redazione il torinese

Frammenti di un paesaggio smisurato

montagna paesaggioAl Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, fino al 15 novembre 

 

La relazione tra fotografia e paesaggio è una relazione centrale per la cultura italiana e non solo. Attraverso il paesaggio si costruisce e si è costruita l’identità nazionale dei singoli Paesi e delle singole culture, legate al concetto di confine non solo fisico e politico, ma anche nella sua accezione di limite, che trova trasposizione fisica e concettuale nella montagna. Ostacolo naturale, ma anche frontiera-cerniera tra realtà contrapposte, questa si fa perfetta interprete della relazione natura/cultura. La cultura positivista del XIX secolo, con la sua fiducia nella scienza e nei progressi tecnologici, caratterizzata dall’ascesa della nuova classe borghese al potere politico e dalla nascita del capitalismo moderno con la rivoluzione industriale, ha trovato nella fotografia e nella sua pretesa oggettività lo strumento più adeguato ed efficace per soddisfare le crescenti necessità di una conoscenza analitica del mondo. Queste considerazioni sono alla base del percorso espositivo che, attraverso preziose immagini, propone le origini della montagna in fotografia e la costruzione del suo immaginario, attraverso frammenti di un paesaggio smisurato di terre alte.

 

Nella mostra FRAMMENTI DI UN PAESAGGIO SMISURATO. MONTAGNE IN FOTOGRAFIA 1850-1870 – curata da Veronica Lisino con il coordinamento di Aldo Audisio – sono esposti circa 150 pezzi dei fotografi primitivi, tutti notissimi. Tutti provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale della Montagna di Torino: stampe di grande formato, sciolte e in album, dei fratelli Bisson o Édouard Baldus, Samuel Bourne e Francis Frith, da Victor Muzet a Giacomo Brogi, solo per citarne alcuni. Immagini suggestive per contenuto, composizione, formato e qualità, impressionante per tecnica e resa, affascinante come solo quella ottocentesca degli inizi può essere. Al centro la relazione tra paesaggio e fotografia negli anni 1850-1870, parte di quella più ampia tra uomo e ambiente. La mostra è formata da una selezione di grandi formati del Fondo Fotografi delle origini – raccolta di 350 fototipi degli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento, fino ai primi anni del decennio successivo – conservato nella Fototeca del Museomontagna.  Costituito a partire da una significativa acquisizione del 2004 di una ventina di stampe di grande formato presentate al pubblico lo stesso anno – recentemente incrementato con un lavoro di acquisizioni presso antiquari, collezionisti ed aste internazionali, curato da Aldo Audisio –, il Fondo è composto da stampe di diverso soggetto e autore, rappresentativo delle origini della fotografia per datazione, tecniche e linguaggio, con l’avvio di pratiche e forme che oggi le riconosciamo proprie.

 

Ai nomi notissimi di Baldus, Marville, Stewart e Vialardi, si sono aggiunti via via fototipi di altro soggetto o autore, come i sempre noti Du Camp, Frith, Maxwell Lyte, McDonald e i più rari Hammerschmidt, Jeanrenaud e Saché. Dalla documentazione delle Alpi (italiane, francesi, svizzere, tedesche, slovene) ai Pirenei, dalle montagne sacre del Sinai a quelle himalayane, seppur senza pretese di esaustività, la raccolta è preziosa per la storia della montagna e della sua rappresentazione così come per quella della fotografia, con un ampio panorama di singole e specifiche storie. Il titolo della mostra, che riprende una citazione del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, ha  riferimenti molteplici che trovano corrispondenza, a più livelli, nella concezione del paesaggio e della fotografia. La proposta espositiva – realizzata dal Museo Nazionale della Montagna di Torino, con la Regione Piemonte e la Camera Di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e con la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano – è un’occasione unica per soffermarsi ad ammirare stampe di grande qualità, difficilmente riunite insieme, in un mondo contemporaneo di immagini che si consumano in poche ore.

 

La mostra è inserita nel programma del portale Very Bello del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nell’ambito delle iniziative di Torino per l’Expo 2015. In occasione dell’inaugurazione della mostra e nell’ambito del programma LEGGERE LE MONTAGNE, giovedì 21 maggio alle ore 18,00  sarà presentato il volume di 264 pagine, edito nella collana dei Cahier Museomontagna, che accompagna la mostra. Dopo un testo introduttivo della  curatrice Veronica Lisino, si susseguono 214 riproduzioni, per approfondire ulteriormente il viaggio attraverso la fotografia di montagna delle origini. Il volume è in vendita a 25 Euro.

 

 

FRAMMENTI DI UN PAESAGGIO SMISURATO

MONTAGNE IN FOTOGRAFIA 1850-1870

Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 22 maggio – 15 novembre 2015

Inaugurazione e presentazione del volume: 21 maggio ore 18,00

Una collezione del Museo Nazionale della Montagna – CAI-Torino

 

"It's Possible" ma non è Artissima. Installazione in piazzale Fusi

 L’opera nasce e si sviluppa in maniera  indipendente e  non è legata  ad Artissima o agli altri eventi collaterali che si svolgono in città durante questo fine settimana

de march 33de marchdemarch 35In un mondo sempre più inquinato da tensioni di ogni tipo, in cui le semplici incomprensioni sfociano in conflitti, chi vive seguendo ideali di libertà e rispetto può facilmente essere scambiato per un individuo libero, anticonformista e sovversivo. Da questo spunto parte la riflessione che mi ha portato a creare l’installazione denominata “It’s Possible”.La fiducia nello Stato, nella società, nel prossimo è venuta meno, diventando il grosso cancro del mondo contemporaneo. Proprio come  un cancro che si diffonde di cellula in cellula, la diffidenza, unita ad una buona dose di pessimismo, si trasmette da individuo a individuo.Ma la via d’uscita esiste e, come spesso accade, è la strada più semplice. Per lasciarsi alle spalle il pessimismo e ritrovare la fiducia, basta chiudere gli occhi e tornare a pensare come un bambino. Serve abbandonarsi a quei valori che solo i bambini riescono a portare avanti. Valori che si traducono in speranza, gioia, libertà, amore, amicizia. Valori insiti nell’uomo. Valori con cui tutti siamo nati e cresciuti. Valori che tutti abbiamo vissuto e che poi, chissà perchè, in qualche modo abbiamo abbandonato.L’opera, quindi, si sviluppa attraverso  un bambino che, in bilico sopra un alto muro di mattoni, sta per saltare di sotto. A reggerlo, e a convincerlo che non si sfracellerà a terra, solo un mazzo di palloncini colorati. Su ciascun palloncino è stata dipinta una scritta:  HOPE, HAPPINESS,  LOVE, FREEDOM, FRIENDSHIP. Ogni palloncino va quindi a rappresentare uno di quei valori da  cui è necessario ripartire. Questi valori, come i palloncini, volano nell’aria che ci circonda. I bambini, si sa, sono simbolo di purezza e dovranno fare i conti con il mondo che lasceremo.In questo caso, il bambino rappresenta ciascuno di noi adulti. Solo re-indossando i panni di un bambino, con la purezza e l’incoscienza che li contraddistingue, saremo in grado di avere il coraggio stare in bilico su un precipizio, certi che i valori universali (e in cui crediamo) ci sosterranno. L’opera è stata collocata stamattina 6 Novembre in Piazzale Valdo Fusi a Torino l’opera nasce e si sviluppa in maniera  indipendente e  non è legata  ad Artissima o agli altri eventi collaterali che si svolgono in città durante questo fine settimana.

 

Luca De March

Incidenti stradali in calo ma aumentano quelli mortali

In Valle d’Aosta il numero dei morti è praticamente raddoppiato: da sette a 13, mentre in Piemonte gli incidenti mortali salgono da 259 a 265

 

 

autostrada tunnelSono in calo gli incidenti stradali in Piemonte e Valle d’Aosta. Purtroppo, però, contrariamente a quanto avviene nel resto d’Italia, aumentano quelli mortali. A parlare sono i riscontri Istat sull’anno 2014. In Valle d’Aosta il numero dei morti è praticamente raddoppiato: da sette a 13, mentre in Piemonte gli incidenti mortali salgono da 259 a 265, con un aumento dell’2,3%. Nella nostra regione, inoltre, crescono gli incidenti con feriti, anche se solo dello 0,5%.
    

In biblioteca per conoscere la Torino tra il 1918 e il 1961

In occasione della ristampa di “Torino in guerra”

 

Torino vecchiaIncontri con Pier Luigi Bassignana per conoscere la Torino tra il 1918 e il 1961 in occasione della ristampa di “Torino in guerra”. La vita quotidiana dei torinesi al tempo delle bombe, in collaborazione con le biblioteche civiche di Torino. Quattro incontri sulla storia di Torino che raccontano e soprattutto ci fanno vedere com’è cambiata la città in quarant’anni, con le preziose immagini degli archivi storici cittadini.

I prossimi incontri:

– mercoledì 11 novembre, biblioteca civica Centrale (via della Cittadella, 5 – Torino), ore 17,00 presentazione di 
“Torino sotto le bombe” nei rapporti inediti dell’aviazione alleata;
– mercoledì 18 novembre, biblioteca civica Centrale (via della Cittadella, 5 – Torino), ore 17,00 presentazione di “Torino in guerra”.
La vita quotidiana dei torinesi al tempo delle bombe;
– lunedì 23 novembre, Biblioteca civica Bonhoeffer (corso Corsica, 55 – Torino) ore 17,00 presentazione di “Torino dopo la guerra”.
Vita quotidiana dei torinesi dalla ricostruzione a Italia 61

Chivasso, investimento mortale sulla ferrovia

I binari 1 e 2 sono interrotti

 

treno p nuovaLa pagina Fb di Sfm, servizio ferroviario metropolitano comunica la notizia di un investimento mortale presso la stazione di Chivasso.  I binari 1 e 2 interrotti. Per il momento non si segnalano particolari problemi nella circolazione dei treni.

 

(Foto: archivio il Torinese)

Violenza di genere e donne disabili

E’ stato  proiettato il film-documentario “L’Amore Vola” di Paolo Severini, progetto realizzato dall’ Associazione Diritti Negati 

 

donne disabiliLa Sala del museo della radio e della televisione – sede Rai di Torino ha ospitato il convegno dal titoloSesso, violenza e disabilità: abbattiamo l’ultimo tabù”. In onore del 25 novembre – giornata nazionale contro la violenza sulle donne si è voluto mettere l’accento sulla questione della violenza di genere nei confronti delle donne affette da disabilità fisica, psichica o sensoriale; una realtà molto importante ma troppo spesso taciuta o addirittura sottovalutata.

 

Insieme a figure competenti , come ad esempio Claudio Arrigoni, esperto di disabilità e responsabile Gazzetta Tv oltre che fondatore e redattore del sito “Gli invisibili”,Laura Onofri, presidente Commissione Diritti e Pari opportunità del Comune di Torino e coordinatrice di “Se non ora quando”, Anna Gioria e molti altri), si è parlato di come l’accanimento in mille modi diversi contro le donne con disabilità, rappresenti ancora oggi un tabù sia da un punto di vista culturale che legislativo. Insieme ad Agata Armanenti, Avvocata matrimonialista e consulente legale di uno sportello antiviolenza, si è constatato come ancora oggi vi sia all’interno della nostra Giurisprudenza, un vuoto legislativo a tutela di tutte quelle donne rese più fragili perché affette da disabilità: la violenza di genere è aggravata solo dalla famigliarità dell’aguzzino o dalla minore età della vittima. Una mancanza legislativa sicuramente da colmare e che rappresenta un doppio pugno nello stomaco della giustizia italiana, colpevole troppo spesso di dimenticare e accantonare queste vittime doppiamente discriminate, inziché difenderle con ancora maggiore decisione.

 

Al termine del convegno è stato inoltre proiettato il film-documentario “L’Amore Voladi Paolo Severini, progetto realizzato dall’ Associazione Diritti Negati e finanziato dalla Regione Piemonte, che tratta con molta delicatezza e garbo un tema ancora poco affrontato e il più delle volte ignorato: la questione della sessualità in relazione alla disabilità dell’individuo. Il convegno, introdotto dal presidente Commissioni Pari Opportunità Rai Modera, Mussi Bollini, e dalla giornalista e scrittrice Elena Mora, ha aperto uno spiraglio di speranza affinché possa avvenire al più presto un cambiamento legislativo,culturale e sociale, a tutela di tutte quelle donne che affette da una disabilità subiscono violenza.

 

Simona Pili Stella

Presunti candidati e dietrologie elettorali per la conquista della Sala Rossa

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

sala rossa palazzo civicotosettoLa battaglia di Roberto Rosso ha un aspetto positivo: è condotta alla luce del sole. Si può non condividere ciò che dice e noi apparteniamo a chi non condivide. Ma ci dice ciò che pensa. Non sarà molto. Ma in questa confusione massima è già qualcosa di fondamentale nel sistema democratico.Gli obbiettano d’essere una minestra riscaldata. Probabile.  Ma francamente non vedo “pastasciutte ” inventate da cuochi giovani

 

Roberto Rosso non si arrende e il 27 ottobre ha mandato una lettera a tutti i leader della destra  per ottenere le primarie per la scelta del candidato a Sindaco di Torino. I bene informati indicano nel 13 di questo mese la data fatidica per le scelte che dovrà prendere il Cavaliere . Incontrerà l’ avvocato Olivetti che sfidando i centri sociali torinesi si è quasi autocandidato. E’ stato iscritto al Msi. Se ha cambiato idea ha superato l’ “errore” giovanile. Il  nostro orizzonte rimane una destra democratica ed antifascista, saremo retrò, ma ci piace essere antichi. Anche se la politica locale e nazionale mi sembra un biliardo dove le bocce numerate carambolano cozzando tra loro senza che nessuna vada in buca, in strani,  sfuggenti e inconcludenti giochi politici,

 

palazzo civicoAddirittura c’è chi favoleggia di un possibile e sotterraneo accordo tra il Berlusca ed il nostrano e provinciale Peron ( Renzi, ovviamente) per dividersi Milano e Torino. Milano dopo Pisapia alla destra e a Torino la riconferma del giramondo Piero Fassino.Dietrologia? Sicuramente, ma anche testimonianza di una totale confusione. Con i 5 stelle gufanti convinti, non a torto, che il tutto porta acqua al loro mulino. mole vittorio

 

Orbene,  la battaglia di Roberto Rosso ha un aspetto positivo: è condotta alla luce del sole. Si può non condividere ciò che dice e noi apparteniamo a chi non condivide. Ma ci dice ciò che pensa. Non sarà molto. Ma in questa confusione massima è già qualcosa di fondamentale nel sistema democratico.Gli obbiettano d’essere una minestra riscaldata. Probabile.  Ma francamente non vedo “pastasciutte ” inventate da cuochi giovani. Vero? Felicissimo di sbagliarmi e vi prego di farmelo presente. Regna confusione sia a destra che a sinistra. E c’è qualcuno che aspetta che l’impazzimento sia totale.

Esercito: stabilizzare e ricostruire dopo un conflitto

Trenta dirigenti a lezione al Centro Studi Post Conflict Operations

 

esercito scuola applicazioneLunedì 9 novembre si apre a Palazzo Arsenale l’11° “Stabilization and Reconstruction Management Senior Course”, un percorso formativo rivolto a dirigenti civili e militari responsabili della gestione dei processi di stabilizzazione nei territori reduci da un conflitto.

 

Al saluto del Generale di Divisione Claudio Berto e del Direttore del Centro, Colonnello Luigi Marangoni, segue la lectio magistralis dell’ambasciatore Giancarlo Aragona, Presidente dell’Istituto di Studi Politici Internazionali (ISPI), sulle “Relazioni NATO – Russia alla luce della crisi Ucraina”. Il corso, organizzato dal Centro Studi sulle Operazioni di Post-Conflict (CSPCO), permette ai frequentatori di confrontarsi con le peculiari esperienze maturate dall’Esercito nello specifico settore e di approfondire la conoscenza della cosiddetta “linea italiana” di approccio ad una tematica delicata e complessa. Le lezioni, in lingua inglese,esercito applicazione 2 riguardano temi sociali, politici, etnici, religiosi e culturali.

 

Fra i trenta dirigenti ammessi alla frequenza del corso anche alcuni stranieri, provenienti da FYROM/Macedonia, Giordania, Kenya, Oman. La Scuola di Applicazione dell’Esercito, polo culturale e formativo d’eccellenza, attraverso questa iniziativa conferma la propria vocazione alla internazionalizzazione degli studi ed all’apertura nei confronti delle componenti civili della società, con le quali consolidare la reciproca collaborazione.

Moscato d'Asti? No, tarocco di Moldavia

Sono 150mila i litri di vino taroccato in una azienda vitivinicola astigiana

 

GUARDIA FINANZAIl “moscato” non era proprio d’Asti ma proveniva dalla Moldavia. Sono 150mila i litri di vino taroccato in una azienda vitivinicola astigiana. Il prodotto veniva  spacciato per docg e dop, ma in realtà veniva tagliato con vini provenienti dalla Moldavia  sofisticati con l’impiego di sostanze chimiche. Nell’operazione della Guardia di finanza sono state sequestrate  40mila bottiglie di falso Pinot Dop. Erano su un camion diretto al porto di Livorno, pronte per attraversare l’Atlantico verso l’America. Denunciati i reponsabili delle frodi.
    

Sgombero di 25 persone dall'ex clinica San Paolo

polizia sommossa

La struttura di corso Peschiera, all’angolo con piazza Sabotino è presidiata simbolicamente dagli antagonisti del centro sociale Gabrio

 

E’ stato effettuato in Borgo San paolo a Torino, lo sgombero dell’ex clinica Casa Bianca San Paolo, da anni occupata da immigrati africani. La polizia ha trovato all’interno 25 persone, per lo più di nazionalità eritrea. Sarà compito del Comune alloggiarle in altre strutture. La struttura di corso Peschiera, all’angolo con piazza Sabotino è  stata presidiata simbolicamente dagli antagonisti del centro sociale Gabrio.

 

(Foto: archivio il Torinese)