Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino la Tav Torino-Lione è un’opera che si sta già realizzando. “Ha solo bisogno che nessuno metta il bastone fra le ruote. Se visitando il cantiere francese il ministro se ne convincerà W la France”, dice il governatore e “se non se ne convincerà, lo convinceremo noi”. Il presidente interviene in relazione all’annuncio dato dal comitato Transalpine secondo il quale il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli visiterà il cantiere francese della Tav. “I piemontesi – aggiunge Chiamparino -aspettano risposte anche sulle altre infrastrutture: il completamento della Asti-Cuneo, che è poi oggetto della mia lettera a Toninelli . Se il ministro non vuole incontrare il presidente della Regione è libero di farlo, ma i piemontesi hanno diritto di sapere se la soluzione raggiunta dal precedente governo – che può consentire di far partire subito i lavori sulla tratta mancante – va bene, oppure, in caso contrario, quale è la soluzione proposta dal governo“.
“Tu, tu non mi basti mai”
Correva l’anno1996, e un tale, Lucio Dalla, genio indiscusso pubblica un album di grande successo, ed all’interno una tra le piu’ belle dediche d’amore di tutti i tempi. Ambrogio Borsani, in un suo libro che lessi qualche anno fa, riportava la frase “ciò che non si ha non basta mai”. Come è vero. E quando lo si ha non lo si apprezza abbastanza, aggiungerei io. Certe cose oggi, con il mio trascorso, mi sembrano piu’ importanti di brani che hanno avuto più successo, per questo voglio parlarvi di una raccolta del grande Lucio, “Questo è amore”, una raccolta che ha il sapore di un completamento (passatemi il termine) della antecedente “12000 lune” che già si presentava zeppa di amore cantato, narrato, respirato, ma che, a parer mio, mancava di brani cosi pesantemente leggeri come “tu non mi basti mai”. Progetto, questo, realizzato con Marco Alemanno dopo due album in studio non particolarmente fortunati. All’interno parecchi remakes e brani non conosciutissimi perché da lui non presentati ai suoi concerti, che a molti di voi risulteranno sconosciuti come “malinconia d’ottobre” o “questo amore”. L’unica canzone del tutto nuova è “Anche se il tempo passa (amore)”. “Noi la vita la annusiamo in tutti i posti, ma lei passa senza neanche un ciao/ oppure vola come i ladri sopra i tetti, se ci provi non la puoi fermare”, è l’attacco su una base che assorbe senza sforzo le più attuali tendenze del pop anglosassone dai Coldplay in poi, con un leggero tocco di Sigur Ros – band che lo affascinava molto, e che Lucio ha conosciuto grazie al giovane Alemanno. Spiazza invece la nuova versione di “Meri Luis” in coppia con Marco Mengoni – non tanto per lo stile e le doti vocali di quest’ultimo, che possono essere o meno “la nostra tazza di the”, ma per il fatto che Dalla non ha ricantato il pezzo del 1980 e che la voce del giovane collega emerso da X-Factor è dunque sovrapposta all’incisione originale. Una scelta che potrebbe tradire pigrizia, o una decisione dell’ultimo momento. E qui, in “Questo è amore” di nuovo dura come la roccia “tu non mi basti mai” Ognuno di noi ha il disco che è rimasto più nel cuore, o il proprio brano preferito di Lucio Dalla cui si sente più legato, e qualcosa potrebbe anche non essere né qui né su “12000 Lune”. Io invece, la ripropongo per la terza volta, perchè a me questo brano è particolarmente caro, e non voglio scordarlo mai, almeno fino al 2047. Vi invito all’ascolto di una carezza tra le più incantevoli. “Non mi basta tutto, voglio anche il resto.” Paolo Dune, Al di qua dell’aldilà, 1998-2016
https://www.youtube.com/watch?v=ez75GMRD4bQ&pbjreload=10
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Chiara vi segnala i prossimi eventi … mancare sarebbe un sacrilegio!
GIOVEDI 07 SETTEMBRE 2018
Ultima audizione Torino Music Contest. Presso GV pane & caffè Via Tiepolo 8/d – Torino
Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Si è colorata di azzurro la terza e ultima tappa della FINA UltraMarathon Swim Series 2018, disputata nello scorso week end a Lake Ohrid (Macedonia). Cinque medaglie su sei sono andate ad atleti italiani e sul podio è salita anche Alice Franco, 29enne nuotatrice piemontese tesserata per Esercito e Asti Nuoto, terza all’arrivo. Nella 25 kilometri femminile Barbara Pozzobon si è imposta in 5h22’59″30 davanti all’ungherese Anna Olasz (5h23’03″18) e ad Alice Franco (5h23’56″46). “A metà gara avevamo già fatto molta selezione e tra le donne eravamo rimaste in tre a lottare per le medaglie” ha spiegato Alice tramite un comunicato dell’Asti Nuoto, “i molti cambi di ritmo per staccare le avversarie non mi hanno permesso di essere competitiva nei 500 metri finali, ma sono comunque contenta della mia prestazione”.Nella prova maschile ha invece vinto Francesco Ghettini (5h13’59″62), davanti a Edoardo Stochino (5h14’10″72) e Andrea Biachi (5h14’11″69). Barbara Pozzobon e Edoardo Stochino si sono piazzati al primo posto anche nella classifica generale del circuito. Seconda nella graduatoria generale si è piazzata proprio Alice Franco, grazie al bronzo della terza tappa ma anche grazie al terzo posto della prima prova – la Coronda-Santa Fè in Argentina – e alla quarta posizione della seconda tappa, in Canada sul lago St. Jean. Per la “maratoneta dell’acqua” piemontese si tratta della terza stagione consecutiva conclusa al secondo posto della FINA UltraMarathon Swim Series (ex FINA Open Water Grand Prix).
https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180828122601&area=5&menu=agonismo&read=fondo
GIOVANNI RAMELLA, UNICO ED IRRIPETIBILE
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Si sono svolti stamattina i funerali del prof. Giovanni Ramella alla Chiesa della Crocetta gremitissima di persone. Al termine del rito l’ho ricordato con la sobrietà dovuta alla circostanza, ma molto altro andrebbe detto sull’illustre e compianto defunto.
Sono stato amico di Giovanni Ramella per oltre cinquant’anni ed ho anche intensamente collaborato con lui al Centro “Pannunzio” dove lo volli mio Vicepresidente Vicario a partire dal 2003.E’ stato un professore di raro fascino intellettuale, un preside capace di governare una scuola difficile come il Liceo d’Azeglio, un raffinato studioso di letteratura italiana, latina, francese e tedesca, aperto ai più vasti interessi culturali. Ha al suo attivo saggi importanti tra cui uno dedicato a Riccardo Bacchelli che il Centro “Pannunzio” pubblicò in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali. Al lucido e penetrante articolo di Letizia Tortello-sua ex allieva – sulle pagine de “La Stampa” si sono aggiunte le più disparate testimonianze. Sulla mia pagina Facebook sono centinaia le attestazioni di stima e di affetto nei suoi confronti che ex allievi, soci del Centro “Pannunzio” , semplici sconosciuti hanno voluto manifestare nei modi più diversi. Spiace dover rilevare che chi ha scritto il necrologio sul “Corriere Torino” non si sia documentato con chi avrebbe potuto dargli informazioni utili a scrivere del prof. Ramella. Il fatto di aver ricordato due episodi non significativi di un quindicennio della sua presidenza al liceo di via Parini mi ha addolorato. Ramella va accostato al suo predecessore
Aurelio Verra che pure non seppe o non volle affrontare il ’68 nel modo adeguato. Erano anni turbolenti ,con gruppi di genitori e allievi faziosi che volevano dettar legge, professori narcisi, polemici all’eccesso e molto arroganti che, pur essendo minoranza tra il corpo docente, offrivano l’opportunità a Maria Valabrega di scrivere molti articoli non sereni sul “d’Azeglio”. Non bisognava andare a raccattare i pezzi della Valabrega per scrivere di Ramella, ma semmai bisognava informarsi della sua attività intellettuale di primissimo piano. Tra l’altro, molti hanno scritto “D’Azeglio” con la d maiuscola, dimenticando il predicato nobiliare di Massimo d’Azeglio. Era un cattolico di profonde convinzioni, ma il suo modo di sentire lo portava ad aprirsi a tutti, tanti anni prima di Papa Francesco.
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Il Papa che ammirò di più -me lo disse una volta- fu Paolo VI, il pontefice intellettuale e mite che completò ,in tempi drammatici per la Chiesa, l’opera appena iniziata da Giovanni XXIII.Il Concilio Vaticano II rinnovò la Chiesa ,ma ebbe anche l’effetto di lacerarla. Il dialogo era la scelta di fondo di Giovanni , sempre ben consapevole che per dialogare bisogna sapersi mettere in discussione con umiltà .Era un cattolico che non era mai stato democristiano, era un cattolico liberale alla maniera di De Gasperi che Giovanni ammirava molto. Ebbe anche dei momenti diversi, un po’ condizionato da alcune amicizie illiberali, ma nella sostanza,nel corso della sua lunga vita ,Giovanni rimase l’ex allievo di Don Bosco e la sua scuola ideale fu quella salesiana, pur avendo fatto il preside imparziale del più laico dei licei torinesi, non foss’altro per la sua storia passata. Per lui la laicità era soprattutto tolleranza e in certi anni in quel liceo la tolleranza non fu affatto di casa. A tutelarla ci fu il cattolico Giovanni Ramella. Ebbe anche due successori che non seppero assumere sulle proprie spalle l’eredità lasciata come preside. Uno passò alla storia del liceo per aver imposto la bollatrice ai docenti, l’altro per una vicenda sulla quale, almeno in questa occasione, è bene tacere. Giovanni fu amareggiato per non aver visto proseguito in modo adeguato il suo lavoro fatto di cultura, di pazienza, di equilibrio, di onestà e soprattutto di intelligenza e grande umanità. Nella scuola, salvo un caso, non poté mai contare su collaboratori validi che dessero un sostegno operativo al suo lavoro di Capo d’Istituto. Era un grande appassionato di musica e quando morì Massimo Mila organizzammo insieme al liceo d’Azeglio un suo ricordo com’era doveroso. Ma una volta Giovanni mi disse che la statura di Mila musicologo andava realisticamente ridimensionata. Fu una delle rarissime volte in cui si lasciò andare ad un giudizio non positivo. Lui cercava sempre in tutti gli aspetti migliori.
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Presidente dell’associazione ex allievi dell’Istituto San Giovanni Evangelista, amava ricordare con me i suoi e miei professori, in particolare Don Dante Bettega uomo di raffinata cultura mitteleuropea simile a quella di Giovanni, anche se assai meno approfondita. Una volta avemmo anche una piccola discussione su Michele Pellegrino che era stato il suo professore all’Università e che poi divenne cardinale arcivescovo di Torino. Io criticai la politica verso il Pci di Padre Pellegrino, come l’interessato voleva farsi chiamare, Giovanni lo difese, ricordandolo soprattutto come suo docente e uomo di straordinaria cultura. Ma con Giovanni era impossibile discutere animatamente perché la sua mitezza impediva a priori di alzare il tono della discussione. Solo qualche triviale professore del “d’Azeglio” osò attaccarlo in modo inqualificabile. C’è chi ha detto che fu nominato dal presidente Ciampi Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica per meriti scolastici. Questa affermazione non corrisponde al vero perché l’amministrazione scolastica non propose nessun riconoscimento all’atto del pensionamento di Ramella. Fu chi scrive a proporlo al Presidente e al compianto segretario generale Gaetano Gifuni che subito
colsero la statura dell’uomo che andava ben oltre ai suoi meriti scolastici. Ciampi avrebbe voluto conoscerlo di persona, poi disguidi vari impedirono l’udienza e fui io a consegnargli le insegne di commendatore a Palazzo Cisterna alla presenza della sorella e delle nipoti. Amava le vacanze a Courmayeur, ma passava ogni anno anche una settimana di raccoglimento spirituale a Camaldoli. Veniva a volte in Liguria a tenere qualche conferenza al Centro “Pannunzio” del Ponente , ma non amava il mare. La cultura italiana perde con la sua morte un protagonista importante che, vivendo quasi come un monaco del sapere, non ha purtroppo acquisito la notorietà che meritava. Mi auguro essa gli giunga almeno postuma, benché l’ambiente letterario sia invidioso anche con i morti. Torino perde uno dei suoi punti di riferimento di eccellenza. Ramella è stato unico ed irripetibile e non lascia eredi. Nessuno cerchi di ergersi ad erede né tanto meno a continuatore. Nessuno saprebbe ,anche solo lontanamente, imitare il suo impegno e la sua persona, il suo stile e la sua dignità.
scrivere a quaglieni@gmail.com
Ha appiccato un rogo ad Alpignano, lungo la strada della variante della provinciale 24, perché l’erba alta gli dava fastidio. I carabinieri di Rivoli lo hanno arrestato e messo ai domiciliari. Lui, un italiano di 56 anni, conosciuto alle forze dell’ordine, è stato fermato mentre cercava di scappare in bici dopo aver acceso le fiamme in cinque punti. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere l’incendio che ha bruciato circa 3mila mq di area campestre.
(foto archivio)

Gli era stato dato per errore un posto in una fila che non esisteva sull’aereo (la fila 1) e lui ne ha occupato un altro . Ma quando l’hostess gliene ha trovato uno libero, l’uomo, che viaggiava con la moglie, ha aggredito un dipendente dell’aeroporto che tentava di convincerlo, finché il comandante lo ha allontanato dal velivolo e lo ha lasciato a terra. L’episodio è accaduto sul volo Blue Air da Lamezia Terme a Torino. La polizia è salita a bordo e ha invitato il passeggero a lasciare l’aereo. Anche la moglie è scesa. Alla fine il volo è decollato con oltre mezz’ora di ritardo.
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Marcorengo in festa
Dal 31 agosto al 2 settembre, Marcorengo, frazione di Brusasco, ospita la festa patronale che coincide con la sedicesima edizione della “Sagra del Biru”. L’evento è organizzato dalla Pro loco Pro Marcorengo con il patrocinio del Comune di Brusasco e dell’Unpli. Si parte venerdì 31, dalle ore 22, con “Muzik Night – Last XX Century decaleva”, riunione delle leve dal 1990 al 2000 e una serata animata, oltre che dalla musica, anche da hotdog, birulin, patatine e tanto altro ancora. Sabato 1 settembre lo stand gastronomico apre alle 19.30 con grigliata e menù del biru (in particolare le specialità a base di agnolotti del biru ed altri prodotti tipici) seguiti, alle 21.30, dalle note dell’Orchestra del Canavese. Domenica, alle 11, verrà celebrata la Santa Messa solenne in occasione della festa patronale, seguita da una bicchierata per festeggiare la ricorrenza dei quarant’anni del coro. Alle ore 17 ci sarà il Colormob, evento ad ingresso gratuito, con aperitivi alcolici ed analcolici. Alle ore 20 ci sarà un’abbuffata con tipicità locali e le festa continuerà con animazione serale.
Massimo Iaretti
Scorci dal Valentino
Andrea Di Biccari ci invia queste immagini scattate al Valentino. Scoiattoli e anatre, gli abitanti del parco.