Viaggio alla scoperta del Teatrino Civico di Chivasso

Un antico, piccolo teatro all’italiana, fiore all’occhiello per il Piemonte e la cultura, la sua storia, il suo accurato restauro

Uno dei grandi e pregevoli tesori che l’Italia racchiude sono i suoi antichi teatri, alcuni dei quali si possono ritenere autentici piccoli scrigni di fascino e storia. Lasciate quindi le grandi città con i loro aulici teatri di ampie proporzioni, vale la pena fare esperienza delle realtà non meno avvincenti che la provincia può offrire nei suoi borghi antichi e nelle sue cittadine storiche dal passato importante con i loro centri storici, memorie di un più vasto paesaggio urbano da proteggere e conservare, che racchiudono altrettante realtà capaci di svelare incanti e storie secolari.

 

In un Paese benedetto da tanta bellezza come l’Italia, giustamente considerato un museo a cielo aperto, si possono scoprire luoghi sconosciuti e presenze inattese cariche di storia e di cultura. Chivasso, a pochi chilometri da Torino al confine tra il Canavese ed il Monferrato vale una gita fuori porta per scoprire e visitare un vero e proprio gioiello settecentesco unico per bellezza ed armonia. E’ il Teatrino Civico che trovò il suo spazio ideale nel cuore di questa millenaria cittadina di grande importanza strategica e di secolari vicende eroiche, già feudo dei Marchesi del Monferrato, crocevia di eventi politici, storici e culturali.

Proprio percorrendo le antiche mura del centro storico con le sue eterne pietre che non si stancano di raccontarsi si raggiunge il Palazzo Santa Chiara dove, al pian terreno, ha da secoli trovato sede il Teatrino. Camminando tra questi solidi mattoni a vista saturi del lavoro di plurisecolari maestranze, con quelle tipiche calde tonalità che il tempo ha depositato su di loro, si viene catturati da quello strano senso di appartenenza che soltanto alcuni luoghi sanno dare. Il Palazzo dall’austera facciata ingentilito alla sommità da una meridiana che da sempre gioca con il sole da cui prende vita e che, a ben guardarla, parla dell’immaterialità del tempo che scorre,  porta scritto il motto latino di origine biblica “ Ut filii lucis ambulate “, camminate come figli della luce.

Dall’Ottocento ospita il Municipio chivassese e venne edificato nel cuore del XVIII secolo su progetto del padre gesuita Antonio Falletti di Barolo che aveva previsto un vasto complesso pensato per le suore Clarisse Osservanti, un progetto il suo più visionario che reale e mai concluso a causa dei costi troppo elevati. Si dovette attendere il 1864 quando, in quella che fu la cappella interna del convento al pian terreno, venne realizzato il Teatrino Civico su progetto dell’Ingegner Fausto Gozzano, padre di Guido, scrittore e poeta la cui fama è andata ben oltre i confini del Piemonte. Venne inaugurato il 16 Ottobre di quello stesso anno dalla Compagnia chivassese dei Dilettanti Filodrammatici ed ogni volta che vi si entra ci si trova a vivere la magia dell’incanto di questo ambiente accogliente, elegante, ospitale ed intimo perché il teatro di per sé è uno di quei luoghi che svelano meraviglie, storie di tempi lontani e di memorie, intrecci di vite, di sentimenti, di aspettative ma anche di sfumature di colori e di profumi tra cui quello caratteristico del palcoscenico così caro e appagante alla gente di spettacolo. Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, a cura della Delegazione Fai di Torino recentemente ha proposto un’apertura straordinaria in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, nell’ambito dell’iniziativa “ A teatro con il FAI ”, con visite guidate a questo scrigno prezioso dove è pura magia esserci entrati guidati alla scoperta e pura follia uscirne e non tornarci.

Due associazioni unite  dalla medesima finalità, quella di porre particolare attenzione al territorio regionale in tutte le sue sfaccettature ed offerte culturali. Nel 2003 il Teatrino è stato oggetto di un attento restauro che gli ha donato un fascino senza precedenti, curato dall’Architetto Donatella D’Angelo, nota firma indiscussa nel mondo dei restauri conservativi e della rivalutazione dei centri storici, che ha qui messo cuore e mano a questa importante e delicata impresa dopo attenti studi, ricerche storiografiche e tecniche per rivalutare e proporre la vera essenza di questo esempio di teatro all’italiana che fiorì appunto nel Settecento in tutte le regioni così come in Piemonte con questo pregevole esemplare che Chivasso custodisce. Un lavoro complesso realizzato con sensibilità e cura estrema di tutti i dettagli tecnici ed artistici, con lavori di recupero nei paramenti lignei dei palchi e dell’affresco del soffitto raffigurante le allegorie della Musica, della Commedia e della Tragedia, opera del pittore Pietro Silvestro. L’effetto voluto è stato pienamente raggiunto: un’ autentica bomboniera, un mondo di stucchi ritrovati, di linee ridisegnate sull’antica traccia, di legni dorati riportati al loro splendore, di velluti e tenui colorazioni antiche nelle tonalità del “ blu Savoia “ nelle sue sfumature, colore divenuto il filo conduttore degli ambienti e che riprende quelli originali per dargli un luminoso soffuso risalto. Anche la scelta accurata delle belle poltroncine Frau della platea e degli sgabelli Thonet della balconata, scelti nella stessa sfumatura di colore con la massima attenzione, hanno contribuito ad accrescere il fascino raggiunto da questo restauro abbellendo in tutti i particolari il Teatrino  e riuscendo ad offrire la massima capienza in un totale di 99 sedute.

Dalle antiche perfette proporzioni che i nostri avi avevano innate nasce quel gioco di pura armonia che in questo ambiente è espresso perfettamente e che è stato pienamente rispettato e completato. L’effetto finale si potrebbe paragonare a quello di una conchiglia rovesciata, pensata per ospitare e racchiudere un mondo dove gli elementi si fondono tra il palcoscenico e la platea in una sorta di intesa reciproca perché uno sta all’altra proprio come la conchiglia sta al mare che l’accoglie e ci si aspetterebbe di veder uscire da quel sipario con i suoi vaporosi tendaggi che nascondono per poi rivelarli mondi straordinari, il grande, indimenticabile Gigi Proietti che invita tutti con la sua famosa frase : ” Benvenuti a teatro, dove tutto è finzione ma niente è falso ” e che senza alcun dubbio avrebbe amato  questo Teatrino, esempio perfetto di armonia e storia.

Patrizia Foresto

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