Due giorni di studi presso l’aula magna della Cavallerizza Reale in via Verdi 9
111 anni è l’età che ha festeggiato il primo colossal della storia, “Cabiria”, girato da Giovanni Pastrone e uscito nelle sale nel 1914, su soggetto di Gabriele D’Annunzio. Ancora oggi esercita un sorprendente fascino sugli amanti del mondo del cinema. Giovedì 6 e venerdì 7 febbraio prossimi, presso l’aula magna della Cavallerizza Reale, in via Verdi 9, si terrà il convegno di studi “Cabiria Atlas”, percorsi transdisciplinari tra immagini e immaginario intorno e oltre Cabiria, promosso dall’Università di Torino nell’ambito del progetto “Living Cabiria”, sviluppato all’interno dello Spoke 2 Creativity and Intangible Cultural Heritage nel partenariato esteso PE5 Changes-PNR, che affronta il film di Pastrone come un case study privilegiato per la valorizzazione del patrimonio culturale audiovisivo attraverso un approccio transdisciplinare e l’utilizzo di tecnologie innovative. Il convegno è curato da Giulia Carluccio e Silvia Alovisio, organizzato con il contributo di UniVerso, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e con il patrocinio della Consulta Universitaria del Cinema. L’iniziativa vuole rilanciare lo studio degli immaginari evocati da Cabiria, l’opera più celebre e influente del primo cinema italiano. L’evento vedrà la partecipazione di oltre 50 studiosi internazionali provenienti da discipline differenti, tra cui, oltre al cinema, storia, archeologia, architettura, estetica, cultura visuale ed etnoantropologia, rendendo l’incontro un momento di particolare interesse per la comunità accademica e per tutti gli appassionati. Due giorni di studi e approfondimenti culmineranno, dalle 20.30, nelle sale del Cinema Massimo, con proiezione a ingresso libero e gratuito. Il convegno prevede due proiezioni cinematografiche, entrambe a ingresso gratuito, presso il Cinema Massimo. La prima è “Occhi che videro”, un incontro toccante con la fondatrice del Museo Maria Adriana Prolo e le sue collezioni, realizzato dal grande documentarista Daniele Segre; venerdì 7 verrà proposta la proiezione di “Italia, il fuoco, la cenere” di Olivier Bohler e Céline Gaileurd, un poetico viaggio lungo trent’anni di Cinema muto italiano. Cabiria costituisce uno dei più importanti film della storia del cinema, e la sua lezione è stata determinante per lo sviluppo della settima arte a livello internazionale. Da decenni è oggetto di ricerche approfondite che ne hanno esaminato le molteplici componenti, dal gigantismo scenografico alla recitazione, dagli effetti speciali innovativi alla mobilità del punto di vista con l’invenzione del carrello, dall’uso coreografico delle folle al ruolo della parola dannunziana, fino alla sua ricezione critica e culturale. L’obiettivo del convegno è quello di esplorare nuove prospettive concentrandosi sugli immagini ari che hanno influenzato Cabiria e che il film stesso ha contribuito a generare. L’evento intende proporre un’analisi che si sviluppa in un’ottica aperta e trasversale, considerando Cabiria come un atlante di immagini in grado di evocare temporalità stratificate e interazioni culturali molteplici, e di generare nuove visioni, ancora inesplorate. Il film di Pastrone sarà così analizzato come un sistema dinamico di influenze, riconfigurazioni e rielaborazioni culturali, la cui vitalità continua a risuonare nel tempo presente. Si tratta di un approccio che invita a superare i confini tradizionali della ricerca accademica, promuovendo un’immagine innovativa sull’eredità visiva e culturale del film. Quando lo scorso ottobre il regista Martin Scorsese è stato ospitato a Torino, è rimasto affascinato dal mondo della riproduzione del Moloch, presente proprio nel capolavoro di Pastrone e collocato nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana, dimostrazione che Cabiria è amato anche dai grandi registi internazionali.
Mara Martellotta
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