“Gio’ Pomodoro. L’opera scolpita e il suo disegno”

Una mostra piacevolmente particolare. Concepita e organizzata con saggia intelligenza. “Non un’antologica, che sarebbe stato arduo realizzare se si considera la vastità delle tematiche affrontate da mio padre, ma un percorso caratterizzato da un intenso dialogo fra sculture e disegni e oggetti di uso quotidiano”: così il figlio Bruto, appassionato “stratega” dell’evento, sintetizza i contenuti della rassegna dedicata – a quindici anni dalla scomparsa e a sei dall’ultima importante retrospettiva- al celebre padre Gio’ Pomodoro (Orciano di Pesaro, 1930 – Milano, 2002) dal subalpino Museo “Accorsi – Ometto”, in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, fino al prossimo 10 settembre.

Sicuramente a livello internazionale fra i più importanti scultori astratti (ma fu anche orafo, incisore e scenografo di eccezionale singolarità creativa) del secolo scorso, Gio’ (Giorgio) Pomodoro è noto soprattutto per le imponenti opere monumentali, come la “Grande Ghibellina” del ‘65 o il “Sole per Galileo Galilei” con casa a Firenze o ancora il “Luogo dei quattro punti cardinali” nel parco di Taino, così come il “Teatro del Sole” a Francoforte. Senza dimenticare il grande bronzo “Sole Aerospazio”, donato dall’Aeritalia alla città di Torino – luogo amato, con cui Pomodoro mantenne negli anni un fortissimo legame – in occasione del Ventesimo anniversario della fondazione della Società e collocato permanentemente al centro della civica piazza Adriano. Ma attenzione! L’artista era pur sempre solito avvertire che “ci sono piccole sculture di pochi centimetri che sono monumentali”. E proprio in quest’ottica, la mostra al Museo torinese di via Po traccia un percorso espositivo quanto mai esauriente circa l’alta “professionalità” del Maestro marchigiano, affiancando (eccone la piacevole particolarità) a un nutrito corpus di sculture una mirata selezione di opere pittoriche su carta. Il disegno infatti, inteso come progetto primigenio dell’opera, concepito a mano libera in piena libertà di segno o rigorosamente realizzato a tecnigrafo, secondo le leggi della Sezione Aurea, ha sempre rappresentato per lo scultore una fase ineludibile ed essenziale della propria ricerca; così compiuto e così definito – non mai solo bozzetto – da diventare molto spesso lavoro a se’ stante, dipinto che vive di vita propria, non necessariamente propedeutico all’opera scultorea. A testimoniarlo in concreto i 57 capolavori esposti, datati fra il 1954 e il 2001. Nello specifico, 23 sculture in bronzo marmo o pietra, 30 disegni (alcuni inediti) fra i quali spicca il grande “Nutritore” – acquerello raffigurante un imponente Sole pittorico di due metri per due – e 4 preziose Scatole/Scultura in oro e pietre dure, a testimonianza del lavoro di Gio’ Pomodoro nel campo delle arti applicate e dell’oreficeria: una suggestiva carrellata di opere tri e bidimensionali che rappresentano in modo esaustivo i cicli più importanti di un artista davvero “totale”. Dai Segni e Crescite ai Quadrati e Contatti , dalle Spirali e Archi fino a Marat e Hermes e agli Alberi e Derive. Ma soprattutto a Tensioni e Soli, opere cui il Maestro deve la sua fama, dopo la lunga esperienza informale: è il “ciclo della materia, del vuoto e della geometria” con “Superfici in tensione” e “Folle” dalle “aree fluttuanti in bronzo e dai grandi blocchi scolpiti nel marmo o squadrati con rigidezza nella pietra”. Qui nasce, in modo perfino ansiogeno, l’“ossessione” propria di ogni vero scultore, che è quella del “vuoto” e il conseguente esasperante “tentativo – ricordava lo stesso Pomodoro – di esprimerlo o catturarlo o definirlo”. Impresa eroica, anche per i grandi ( “il vuoto, che vuoto non è mai, prepara, accoglie e nutre ogni epifania” ) caparbiamente tallonata e sperimentata con altissimi risultati da Gio’ Pomodoro, primo italiano a ricevere nel 2002 dall’International Center di Washington (per il suo contributo esemplare alla scultura) il “Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award”.

Gianni Milani

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“Gio’ Pomodoro. L’opera scolpita e il suo disegno”

Museo di Arti Decorative “Accorsi – Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688- www.fondazioneaccorsi-ometto.it

Fino al 10 settembre. Orari: mart. – ven. 10/13 e 14/18; sab. – dom. 10/13 e 14/19

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Le immagini: 

– Gio’ Pomodoro: “Folla”, bronzo lucido, 1964

– Gio’ Pomodoro: “Studio per Folle”, acquerelle e china su carta, 1962
– Gio’ Pomodoro: “Contatti Torre I”, marmo nero del Belgio, 1970
– Gio’ Pomodoro: “Superficie e segni”, bronzo lucido, 1958
– Gio’ Pomodoro: “Scatola Sole”, oro giallo, ossidiana e diaspro all’interno
– Gio’ Pomodoro: “Nutritore”, acquerelli, ossidi e matita su carta a mano spagnola, 1998
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