SCOPRI – TO alla scoperta di Torino
Nella prima cintura di Torino, a Vinovo, si trova la “Bottega Contemporanea Passaparola”, nome che vuole identificare il locale per la particolarità dei prodotti che sceglie ed utilizza rigorosamente a chilometro zero sia per le pizze che per le portate a menù. Il suo titolare Matteo del Peschio ci racconta alcune peculiarità di questo rinomato locale.
L’INTERVISTA
D: Buongiorno Matteo benvenuto a “Il Torinese”, quando nasce Passaparola?
R: Buongiorno Noemi, grazie a voi, Passaparola nasce nel 2013, questo locale era di un amico di famiglia che voleva cederlo, io all’epoca studiavo cinema ma ho sempre avuto i genitori che hanno fatto i ristoratori e quindi mi affascinava l’idea di avere un locale mio, di seguire un pò l’attività di famiglia; decisi quindi di iniziare l’attività e nel contempo, negli anni, mi laureai.
D: Ci sono stati dei momenti di difficoltà?
R: Durante il covid dovetti chiudere il locale da un momento all’altro e fu un periodo molto complicato. Nel momento in cui il locale chiuse capii che mi mancava davvero quel mestiere e che nella vita volevo realizzarmi come ristoratore nonostante i miei studi nel cinema e nel design.
D: Proprio nel momento di maggior difficoltà hai deciso di ristrutturare tutto il locale approfittando delle chiusure per la pandemia per poi riaprirlo con una veste tutta nuova, una vera sfida vero?
R: Sì decisi di non perdermi d’animo e di riaprire più forte di prima!
D: So che siete riusciti a diventare un’eccellenza come desideravi e che avete vinto numerosi premi.
R: Da due anni facciamo parte della sezione “50 Top Pizza D’Italia” e da quest’anno siamo entrati nella guida “Piemonte A Tavola”, siamo stati classificati tra le 30 pizzerie migliori del Piemonte.
D: Raccontaci com’è la vostra pizza.
R: Attualmente viene realizzata prendendo spunto da una ricetta che mi fece scoprire la mia pizzaiola precedente, una ragazza romana che mi fece scoprire un nuovo modo di fare la pizza; lei faceva “la pizza contemporanea” sottile ma con il cornicione pronunciato con un impasto che ha 48 ore di lievitazione. Per le tipologie delle pizze faccio una grande ricerca sul territorio dei migliori prodotti locali e a chilometro zero, spesso appoggiandomi a piccoli produttori.
D: Hai creato il tuo “chilometro zero siciliano” perché nei tuoi piatti e nelle tue pizze unisci prodotti locali a chilometro zero piemontesi con altri sempre a chilometro zero di origine siciliana e dove ti è possibile prediligi aziende femminili per portare avanti la solidarietà con la parità di genere.
R: Sì credo che un locale debba trasmettere i suoi valori e io credo molto nella parità di genere e nel promuovere l’impegno dei piccoli produttori locali.
D: A proposito di valori lo chef e pasticcere di Passaparola, Alessio Baracca condivide l’idea dell’unione tra i sapori piemontesi e quelli siciliani, ci racconti quali sono i vostri piatti più rinomati?
R: Con piacere, ad esempio la polpetta di stracotto siciliana cotta nel Vermouth torinese e nel melograno con sopra il sesamo d’Ispica e il castelmagno piemontese. Poi il tortello fatto in casa con cappone e coniglio ed il suo consommè. Ogni piatto viene studiato per molti mesi sia a livello di palato che a livello estetico, avendo fatto L’Accademia Di Belle Arti ci tengo moltissimo anche al design del piatto. Anche l’occhio vuole la sua parte e se poi il sapore viene apprezzato per noi è la massima soddisfazione.
D: Cosa ti auguri per questo locale da qui a cinque anni?
R: Come accennavo prima, il poter trasmettere sempre più alla clientela la cura e l’amore che viene messo per la realizzazione di ogni piatto proposo. Poi il far conoscere ai clienti i prodotti particolari, ricercati e rinomati utilizzati per le portate per fargli vivere sempre un’esperienza unica.
D: Fantastichiamo un po’ ma non troppo; se dovessi scegliere cinque persone, di qualunque epoca, che vorresti a cena nel tuo ristorante, quali sarebbero?
R: Dunque: Dario Fo, i miei nonni e Bottura. Quest’ultimo ha fatto del suo mestiere una vera e propria arte, mi confronterei con lui su tanti temi anche sulla fatica che si fa per portare avanti un amore così grande come quello della ristorazione e anche quello per la propria famiglia.
Spesso il ristoratore lavora anche in momenti difficili, costi altalenanti dei prodotti o anche solo i periodi delle festività o delle vacanze, non deve essere un’attività semplice, ma dalla tua intervista si percepisce una grande passione ed una grande forza di volontà, complimenti Matteo, ti auguriamo il meglio e di riuscire sempre a raggiungere tutti i tuoi obiettivi.
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NOEMI GARIANO
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