I bagnini, “uomini ruvidi dal cuore gentile”

Ora rivivono in un libro ricco di aneddoti e ritratti fotografici, nato da un’idea di Domenico Monteforte, artista pietrasantino, ma versiliese di adozione

Mario Tobino, psichiatra e scrittore viareggino piuttosto noto del Novecento, definì i bagnini “uomini ruvidi dal cuore gentile”. Questa espressione, un ossimoro quasi, è stata presa a prestito diventando il titolo di un libro che vuole anche essere un omaggio alla Versilia dei tempi che furono, senza dimenticare quella di oggi, attraverso il ritratto di uno dei suoi protagonisti, il bagnino. “Bagnini, uomini ruvidi dal cuore gentile” nasce da un’idea di Domenico Monteforte, artista pietrasantino, ma fortemarmino di adozione, che ha raccolto intorno a sé il giornalista viareggino Umberto Guidi, per le interviste e gli aneddoti presenti nel volume, ed il fotografo Federico Neri per la sezione fotografica. Scopo del libro è quello di cogliere, attraverso i ritratti dei bagnini immortalati con la tipica maglia rossa del salvataggio, lo spirito autentico della terra versiliese, che si è sempre contraddistinta per quel suo carattere elitario, capace, però, di convivere in modo armonioso con le tradizioni locali di quel tratto di costa da cui si possono ammirare le marmoree Alpi Apuane. La copertina del volume coglie il ritratto del celebre Nemo, una istituzione per la Versilia e per Forte dei Marmi, con un volto solcato dai venti del mare e la pelle bruciata dal sole, il carattere caparbio di chi è capace di sfidare le avversità del mare. La figura del bagnino, con l’avanzare del progresso tecnologico di oggi, si è dovuta, sicuramente, adattare ai tempi. Spesso, soprattutto nei decenni passati, egli proveniva da altri campi ed esperienze lavorative rispetto a quelle di oggi; i bagnini, nei mesi non estivi, erano talora marinai, pescatori o, talvolta, lavoratori del marmo e contadini, capaci di adattarsi alla vita del mare, impegnati, allora più di oggi, nel salvataggio dei bagnanti, spesso meno abili di ora a nuotare. Erano i veri depositari della tradizione e seguivano un codice che li portava ad essere riservati nei confronti degli amori, talora adulterini, che i clienti consumavano sulle spiagge. Oggi la figura del bagnino si è modificata, seguendo l’evolversi, anche tecnologico, dei tempi ed il raggiungimento della parità dei sessi. Nel libro compaiono, infatti, anche ritratti di donne con patentino di salvataggio e, quindi, bagnine, eredi della prima bagnina di Forte dei Marmi, di nome Alaide, vissuta a fine Ottocento.

Mara Martellotta

“Bagnini, uomini ruvidi dal cuore gentile”, Clemente editore

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