La lettura dei risultati della sessantaseiesima edizione è contenuta nell’indagine “Effetti economici, sociologici e turistici della valorizzazione del patrimonio culturale piemontese: il ruolo della Sagra del Peperone”
Duecentocinquantamila presenze in dieci giorni con una ricaduta di due milioni e 630mila euro sul territorio cittadino: sono questi i risultati dei dati relativi a “Peperò” la Sagra del Peperone di Carmagnola, edizione 2015. Dunque l’attribuzione del fregio di “manifestazione fieristica di livello nazionale”, come da 5 anni a questa parte, è ben meritata.
La lettura dei risultati della sessantaseiesima edizione è contenuta nell’indagine “Effetti economici, sociologici e turistici della valorizzazione del patrimonio culturale piemontese: il ruolo della Sagra del Peperone”, condotta da Giuseppe Attanasiricercatore confermato dell’Université de Strasbourg (Francia), direttore del LEES (Laboratoire d’Économie Expérimentale de Strasbourg), docente a contratto presso il Dipartimento di Economia dell’Università Bocconi di Milano e da Valentina Rotondi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha curato il progetto di ricerca in collaborazione con l’Universitat Jaume I di Castellón de La Plana (Spagna) – Laboratori de Economia Experimental e l’Associazione “Cultura è Trasparenza” di Soleto (LE). Quanto risultante dallo studio dell’evento, che si è svolto dal 28 agosto al 6 settembre, è stato presentato nella sala del consiglio comunale di Carmagnola, alla presenza del sindaco Silvia Testa, dell’assessore alle manifestazioni, Letizia Albini e di Giuseppe Attanasi.
er quanto concerne la provenienza dei visitatori, la metà degli intervistati risiede a Carmagnola, l’11,5% risiede nel capoluogo Torinese, il 22% nella Città Metropolitana, il 9% nelle altre province piemontesi, il 2,3% proviene da altre regioni d’Italia mentre il 3,2% risiede all’estero, in particolare in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Moldova e Ucraina.
Massimo Iaretti
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