Eroe greco dalla forza prodigiosa e sovrannaturale, semidio nell’antichità – il primo mortale a diventarlo – figlio di Giove e della regina Alcmena, e ancora eroe romano e poi cristiano nel Medioevo, fino a diventare possente icona dell’arte del Rinascimento e del Barocco via via fino ai giorni nostri, con le fantastiche imprese raccontate dal cinema negli anni a metà del secolo scorso: a Eracle – l’Ercole latino – e al suo mito che, inossidabile, ha resistito all’urto dei tempi e delle civiltà, la Reggia di Venaria dedica un’importante mostra ospitata nella “Sala delle Arti” e visitabile fino al 10 marzo dell’anno prossimo. Curata da un comitato scientifico presieduto da Friedrich-Wilhelm von Hase e organizzata dalla “Swiss Lab for Culture Projects” (sapientemente guidata da Paolo e Lidia Carrion), la rassegna acquista un particolare significato alla luce dei lavori di restauro, attualmente in corso, della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata proprio dalla Statua dell’ “Ercole Colosso” (tre metri e 37 centimetri d’altezza in marmo bianco di Frabosa) voluta da Carlo Emanuele II di Savoia e realizzata da Bernardo Falconi intorno al 1670 su progetto di Amedeo di Castellamonte. E proprio di qui può idealmente partire un percorso espositivo che, intorno alla figura del grande eroe mitologico, mette insieme, attraversando oltre 2500 anni di storia, una settantina di opere, fra reperti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture e manifesti e filmati e tant’altro ancora. Al periodo compreso fra il 560 ed il 480 a. C. (siamo all’origine del mito in epoca pagana) può farsi risalire una serie di ritrovamenti archeologici di notevole raffinatezza come vasi, anfore e coppe realizzate nella regione greca dell’Attica, provenienti dall’”Antikenmuseum” di Basilea e raffiguranti le imprese canoniche dell’eroe; a spiccare la monumentale anfora del Pittore di Berlino – fra le massime espressioni della ceramica ateniese – e l’hydria attribuita al Gruppo dei Pionieri. Alcune statuette in bronzo o in terracotta, così come una testa colossale di Ercole in riposo – copia della seconda metà del I secolo a. C. di un’opera di Lisippo risalente al 320-310 a. C.– o ancora il calco in gesso del gruppo bronzeo di “Ercole con la cerva di Cerinea” di Lisippo (dalla “Skulpturhalle” di Basilea) testimoniano invece la diffusione della leggenda erculea in ambito romano. A chiudere la sezione due coppe in oro e argento del grande Gianmaria Buccellati, sbalzate e cesellate con le “fatiche” dell’eroe. Di particolare interesse anche gli spazi dedicati al recupero del mito di Ercole da parte del Cristianesimo medievale, quando la figura del semidio viene associata a quella del Salvatore e la discesa, ad esempio, agli inferi per strappare Alcesti a Thanatos prefigura la discesa di Cristo nel Limbo, così come le sue vittorie contro gli animali mitologici annunciano la vittoria del Redentore sul demonio. Qui si ammira anche un prezioso cofanetto in avorio dell’XI secolo raffigurante l’eroe che strangola il leone e solleva Anteo, proveniente dal “Museo Archeologico Nazionale” di Cividale del Friuli. L’epoca moderna è contraddistinta in particolare dai dipinti e dalle sculture del Rinascimento (esemplare “L’Apoteosi di Ercole” del Garofalo); ben rappresentati anche il Seicento (con la scultura di scuola romana “Ercole fanciullo con il serpente”) e il Settecento, con due preziosi manufatti in terracotta dorata di Lorenzo Vaccaro, oggi custoditi nel “Museo Filangieri” di Napoli. Imperdibili per la potenza dell’impronta narrativa tutte le cinque grandi tele realizzate da Gregorio De Ferrari, eccelso pittore del barocco genovese, raffiguranti le più celebri fatiche di Ercole e provenienti dalla “Galleria Nazionale” di Palazzo Spinola di Genova. Infine Ercole al cinema. A chiudere la rassegna è infatti una curiosa sezione che ricostruisce un ambiente di foyer cinematografico anni ’50-’60, con i grandi film, cosiddetti del “peplo”, prodotti a Cinecittà in quegli anni e ancora recentemente a Hollywood, che videro impegnati attori quali Giuliano Gemma o Arnold Schwarzenegger, oltre alla trasposizione in disegni animati di Walt Disney.
Gianni Milani
Reggia di Venaria – Sala delle Arti, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino), tel. 011/4992333 – www.lavenariareale.it
Fino al 10 marzo 2019
Orari: fino al 14 ottobre, mart. ven. 10/18; sab., dom. e festivi 10/19,30; chiuso il lunedì. Dal 15 ottobre, mart. – ven. 9/17; sab., dom. e festivi 9/18,30; chiuso il lunedì
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