Dalla raccolta “Raggi di luna” di Chicca Morone (Il Convivio editore)
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Sempre cadendo tra la brace e il fuoco
tu vai cantando – come si potesse –
prender la vita quasi fosse gioco
ed oltre il giorno nulla si vedesse.
Dammi la mano, vieni in questo loco:
non ci pensare, giammai non è concesso
di altri volti sognare senza il poco
che d’ogni sogno reca il suo riflesso.
Sono sincera, il luogo è casa mia:
ti accolgo tra le mie braccia perché amando
da me allontani questo turbamento;
ma se è solo per gioco o per follia
che i miei capelli sfiori accarezzando
lasciami pure sola nel tormento.
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