiciani e a tanti appassionati e curiosi di far conoscere la mia ‘isola nell’Isola’».

‘Il Federiciano’ non si spiega ma si vive.

Aletti Editore