STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
Circa un anno fa era girata la voce che le circoscrizioni sarebbero diventate cinque. Passando documenti su documenti, finalmente il Gruppo del Pd in Comune, il più numeroso, ha deciso d’affrontare il “toro per le corna”. Del resto mancano 10 mesi alle nuove elezioni
Mi sa che la montagna ha partorito il topolino. I quartieri di Torino sono dieci. Da alcuni anni la nostra civica amministrazione si è impegnata nel volerli ridurre , accorpandoli. Il tutto deriva da fattori di funzionalità amministrative e di contenimento dei costi. Tralascio il mio personale scetticismo sulla loro effettiva efficacia. Ammetto d’aver conosciuto attivi presidenti, come ho “intravisto” presidenti totalmente assenti, dediti solo a incassare l’indennità prevista a fine mese. Circa un anno fa era girata la voce che le circoscrizioni sarebbero diventate cinque. Passando documenti su documenti, finalmente il Gruppo del Pd in Comune, il più numeroso, ha deciso d’affrontare il “toro per le corna”. Del resto mancano 10 mesi alle nuove elezioni. E poi, parliamoci chiaro, anche in totale assenza di fondi disponibili, il consiglio comunale non produce. Il documento propone sei Quartieri. Con un pregnante intervento del Sindaco che inviava i consiglieri a farlo proprio. Documento contestato, con l’obbiettivo di portare i quartieri almeno a sette . Direi, con un eufemismo, che tutto è sotto controllo. Rimangono sconsolanti domande. Sintetizzate: perchè? E, in particolare come sia possibile non essere, di fatto capaci di risolvere un problema senza complicanze economiche. Una volta il gattopardismo era una scelta. Tancredi comunque parte e si arruola nei garibaldini. Fa qualcosa perchè nulla cambi. Ora, mi sembra, vinca l’ignavo. Ignavo, ovviamente per interesse. Non per stupidità. ciò non è un bene per la nostra fragile democrazia.
(Foto: il Torinese)