Music Tales, la rubrica musicale
“Tutto quello che mi fai sentire e tutto quello che dici
Solo, non posso averne abbastanza
Solo, non posso averne abbastanza
Scappiamo e scorriamo quando ci innamoriamo
e solo, non posso far finta di averne abbastanza”
Quando si pensa agli anni ’80, si immaginano giacche dalle spalline improbabili, capelli voluminosi e sintetizzatori che fanno da colonna sonora a un decennio colorato ed euforico. Tra questi suoni iconici, “Just Can’t Get Enough” dei Depeche Mode rimane uno dei pezzi più riconoscibili e contagiosi dell’epoca. Una canzone che, nonostante il suo titolo, riesce davvero a lasciarti con la sensazione di volerne ancora.
Pubblicata nel 1981, la canzone fa parte del primo periodo dei Depeche Mode, quando la band era guidata creativamente da Vince Clarke. Prima dei loro futuri oscuri e sofisticati esperimenti elettronici, il gruppo mostrava un lato più luminoso, quasi ingenuo, ispirato dalla nascente scena synth-pop britannica.
“Just Can’t Get Enough” incarna perfettamente questa fase: è fresca, semplice, immediata, e porta con sé quella gioiosa ingenuità che i fan ricordano con affetto.
La forza del brano è la sua melodia irresistibile. Il riff sintetizzato, oggi facilmente riconoscibile, rappresenta uno dei primi esempi di come l’elettronica potesse essere non solo sperimentale, ma anche pop e radiofonica.
Ascoltare la canzone significa farsi trascinare in una spirale di entusiasmo: è quasi impossibile restare fermi o non canticchiare almeno metà del ritornello.
Il videoclip, girato in un’epoca in cui MTV era appena nata, mostra un gruppo giovanissimo, lontanissimo dalla futura immagine dark e minimalista. Le luci colorate, gli abiti semplici e l’atmosfera spensierata restituiscono la sensazione di una band che stava ancora scoprendo se stessa, ignara del fatto che sarebbe diventata una delle icone mondiali della musica elettronica.
Quello che rende “Just Can’t Get Enough” così speciale è la sua leggerezza senza tempo. È una canzone che non pretende di essere profonda, ma che funziona perfettamente come fotografia sonora di un momento storico: l’inizio degli anni ’80, quando il futuro sembrava luminoso e pieno di sintetizzatori.
Ancora oggi è un brano che spunta in film, serie e feste a tema, e che continua a far sorridere generazioni diverse.
Allora se volete sentire dell’ottimo new wave con musicisti e voci straordinarie, non potete mancare venerdì 28 novembre al Jazz Club di Piazza Valdo Fusi A Torino… Non ve ne pentirete, sarà un viaggio in un’epoca mai dimenticata.
“Oggi basterebbe la metà dell’entusiasmo che avevamo noi, vecchi yuppies degli anni ’80, per tirare un po’ su questa Italia.”
Jerry Calà
CHIARA DE CARLO

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