“The Battle for Laikipia” di Daphne Matziaraki e Peter Murimi, premio Asja per il miglior documentario, “The Feast” di Rishi Chandna, premio Smat per il miglior cortometraggio, e “Lonely Oaks 1250”di Fabiana Fragale, Kilian Kuhlendahl e Jens Mühlhoff, premio del pubblico Iren, sono i trionfatori del 27° Festival CinemAmbiente, che si è chiuso domenica con la cerimonia di premiazione al Museo nazionale del Cinema.
“The Battle for Laikipia” racconta la vita nella vasta contea di Laikipia in Kenya, che costituisce una delle maggiori aree di pascolo per le popolazioni indigene. Oggi, in questo territorio tra i più ricchi di biodiversità, è presente una massiccia comunità di allevatori bianchi, eredi di quei coloni britannici rimasti dopo l’indipendenza del Paese avvenuta nel 1963. Nell’esplorare l’identità del luogo, il film, girato durante la prolungata siccità che ha colpito di recente tutto il Corno d’Africa, racconta di un presente complesso, fra le tracce di una storia coloniale ancora irrisolta, la conservazione dell’ambiente naturale e gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.
“The Feast” narra invece la storia delle pescatrici del lago Pulicat, la più grande laguna di acqua salmastra del sud dell’India, che nel 2021 organizzarono un sontuoso banchetto per politici e burocrati locali con lo scopo di dissuaderli dal costruire un enorme porto che avrebbe inesorabilmente distrutto la ricca biodiversità di quell’area.
“Lonely Oaks 1250” si basa sul materiale raccolto dallo studente di cinema Steffen Meyn, che filmò l’occupazione, durata 10 anni, dell’antica foresta di Hambach, nella Germania occidentale, per cercare di evitare il suo disboscamento a favore dell’espansione di una miniera di lignite. Meyn perse la vita nel 2018 precipitando da un albero durante un’azione di sgombero da parte della polizia, poi dichiarata illegale dal tribunale.
Oltre ai tre vincitori, vi sono stati riconoscimenti e menzioni speciali. Per il premio Asja la menzione speciale è andata a “Once Upon a Time in a Forest” di Virpi Suutari, mentre per il premio Smat la menzione speciale è andata a “Bat Boy” di Aaron Lemle.
Ci sono stati inoltre i riconoscimenti speciali: “Gaetano Capizzi”, per il miglior film made in Italy, che è andato a “Un paese ci vuole. Zavattini, Luzzarra e il Po” di Francesco Conversano e Nene Griffagnini; il premio Slow Food, istituito dal Festival e da Slow Food Italia per il film che meglio indaga il rapporto tra cibo e ambiente e i temi dell’alimentazione sostenibile e dei consumi alimentari consapevoli, che è andato a “Common Ground” di Josh e Rebecca Tickell, con riconoscimento speciale a “Until the End of the world” di Francesco De Augustinis; il premio Ambiente e Società, istituito dal Festival e dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno, per il film, scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che sa coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale, che è stato assegnato a “Food for Profit” di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi; infine il Premio Casacomune, istituito dal Festival e da CasacomuneScuola e Azioni, per il film o l’autore che meglio sia in grado di riflettere temi legati alla spiritualità intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte, che è stato assegnato al regista finlandese Virpi Suutari.
Al Festival 2024, diretto da Lia Fuxhi, hanno partecipato 76 film, in arrivo da 27 Paesi, in rappresentanza di 4 continenti.
Una selezione di 44 titoli tra quelli proposti, sono visibili gratuitamente online fino al 18 giugno sulla piattaforma OpenDDB (la capienza di 500 accessi per ciascun titolo) tramite il sito www.festivalcinemambiente.it.
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