Nel 2002 François Ozon raccolse le eccellenze dell’olimpo femminile che è di casa nel cinema francese e diede vita a 8 donne e un mistero
Le attrici si chiamavano Deneuve Ardant Huppert Béart con le giovani Ledoyen e Sagnier e quella che era stata nel ’36 una giovanissima Maria Vetsera nel Mayerling di Anatole Litvak, Danielle Darrieux, un monumento. Un tripudio di visi, tic, caratteri, abiti colorati oltre misura, una leggerezza tutta francese, una lampante spiritosaggine in mezzo al buio di un delitto, la presentazione di ciascun personaggio affidato alle canzoni di Dalida o Françoise Hardy o Georges Brassens, delicate e orecchiabili, un piccolo capolavoro. Al festival di Berlino di quell’anno tutte quante le attrici furono osannate in blocco con un Orso d’argento, l’anno successivo il film ebbe dodici candidature ai César e Ozon vinse il Lumière come miglior regista dell’anno. Con qualche leggerezza in meno e con qualche intrigante suspence in più approda oggi all’Alfieri (repliche sino a domenica 17) la commedia omonima scritta da Robert Thomas, che ha coinvolto nella produzione, con la regia di Guglielmo Ferro, pronto a firmare anche la scena che racchiude a più livelli i vari ambienti, tre realtà come La Pirandelliana, la Compagnia Molière e ABC Produzioni e un nutrito gruppo di attrici nate sui nostri palcoscenici e per nulla disorientate davanti alle colleghe d’oltralpe. Resta intatto il divertimento, l’ironia non delude intrufolandosi a dovere negli ingranaggi della commedia, la trama ed il finale inaspettato corrono spediti grazie alle ottime prove, mantenendo per le due ore il fiato sospeso dello spettatore, senza un attimo d’interruzione. Come in ogni giallo che si rispetti (i maestri sono insuperabili, sarebbe sufficiente l’”Orient Express” della Christie, e Thomas era per l’occasione sulla buona strada), la neve ricopre alla vigilia di Natale le strade che arrivano alla grande villa di campagna, il cadavere del padrone di casa viene ritrovato nel chiuso di una stanza con un coltello conficcato nella schiena, i fili del telefono sono stati tagliati, ogni comunicazione è interrotta. All’interno otto donne, pronte a sbranarsi e a nascondere segreti, a squinternare verità da tempo sepolte, tra graffi e deboli sorrisi, unioni e quattrini, vizi (tanti) e piccole virtù (molte), nel gruppo la giovane Suzon che ha deciso di avviare la propria personale indagine. La consorte del povero defunto coltivava la brutta abitudine di spillare denaro e nasconde una relazione con un giovanotto che però la tradisce con Pierrette; Pierrette, sorella del fu, in quanto a quattrini, ne aveva sempre un gran bisogno e sognava con lui vantaggiose frequentazioni; zia Augustine, sorella della padrona di casa, nevrotica e zitella all’eccesso, legge di nascosto romanzetti rosa e ha spasimato per il cognatino passato a miglior vita; c’è pure una mamma/nonna che tenta in tutti modi di mettere al sicuro i suoi titoli più che redditizi di cui il genero avrebbe avuto un gran bisogno, visto che per lui la strada d’obbligo era quella della bancarotta (ah, a proposito, la vegliarda a suo tempo aveva anche fatto fuori il proprio marito), c’è una governante madame Chanel che stravede per Pierrette e una cameriera senza peli sulla lingua, amante di Marcel e per nulla insensibile al fascino della padrona, ci sono Suzon e Catherine, la prima se la faceva col morto (è incinta) da quando aveva scoperto che non era il suo vero padre, l’altra, scopritelo voi, è l’anima della commedia. Attenzione alle pistolettate, che uccidano o no, tutte al momento giusto. Ci vogliono delle attrici che abbiano grinta, spirito e ritmo, che sappiano “giocare” e ci sono, l’abbiamo detto. Anna Galiena (che ha curato anche l’adattamento), Debora Caprioglio chiusa a riccio nella mentalità e nell’abitino di Augustine ma pronta a sbarazzarsene (un bel ritrattino acido acido, dentro cui l’attrice s’è calata con intelligenza e gusto), Caterina Murino, Paola Gassman, Antonella Piccolo, Claudia Campagnola, Giulia Fiume e Maria Chiara Dimitri, tutte compatte per il successo vivissimo della serata. I costumi, intimi ai personaggi, sono di Françoise Raybaud.
Elio Rabbione
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