Terrore parigino, "disordini" torinesi: indizi diversi di ingovernabilità

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di Patrizio Tosetto

 

 

 

In Francia il terrore. Qui occupazioni, manifestazioni, povertà. Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Il filo che lega due realtà diverse: noi e Parigi.

 

Difficile scrivere della nostra città, ora che il peso esistenziale provocato dai fatti di Parigi grava sulle nostre conoscenze. Quello che sarà e quello che è stato. Purtroppo un intimo filo lega il tutto. Condiziona e condizionerà le nostre  anime. Questa è una piccola premessa. I fatti. Venerdì mattina presto in via Asti. La caserma sgomberata dall’occupazione. Tra pattuglie di polizia, auto dei vigili urbani e polizia privata scopro qualcosa che non sapevo. Prima dei Rom, l’arrivo dei profughi, probabilmente pachistani è stato richiesto, concordato, con il sindaco. Nella richiesta soddisfatta c’è una legittimità nell’agire dei ragazzi  di Terre di Mezzo.

 

Capisco la rabbiosa reazione degli anarchici dopo lo sgombero. Capisco ma non legittimo, visto che nei campi predisposti per i Rom, per intenderci quelli non abusivi, c’è ancora posto. Ed anche la soluzione della Cavalerizza  posticcia . Ad oggi le politiche di integrazione sono fallite. Percorro a piedi via Po. Incontro l’mmancabile senzatetto. Ho il dubbio se fotografare. Debbo però testimoniate ciò che vedo. Vedo polizia schierata. Rumoreggiare in via Verdi dove, appuro successivamente, insegnanti comunali di scuola materna manifestano contro l’assessore competente. Vorrebbero aumentare l’orario ed il relativo carico di lavoro.

 

Mancano i soldi e debbono fare di necessità virtù. Oggi scopro che per loro il pericolo è scampato. Il contratto di lavoro nazionale lo impedisce. E poi tra un po’ si vota a Torino. Il Lungo è intervenuto per motivi elettorali. Verso Porta Palazzo: sotto i portici del Palazzaccio, davanti al Duomo, altri profughi bivaccano. Normale amministrazione. Non vorrei essere giudicato un perbenista, ma sollecito soluzioni alternative. Oltre al fatto che l’inverno a Torino è duretto.

 

Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Film già visto. Vorremmo essere ottimisti. Purtroppo i fatti sono più forti di noi. Il filo che lega ora Parigi e la nostra città, pur con le dovute differenze di un fatto tragico come quello degli attentati, rispetto alla situazione torinese,  è l’ingovernabilità.

 

Non vogliamo e possiamo arrenderci a questa ingovernabilità. Ma l’unica cosa che possiamo fare è organizzarci.

 

(Foto: il Torinese)

 

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