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Un altro detenuto morto nelle carceri piemontesi

FP CGIL Polizia Penitenziaria – Carcere di Biella, decesso di un detenuto per cause da accertare: visita sui luoghi della delegazione sindacale interrotta pochi minuti dopo l’inizio

“Lunedì mattina, un detenuto ristretto nel carcere di Biella, è deceduto per cause ancora da accertare. La visita sui luoghi di lavoro che era in corso da parte della FP CGIL Polizia Penitenziaria, è stata sospesa pochi minuti dopo l’inizio”.

Lo affermano i componenti della delegazione sindacale Mirko Manna FP CGIL nazionale, Cristina Martiner Bot Segretaria Generale FP CGIL Biella e Vanja Cecchini Segretaria Regionale FPCGIL Piemonte.

“Appena abbiamo iniziato la visita nel carcere di Biella, siamo stati costretti a sospenderla e ad uscire dall’Istituto. Il Comandante di Reparto, avuta notizia del decesso di uno dei ristetti, ha contattato il Magistrato di turno per gli interventi previsti. Ovviamente non ci sono state fornite notizie sulle cause del decesso”.

“Quel che sappiamo – proseguono i sindacalisti – è che sono presenti 380 detenuti sui circa 390 previsti dai posti letto. Un sovraffollamento apparentemente al di sotto della capienza regolamentare, maieri ci aspettavamo di conoscere anche la capienza reale dovuta ai lavori di ristrutturazione di alcune celle. Tuttavia, le condizioni di lavoro in carcere sono comunque critiche per la forte carenza di Poliziotti in servizio che, nonostante gli Agenti assegnati tramite distacco nel carcere di Biella, le sospensioni dal servizio dei colleghi accusati di aggressioni ai detenuti e nonostante il nucleo traduzioni sia stato soppresso per cercare di recuperare le unità che vi erano assegnate, registra una presenza di forza lavoro di circa novanta unità di cui settanta realmente assegnate ai compiti nelle sezioni detentive vere e proprie”.

“Aspettiamo di conoscere i motivi del decesso della persona detenuta, ma è chiaro che in un modo o nell’altro abbia influito anche la carenza di Personale di Polizia Penitenziaria addetta al controllo delle sezioni”.

“Ci auspichiamo – concludono i sindacalisti – che la vicenda dei colleghi coinvolti nelle accuse, come già avvenuto in altri casi recenti, trovi presto un chiarimento sulle reali responsabilità e possano rientrare presto in servizio”.

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