L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Leif Enger “Virgil Wander” -Fazi Editore- euro 19,00

Leif Enger è nato nel Minnesota nel 1961 ed è lì che tutt’ora vive con la moglie e i due figli. Il suo esordio letterario risale al 2001 con il best seller “La pace come un fiume”, accolto dalla critica letteraria americana come il primo grande classico del nuovo millennio.

Virgil Wander” è stato pubblicato negli States 6 anni fa, nel 2018, ed ora grazie a Fazi arriva da noi. E’ un romanzo sull’America lontana dalle mille luci di New York, e sonda invece gli animi del Midwest che aveva votato Trump presidente.

Protagonista è il Virgil del titolo, orfano di entrambi i genitori, impiegato nell’amministrazione comunale di Greenstone, dimessa cittadina sotto tono e accusata di seguire ottusamente Trump. Un giorno d’inverno Virgil perde improvvisamente il controllo della sua scassata Pontiac e finisce dritto nelle acque del Lago Superiore.

Fortunatamente viene salvato, ma il trauma subito nell’incidente a causa di un potente colpo di frusta ha compromesso la sua capacità di esprimersi, peggio ancora, ha cancellato la sua memoria. Si ricorda solo alcuni sprazzi di vita e qualche persona. Il resto è buio sulla sua esistenza.

La diagnosi neurologica parla di “lieve danno cerebrale di origine traumatica” e l’arduo compito che lo attende è la faticosa ricostruzione del suo passato.

Ad aiutarlo mentre è convalescente nel suo triste appartamento da scapolo sono i pochi amici che non lo abbandonano. Tra loro soprattutto il giornalista Tom; poi altri personaggi, tra i quali la bella vedova Nadine, e il figlio del fondatore della cittadina.

 

Una piccola schiera di persone che lo spingono a recuperare tranche di vita. Al contempo permettono a Enger di ricostruire un romanzo corale in cui emergono poco a poco anche le vicissitudini di chi lo circonda con affetto.

 

 

Alexandra Lapierre “Fanny Stevenson” -edizioni e/o- euro 22,00

L’autrice è la figlia del grande Dominique Lapierre e una raffinata, meticolosa e appassionata biografa con una particolare predilezione per donne eccezionali, alle quali la Storia non ha mai dato il giusto risalto. Dietro a ogni libro di Alexandra Lapierre ci sono anni di studio, approfondimento, un’enorme mole di lavoro e ricerca per restituire ritratti a tutto tondo.

Per ripercorrere la vita di Fanny Stevenson ha macinato chilometri, scandagliato biblioteche e cantine, rovistato in lettere e documenti impolverati dal tempo e impiegato ben 5 anni. Convinta che sia impossibile raccontare una storia senza recarsi sul posto, ha viaggiato in lungo e in largo fino a Samoa. Il libro era uscito in prima edizione nel 1995, oggi ripubblicato da e/o.

Anny Van de Grift, Fanny Osbourne e Fanny Stevenson: una donna e tre nomi corrispondenti alle coordinate della sua intensa vita che vale per dieci.

Nasce a Indianapolis nel 1840, e muore a Santa Barbara in California nel 1914. Viene sepolta sul Monte Vaea, nell’arcipelago delle Samoa, dove riposa accanto al secondo marito Robert Louis Stevenson, che lei portò (contro il parere dei medici) nei mari del Sud del Pacifico.

Fanny vive incredibili peripezie, dal Nevada all’Indiana, dalla California alla Parigi degli impressionisti, dove si reca per affinare le sue ambizioni artistiche.

Ha al suo attivo un primo matrimonio fallito con un cercatore di argento nel Nevada.

Non si volta indietro, prende i tre figli e attraversa l’Oceano. Meta Parigi, attirata dall’arte ma senza soldi, ed è lì che in una catapecchia parigina muore in modo straziante il più piccolo dei suoi bimbi.

Quando arriva a Grez-sur-Loing nella comunità di britannici e stranieri assortiti che inseguono e affinano sogni artistici, incontra il malaticcio scozzese R. L. Stevenson. E’ coup de coeur per lo scrittore, più giovane di 11 anni, la cui vita cambia di colpo.

Una passione travolgente, ma anche intesa intellettuale profonda; è lei che lo sprona a riscrivere “Il Dottor Jekyll”, opera che gli procura immediata fama. Inoltre gli salva la vita, perché per curare le sue misteriose patologie polmonari lo trascina niente meno che a Samoa dove lo scrittore ritrova in parte la salute.

Fanny aveva ragione, probabilmente il marito non aveva la tisi, migliorò decisamente e fu un ictus a fulminarlo a soli 44 anni. La coppia a Samoa si costruisce una villa, oggi museo, e lì Stevenson si integra con gli abitanti del luogo che lo chiamano “Tusitala” ovvero narratore di storie.

Rimasta vedova si divide tra le isole e San Francisco, dove nel 1903 incontra Ned Field: lui ha 25 anni, lei 63. Sarà il suo compagno fino alla morte che la coglie nel 1914. Di lei Ned scrisse che era l’unica donna al mondo per cui valesse morire.

 

 

Deborah Levy “Cose che non voglio sapere”

-NNE- euro 15,00

Deborah Levy, nata in Sudafrica nel 1959, è una delle più importanti scrittrici inglesi. In un momento complicato della sua vita lascia la terra dell’apartheid per ragioni politiche, si mette in viaggio seguendo rotte a caso verso destinazioni non programmate. Dapprima approda in Inghilterra dove diventa scrittrice, moglie e madre.

Poi si stabilisce a Maiorca e, nell’intimità offerta dal paese straniero, decide di intraprendere un cammino intellettuale e profondamente emotivo, sul solco tracciato da grandi autrici come Virginia Woolf, Marguerite Duras e Simone de Beauvoir.

Questo libriccino è il primo capitolo della sua “Autobiografia in movimento”, in cui indaga il suo essere donna, l’emancipazione e gli odierni ruoli femminili, sempre con un registro ironico e acuto che non fa sconti. Mette a fuoco gli ostacoli che frenano le donne, come la società, la casa e il patriarcato, e scrive un interessante memoir femminista.

 

Debora Levy “Il costo della vita” -NNE-

Euro 15,00

E’ il secondo volume dell’”Autobiografia in movimento” dove prosegue le sue riflessioni sul ruolo femminile nel Ventunesimo secolo. Le difficoltà nel tentativo di riuscire a conciliare più mansioni tra lavoro e famiglia; ma analizza anche momenti topici come la fatica di un trasloco, il dolore di un divorzio e lo strazio di un grave lutto.

Un altro capitolo in cui racconta una madre esausta e poco amata, relegata in un misero appartamentino sulle colline londinesi. Li il capanno degli attrezzi di un poeta diventa anche la sua stanza tutta per sé dove trovare rifugio e immaginare nuovi inizi.

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