Adelaide di Susa e Matilde di Canossa, una mostra a Susa

Cosa avevano in comune, mille anni fa, Adelaide di Susa e Matilde di Canossa, due donne di spicco nel contesto politico del Medioevo italiano? Lontane geograficamente, una vicina ai valichi alpini con la Francia, nel suo castello a Susa, e l’altra nel suo maniero sull’Appennino reggiano, il famoso castello di Canossa dove si recò Enrico IV, umiliato e pentito, ma così vicine per tante altre ragioni. Erano entrambe potenti signore che dominavano su vasti territori, Adelaide (1016-1091) era la contessa di Torino e signora di Susa, Matilde (1046-1115) una ricca feudataria con estesi possedimenti in diverse regioni italiane. Due storie intrecciate per motivi familiari e politici, due donne vissute nell’XI secolo, cugine tra loro, che hanno in comune la loro influenza politica e il loro ruolo nella storia della penisola, soprattutto durante il periodo della lotta per le investiture. Due importanti figure femminili che nove secoli fa svolsero un ruolo significativo influenzando la politica dell’epoca. Le “governanti illuminate” sono le protagoniste della mostra “Matilde di Canossa e Adelaide di Susa” al castello di Adelaide, che dall’alto di Susa domina il centro storico e l’area romana, promossa dal Comune di Susa, dall’Associazione Amici di Matilde di Canossa insieme alla Pro Loco di Susa e all’associazione Artemide. La rassegna, curata da Donatella Jager Bedogni e Stefano Paschero, analizza il ruolo che entrambe svolsero nella fase che precedette l’incontro a Canossa tra l’imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII nel 1077.
Entrambe sapevano leggere e scrivere, furono mecenati, fondarono monasteri, scuole e centri religiosi. Non furono semplici mogli ma vere sovrane in grado di gestire potere e alleanze in scenari complessi e burrascosi. Rappresentarono la forza delle donne nel Medioevo in un’epoca in cui le donne ben difficilmente raggiungevano posizioni di potere. La storia di Susa è legata alla contessa Adelaide, la regina delle Alpi, altra donna di potere che seppe tenere testa a Papi e imperatori. Come Matilde, anche Adelaide governò per più di 50 anni una vasta area, dalle Alpi Cozie fino a Torino e oltre, arrivando alla ribelle Asti che occupò due volte con il suo esercito. Sposò Oddone di Savoia da cui nacque la dinastia che dominerà il regno d’Italia fino al Novecento. Ebbe cinque figli, tra cui Berta che sposerà Enrico IV. La contessa Matilde di Canossa visse in un’epoca di battaglie, intrighi e scomuniche, mostrò un’innata capacità di comando, potente feudataria, controllava vasti territori e difese il Papa in opposizione all’imperatore. É ritenuta una delle personalità più affascinanti dell’Italia medievale. Morì nel 1115, senza eredi. È sepolta a Roma nella basilica di San Pietro in un sepolcro del Bernini.
Perno dell’esposizione è la Collezione Giuliano Grasselli, una raccolta privata di oltre 1200 pezzi che rappresenta uno dei più vasti patrimoni iconografici dedicati a Matilde di Savoia. In vetrina, fino al 29 giugno, una ricca selezione di reperti storici, documenti e opere d’arte che appartennero ai due personaggi femminili, manoscritti, quadri, stampe rare, oggetti d’epoca e antiche incisioni. Matilde estese il suo dominio su gran parte dei territori italiani situati a nord dello Stato Pontificio, il suo regno si allungava dalla Lombardia all’alto Lazio, dalla Liguria alla Romagna. Il fulcro era Canossa nell’Appennino reggiano. Figura chiave nel conflitto tra Papato e Impero, Matilde fu una figura storica di grande importanza. È conosciuta soprattutto per l’incontro di Canossa il 28 gennaio 1077. Schierata con Papa Gregorio VII, Matilde fu mediatrice nella contesa tra il Pontefice e l’imperatore Enrico IV scomunicato dal Papa. La scomunica indusse Enrico IV, che rischiava di perdere il trono, a trovare un accordo con il Papa. Gregorio VII lo ricevette mentre era ospite di Matilde a Canossa. La mostra racconta magistralmente il lungo viaggio di Enrico IV attraverso le Alpi nel gelido inverno del 1076-77. Per ottenere la revoca della scomunica da parte pontificia l’imperatore dovette umiliarsi attendendo tre giorni e tre notti sotto una bufera di neve davanti al castello. Uno storico “faccia a faccia” nel celebre episodio di Canossa che si risolse con un compromesso, Gregorio VII cancellò la scomunica al pentito Enrico IV e alcuni anni più tardi Enrico tolse a Matilde gran parte dei beni posseduti. Il matrimonio di Adelaide di Susa e di Torino celebrato nel 1045 con Oddone di Savoia aprì le porte del Piemonte alla casata transalpina.
Sposando Oddone, figlio di Umberto Biancamano, Adelaide portò i conti di Savoia nella penisola mettendo insieme i due versanti del Cenisio. Come sottolinea lo storico Gianni Oliva, “tutta la fortuna della dinastia è legata al fatto di controllare il passo, il Cenisio, che collegava il nord e il sud dell’Europa, un passaggio percorso da eserciti, pellegrini e commercianti”. Adelaide è sepolta nella chiesa parrocchiale di Canischio, un piccolo paese nei pressi di Cuorgnè, dove si era ritirata negli ultimi anni della sua vita. La mostra è aperta al Castello di Adelaide a Susa fino al 29 giugno, venerdì, sabato e domenica dalle 14.00 alle 18.00. Arriva il grande caldo, se andrete nella vicina Val Susa nei prossimi weekend a respirare aria buona e fresca, fermatevi un’oretta a Susa, al castello di Adelaide, la contessa vi aspetta.. e la visita è breve. L’esposizione, piccola ma assai preziosa, è racchiusa in un’unica sala del castello.
Filippo Re
nelle foto, la locandina della mostra, i ritratti di Adelaide di Susa e di Matilde di Canossa, sala mostra con manichini delle due contesse
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