ilTorinese

Gli 8 violoncelli di Torino

Domenica 9 novembre, alle ore 21, il teatro Juvarra ospiterà il concerto “Gli 8 violoncelli di Torino”, conosciuti anche come gli “8 celli”. Un programma accattivante dove i grandi compositori del passato si uniscono ai compositori di oggi. Bach, Verdi, Morricone ed Ezio Bosso saranno interpretati dagli 8 violoncelli di Torino. La passionalità della scrittura musicale, l’intensità, l’ipermelodia e la tradizione lirica saranno gli argomenti di spicco.

Gli 8 violoncelli di Torino nascono nel 2005 dal sogno nel cassetto del maestro Fabrice De Donatis, desideroso di creare un gruppo violoncellistico unico in Italia, con musicisti di consolidata carriera, ma caratterizzato da un legame di amicizia tra gli esecutori.

“Questi artisti – ha espresso la critica in proposito – hanno saputo valorizzare pienamente l’estensione tecnica ed espressiva del violoncello, per formare un gruppo a geometria variabile, capace di rendere la coralità di un’intera orchestra, la sensibilità tonale di un quartetto d’archi e la ritmici sensuale e travolgente di una band sudamericana”.

L’ottetto è stato più volte ospite di festival nazionali e internazionali, come il festival dei Suoni e dei Luoghi, il festival violoncellistico Alfredo Piatti, i Suoni delle Dolomiti, il Festival Violoncelles en Folie e il Festival de Musique de Chambre en Pays de Gex, in Francia, il Rio International Cello Encounter di Rio de Janeiro e molti altri. Dal 2019 gli 8 violoncellista di Torino sono costituiti da dieci elementi che si alternano in modo complementare in attività concertistica del gruppo. Da alcuni anni l’ottetto dedica anche parte delle attività a favore di Associazioni umanitarie con scopi benefici. L’incasso del concerto di domenica 9 novembre sarà destinato al restauro dell’organo a canne, presso la Chiesa dell’Immacolata, nel complesso degli Artigianelli. Tra gli 8 violoncellisti risultano Pier Paolo Toso, Relja Lukic, Francesca Gosio, Claudia Ravetto, Fabrice De Donatis, Alberto Capellaro, Paola Perardi e Giulio Arpinati.

Domenica 9 novembre 2025, alle ore 21, teatro Juvarra, via Juvarra 13, Torino

biglietto: intero 20 euro – ridotto 15 euro

info: teatrojuvarra.it – biglietteria online: Mailticket.it

Mara Martellotta

I prati stabili come risorsa turistica

 SE NE PARLA IL 22 NOVEMBRE A VICO CANAVESE

 

L’agricoltura ha plasmato nei secoli il paesaggio delle Alpi, grazie a pratiche colturali tradizionali, messe in atto con sapienza ed esperienza dalle donne e dagli uomini di montagna. I paesaggi naturali sono quindi diventati in qualche modo un fatto culturale e proprio dalla constatazione del loro valore partirà la riflessione che sabato 22 novembre a Vico Canavese di Valchiusa sarà proposta dal Club Amici di Valchiusella nel corso del convegno sul tema “I prati stabili e i loro prodotti come strumento di promozione della Valchiusella”, organizzato in collaborazione con il DISAFA-Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e del Dipartimento di Management dell’Università di Torino e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il convegno è patrocinato dalla Città metropolitana di Torino, che sarà rappresentata dalla Consigliera delegata alle attività produttive, allo sviluppo economico e alla pianificazione strategicaSonia Cambursano. I lavori inizieranno alle 10 nella scuola Giacomo Saudino di via Lime 2 con l’intervento istituzionale del Sindaco di ValchiusaMaurilio Vercellio.

Sarà analizzata la ricaduta turistica che i prati stabili e la produzione zootecnica e casearia che rendono possibile stanno generando nel territorio, con una grande attenzione alla sostenibilità delle attività produttive e della frequentazione turistica. Sono in programma interventi delle imprenditrici Romina e Anna Zucca, dei docenti e studiosi del DISAFA Giampiero Lombardi e Valentina Scariot, di Stefano Duglio del Dipartimento di Management, del cofondatore di Slow Food e docente all’Università di Pollenzo Silvio Barbero, del Presidente della sezione Valchiusella della ColdirettiPierangelo Ughetti, della Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, di Nadia Ansaldi e di Elisa Spaziani, funzionarie della Direzione Produzioni Agrarie e Zootecniche della Regione Piemonte.

Monteu da Po, Protezione Civile sovracomunale

 

 

Il Consiglio comunale di Monteu da Po, nella seduta del 3 novembre, ha approvato il Protocollo di Intesa tra i Comuni di Brozolo, Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, Monteu da Po e Verrua Savoia per la programmazione e il coordinamento delle attività di Protezione Civile.

L’obiettivo è la creazione di una rete di volontariato sovracomunale che permetta di ottimizzare la gestione delle risorse umane e materiali, condividendo buone pratiche, esperienze e strumenti operativi.

L’esperienza maturata negli ultimi anni durante gli eventi calamitosi ha infatti evidenziato la necessità di un coordinamento più efficace delle risorse disponibili, così da poter impiegare personale, mezzi e attrezzature di un Comune anche nei territori limitrofi. La collaborazione tra enti diventa quindi strategica per garantire un sistema integrato di intervento e beneficiare di sinergie tecniche ed economiche, nel rispetto dell’autonomia dei singoli gruppi comunali di Protezione Civile.

A tal fine, i Comuni si impegnano a migliorare il raccordo organizzativo attraverso un coordinamento operativo sovracomunale, finalizzato al supporto nella gestione delle emergenze e alla programmazione preventiva congiunta.

“Il Gruppo Comunale di Protezione Civile di Monteu da Po, ricostituito lo scorso marzo. poco prima dell’evento alluvionale, rappresenta una risorsa fondamentale per la comunità, non solo in caso di calamità naturali, ma anche per le attività di previsione, prevenzione, formazione e informazione – dichiara il sindaco di Monteu da Po, Elisa Ghion –. Questo Protocollo rafforza la collaborazione tra Comuni e valorizza l’impegno dei volontari, che con dedizione e spirito di servizio rappresentano un punto di riferimento per tutti noi. Il lavoro di squadra è la nostra forza, soprattutto nei momenti di difficoltà”.

L’Assessore alla Protezione Civile, Giuseppe Deluca, aggiunge:
“L’iter burocratico per il riconoscimento ufficiale del Gruppo Comunale di Protezione Civile è ormai concluso: il Gruppo è iscritto nell’Elenco territoriale delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile della Regione Piemonte e fa parte del Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Torino. Con questa formalizzazione, Monteu da Po entra pienamente nella rete regionale e potrà operare in modo coordinato ed efficace sul territorio”.

Il Comune di Monteu da Po rinnova il proprio impegno per la sicurezza della comunità e invita tutti i cittadini a partecipare attivamente: le adesioni per entrare a far parte del Gruppo Comunale di Protezione Civile sono sempre aperte.

Chi desidera diventare volontario può trovare tutte le informazioni e i moduli di iscrizione sul sito istituzionale www.comune.monteudapo.to.it, oppure rivolgersi agli Uffici Comunali o contattare il numero 011 9187813.

 

 

 

Nella foto alcuni membri del Gruppo comunale di Protezione Civile di Monteu da Po con il sindaco Elisa Ghion e l’assessore Giuseppe Deluca

La Regione conferma Francesca Lavazza alla presidenza del castello di Rivoli

La Regione Piemonte ha designato Francesca Lavazza alla guida dell’Associazione culturale Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea per il prossimo triennio, confermandola anche nel ruolo di presidente dell’assemblea dei soci e del cda.
La decisione di confermare la presidente uscente nasce dalla volontà di proseguire nel percorso di crescita intrapreso dal Museo negli ultimi anni, durante i quali il Castello di Rivoli ha consolidato il proprio prestigio internazionale e intensificato la capacità di attrarre investimenti, progetti di ricerca, pubblico e collaborazioni di respiro globale. Il mandato avrà durata di tre anni e si concluderà nel 2028, con l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2027.

“La riconferma di Francesca Lavazza è un atto di continuità e di riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto – ha spiegato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – il castello di Rivoli è una delle istituzioni più importanti e di riferimento per quanto riguarda l’arte contemporanea a livello internazionale e in questi anni ha saputo crescere, aprirsi sempre di più alla città, ai giovani, all’innovazione e alle collaborazioni globali. Questa scelta premia competenza, visione e impegno e rafforza il ruolo del Piemonte come territorio capace di produrre cultura, attrarre talenti e guardare lontano”.
“La cultura è un motore di  sviluppo e di opportunità per i giovani  e il castello di Rivoli ne  un esempio concreto – aggiunge l’assessore alla Cultura Marina Chiarelli – . In questi anni la presidenza Lavazza ha accompagnato una fase importante di crescita, apertura internazionale, ricerca, dialogo con le imprese culturali e attenzione ai territori.  La conferma consente di consolidare questo percorso, valorizzando una realtà che produce valore, lavoro, formazione qualificata e bellezza per il Piemonte e che continua a portare la nostra regione nel mondo”.

“Accolgo con grande soddisfazione la riconferma alla presidenza del castello di Rivoli, punto di riferimento a livello internazionale per l’arte contemporanea- sottolinea Francesca Lavazza –  Ringrazio la Regione Piemonte per la fiducia rinnovata e considero questo incarico una responsabilità importante e un impegno personale a  proseguire nel percorso di crescita, apertura e innovazione intrapreso in questi tre anni e che porterò avanti con ambizione insieme al direttore Francesco Manacorda, ai curatori e a tutto il team del museo in questo nuovo mandato”.

Mara Martellotta

Il mare sotto i portici: “La Costa”, l’anima mediterranea di Torino

SAPORE DI SALE, STORIE DI CUCINA 

di Vincenza Giustino

Passeggiare sotto i portici di Torino in una serata autunnale fredda e ventosa riporta alla mente nostalgie di stagioni lontane, di giornate luminose e vacanze ormai passate, quando il vento del mare ti accarezzava e ti lasciava il sale sulla pelle.

Ed è proprio lì, in quell’angolo di corso Vittorio Emanuele II dove un tempo sorgeva lo storico Caffè Stadium, che quell’onda di ricordi ti trasporta… e ti fa approdare a La Costa. Un locale che, nel nome, evoca il mare, ma che oggi racconta anche un nuovo modo di vivere Torino, tra memoria e modernità.

Per alcuni torinesi quell’angolo era un punto di riferimento per il caffè storico, ma pochi sanno che in quella zona sorgeva davvero uno “Stadium”. In occasione dell’Esposizione Universale del 1911 fu costruito lì un grande complesso sportivo, proprio accanto alla vecchia Piazza d’Armi. Non solo: quella struttura fu il primo stadio del Torino e, all’epoca, uno dei più grandi mai realizzati –  persino più imponente di quelli di Atene e di Londra.

L’area dello Stadium (1910-1946)

Oggi quello spazio racconta un’altra storia: La Costa, ristorante dallo spirito del mare, ha raccolto l’eredità dello Stadium trasformandola in un ritrovo contemporaneo e creativo, che porta sulla tavola un’idea di Torino che guarda al mare.

Un pescato sempre attento alla stagionalità del pesce e degli ingredienti, alla qualità delle materie prime e all’equilibrio dei sapori: il tutto accompagnato da una cantina di vini studiata per abbinare al meglio ogni piatto- non solo di mare, ma anche di terra- per non dimenticare il legame con il territorio, come i plin della tradizione piemontese al sugo d’arrosto o il brasato della tradizione al Barolo. 

Dal mare arriva un polpo cotto in tre versioni, tenero, profumato, che racconta tecnica e passione. Poi la tartare di tonno, precisa e raffinata, fino ai sapori che ti fanno viaggiare in costiera amalfitana, con le linguine di Gragnano con scampi e limoni ischitani; un omaggio a nonna Maria, dal gusto sublime e che si scioglie in bocca e ti porta lì sulla costa. Ma anche proposte di terra, come una mozzarella di bufala o gli spaghetti ai tre pomodori del piennolo del Vesuvio, e molti altri piatti che raccontano una cucina capace di avvolgerti con quel comfort fatto di semplicità

Un gusto che ti strega, ti avvolge e ti riporta lì, per qualche ora, in una location intima e raffinata che sa di casa, ma che rincorre sempre l’innovazione nel modo di presentare gli aromi del mare e della sua natura – quella che, come un’onda, ti porta via in un equilibrio di sapori autentici e veri. E anche se a Torino il mare non c’è, qui, tra profumi e delizie la Costiera Amalfitana sembra davvero a un passo.

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Forattini, il libero pensiero contro il conformismo

IL  COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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Morire a 94 anni è un privilegio di pochi, ma sicuramente Giorgio Forattini avrà vissuto gli anni del tramonto. Era il vignettista più famoso ed apprezzato. Quando a Torino “La Stampa“ in due periodi diversi lo sottrasse a “Repubblica“, divenne famoso anche tra lettori non acculturati perché una sua vignetta aveva l’effetto di un editoriale. Pochi tratti di matita e una battuta rendevano un’idea, un giudizio subito chiari e fulminanti. Era stato querelato una ventina di volte sempre da esponenti di sinistra, anche se la sua matrice originaria era la stessa, intesa però in senso anarchico – liberale. Fu considerato da alcuni politici un nemico, D’Alema, ad esempio, ma da altri, come Spadolini, una fortuna. Il Giovannone fiorentino grasso e impacciato nelle sue vesti professorali fu denudato da Forattini e reso subito  popolare. Più severo Forattini fu con Craxi di cui senti’ il mussolinismo. Storica è la vignetta per la vittoria al referendum del 1984 quando disegnò una bottiglia di champagne il cui tappo era Fanfani. Ho conosciuto bene Forattini che aveva un sovrano disprezzo verso tutti i partiti e non accettò mai di diventare subalterno al Berlinguer di turno. Era un uomo libero che non prendeva ordini da nessuno. A mio modo di vedere può essere paragonato a Giovannino Guareschi anche se la vignetta di Forattini è molto più libera ed estemporanea. Guareschi aveva una storia alle spalle, era stato internato in Germania ed era vissuto in tutt’altro tempo tra il  1908 e il 1968. Forattini incominciò  la sua carriera di vignettista a partire dagli anni ‘70 in un tempo caratterizzato dal livore ideologico. Non scrisse libri che non fossero la raccolta delle sue vignette, mentre Guareschi, non solo per il suo Don Camillo, è scrittore riconosciuto a livello internazionale. Ma lo spirito libero ha accomunato ambedue. Fu insignito del Premio “Pannunzio” di cui andava fiero. Era diventato un critico feroce di Scalfari e aveva vissuto sulla sua persona la violenza di una censura di sinistra che io definii quando gli consegnai il Premio, la “feroce egemonia gramsciana“. Non ci sono più in attività gli Angelo D’Orsi di turno, ma la ferocia resta in certi palazzi della cultura torinese. E’ una ferocia ancora peggiore perché la belva oggi appare ferita. Forattini mi mandò una vignetta in cui il Centro “Pannunzio” avrebbe liberato Torino da quella morsa. Non è accaduto come sparava lui che, non vivendo a Torino, era troppo ottimista. Pensare a Giorgio oggi mi riempie comunque di orgoglio perché l’assegnazione a lui del Premio “Pannunzio” fu una scelta giusta. Ebbi anche il consenso dell‘avvocato Agnelli che sarebbe venuto al Premio al “Cambio“ se la data non fosse coincisa con il suicidio del figlio. Forse il nipote Elkann non sa neppure chi sia stato Forattini. Un schiena diritta capace di andare controcorrente, capace di difendere Sogno anche quando era indifendibile.

ASL TO4: OPI Torino si costituirà parte civile

In merito alle più recenti evoluzioni delle indagini che coinvolgono l’ASL TO4 ed in particolare l’Ospedale di Settimo Torinese, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino comunica che, alla luce della complessità e della gravità dei fatti emersi, intende costituirsi parte civile nel procedimento in corso.
«Le ultime evoluzioni dei casi di cronaca che fanno riferimento a quanto emerso dalle indagini, stanno portando alla luce una situazione sempre più articolata e delicata — dichiara Ivan Bufalo, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino —. Pur non risultando, ad oggi, infermieri iscritti al nostro Ordine tra i soggetti coinvolti o citati nelle cronache giudiziarie, riteniamo doveroso seguire con attenzione l’evoluzione dell’inchiesta, che potrebbe in futuro estendersi anche ad altre figure professionali».
L’Ordine sottolinea la volontà di tutelare l’immagine della professione infermieristica e al contempo il diritto dei cittadini di ricevere cure sicure per la tutela della propria salute, ribadendo che ogni eventuale responsabilità individuale dovrà essere accertata nelle sedi opportune e nel pieno rispetto del principio di innocenza. Solo dopo tali accertamenti potranno – e se necessario dovranno – essere intraprese le iniziative disciplinari del caso.
«Da questo momento — prosegue Bufalo — l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino osserverà un doveroso silenzio stampa sul caso, nel rispetto del lavoro della magistratura e della verità processuale. Esprimiamo piena fiducia nella giustizia e nella capacità dei giudici di far emergere con chiarezza i fatti e le responsabilità».
OPI Torino conferma la propria vicinanza agli assistiti e agli infermieri che ogni giorno operano con professionalità, dedizione e rispetto dei principi deontologici che da sempre contraddistinguono la categoria.

CS

Omicidio di Collegno, arrestato un uomo: ha confessato

È stato fermato dai carabinieri e  ha confessato l’omicidio: si chiama Michele Nicastri  l’uomo che probabilmente ha dato una svolta alle indagini sull’omicidio di Collegno.

Nella notte del 23 ottobre scorso, Marco Veronese era stato trovato morto, colpito da circa venti coltellate. Le immagini delle telecamere di sorveglianza acquisite dagli investigatori avrebbero ripreso Nicastri nei pressi del luogo del delitto, portando così al suo fermo.

Secondo quanto emerso dall’interrogatorio condotto dal pm, il movente sarebbe legato all’affidamento dei figli. Veronese, infatti, aveva avuto una relazione con una donna con cui discuteva da tempo sulla gestione familiare; Nicastri, attuale compagno della donna, avrebbe deciso di affrontarlo e, attendendolo sotto casa, lo avrebbe aggredito e ucciso.

Jannik Sinner torna all’Istituto di Candiolo

Anche per il 2025, Intesa Sanpaolo rinnova il proprio impegno al fianco della Fondazione, devolvendo 100 euro per ogni ace messo a segno dai finalisti delle Nitto ATP Finals, che diventano  500 euro nelle semifinali e 1000 euro per gli ace della finale. I fondi raccolti sono destinati al potenziamento delle nuove tecnologie di diagnostica, cura e ricerca oncologica, nello specifico all’acquisto di un nuovo Celloscopio per l’Istituto di Candiolo – IRCCS. Chiunque può contribuire alla raccolta donando attraverso ForFunding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata ai progetti solidali promossi da organizzazioni non profit.

Candiolo (TO), 4 novembre 2025 – Per il terzo anno consecutivo Jannik Sinner è tornato all’Istituto di Candiolo – IRCCS, confermando il suo legame con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e con Intesa Sanpaolo, promotori della campagna “Un Ace per la Ricerca”, che si rinnova in occasione delle Nitto ATP Finals 2025 di Torino.

Il numero 1 del tennis mondiale, accolto da Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, ha preso parte al lancio della nuova edizione della campagna, incontrando medici, ricercatori, pazienti e volontari. In anteprima Jannik Sinner ha potuto visitare la nuova sala Angiografica dell’Istituto, tassello importante in vista della realizzazione della nuova Biobanca dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. La nuova sala angiografica è infatti un concentrato di alta tecnologia di ultima generazione che permette di eseguire procedure mininvasive con immagini ad altissima risoluzione, garantendo maggiore sicurezza per i pazienti e tempi di recupero ridotti.

Durante l’incontro Allegra Agnelli insieme ad Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, e Gianmarco Sala, Direttore Generale della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, ha presentato a Jannik Sinner il Celloscopio, oggetto della destinazione dei fondi della campagna “Una Ace per la Ricerca” 2025, un innovativo macchinario destinato alla ricerca oncologica. Questo avanzato sistema di analisi cellulare permette infatti di approfondire lo studio dei tumori a livello molecolare e di accelerare la scoperta di terapie personalizzate.

Uno dei momenti più significativi della giornata ha visto Jannik Sinner protagonista di un incontro insieme a Matilde e Paolo, due giovani pazienti in cura a Candiolo, e a un gruppo di medici e ricercatori: un’immagine speciale che racconta il valore della collaborazione tra sport, scienza e solidarietà nella lotta contro il cancro, perché solo insieme si può vincere la sfida contro il cancro.

Per Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: “Siamo davvero felici di accogliere ancora una volta a Candiolo un campione straordinario, dai valori umani speciali, come Jannik Sinner. La sua presenza è un segno di continuità, un legame autentico con la nostra Fondazione e con tutti coloro che ogni giorno si impegnano: medici, ricercatori, pazienti e donatori. Grazie a Jannik, a Intesa Sanpaolo e ai tanti sostenitori che credono in noi, possiamo realizzare progetti concreti come la nuova Sala Angiografica e il Celloscopio, strumenti che rappresentano il futuro della cura e della ricerca sul cancro. Candiolo, infatti, vive e progredisce grazie alla generosità delle persone, delle istituzioni e delle imprese. Grazie a loro abbiamo realizzato un centro unico al mondo dove cura e ricerca sul cancro fanno crescere nuove speranze per i pazienti oncologici”.

Nelle precedenti edizioni, grazie a un “Ace per la Ricerca” sono stati finanziati progetti per oltre 320mila euro che hanno permesso di acquistare un ecografo 3D per i tumori alla prostata, il Microscopio Blu e hanno permesso di iniziare la progettazione della nuova Biobanca dell’Istituto di Candiolo-IRCCS.

La Regione potenzia la Rete Antiviolenza, nuovi centri e servizi

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato  i criteri per destinare 500.000 euro al rafforzamento della rete antiviolenza sul territorio, con l’obiettivo di realizzare nuovi Centri antiviolenza e potenziare i servizi esistenti.

Le risorse provengono dal Fondo nazionale per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità e serviranno a sostenere interventi di ascolto, protezione e accompagnamento per le donne vittime di violenza e i loro figli, prevedendo almeno 5 nuovi centri antiviolenza e 12 nuovi sportelli territoriali collegati ai centri già attivi.

L’investimento è finalizzato a garantire una maggiore capillarità dei servizi, soprattutto nelle aree con maggiore fabbisogno, e a rafforzare il lavoro in rete tra istituzioni, enti locali, servizi socio-sanitari, forze dell’ordine e associazioni che ogni giorno operano sul campo.

Questa misura è un passo concreto per essere ancora più vicini alle donne che chiedono aiuto. – dichiara l’assessore Marina Chiarelli – Nessuna deve sentirsi sola: la Regione Piemonte investe per ampliare i centri e gli sportelli, potenziare l’accoglienza e offrire percorsi reali di protezione e autonomia. La battaglia contro la violenza non è solo un impegno normativo: è una responsabilità quotidiana che portiamo avanti insieme ai territori e alle reti che da anni si dedicano a questo lavoro fondamentale”.

Chiarelli aggiunge: “Contrastare la violenza significa prevenire, sostenere, proteggere e ricostruire. Continuiamo a farlo con serietà, risorse e impegno, insieme ai Comuni e agli enti del territorio. Il Piemonte vuole essere una casa sicura per tutte, e questo intervento va esattamente in questa direzione”.

Con questo provvedimento la Regione Piemonte conferma il proprio impegno nel contrasto alla violenza di genere, rafforzando una rete di protezione presente, capillare e competente, e ponendo al centro la sicurezza, la dignità e l’autonomia delle donne. Un percorso che prosegue in sinergia con territori, comunità e realtà che ogni giorno lavorano per garantire ascolto, protezione e futuro.