Tre quarti di secolo significano longevità, successo, capacità di rinnovarsi ma soprattutto divertimento, senza il quale ogni attività del tempo libero perde interesse.
Significano capacità aggregative che solo la musica e il canto riescono a generare, come se fossero un collante naturale che mette insieme persone con storie e presente diversi, sovente distanti fra loro.
In settantacinque anni la compagine si è ovviamente rinnovata, il repertorio si è allungato e si è aperto alle novità. Il canto popolare e anche quello di montagna si sono evoluti: nuovi armonizzatori si sono presentati alla platea dei cori; alcuni di questi hanno convinto il nostro Coro.
Quello che è restato intatto nel tempo è lo spirito, lo stesso che ha animato Gilberto Zamara ed i suoi amici nell’ormai lontano 1947 e che oggi ci fa fare le ore piccole parlando liberamente di musica, provando accordi improbabili davanti ad una birra donata dai nostri amici tedeschi del DAV di Buchen o ad un Teroldego arrivato da Borgo Valsugana.
Forte è lo spirito di aiuto reciproco che ci contraddistingue, perché tante sono le professioni che i coristi rappresentano. Ma nel momento in cui il direttore aspira nel tonimetro – lo strumento che dà il primo accordo del brano – tutto si dimentica, tutto si cancella per concentrarsi su quei puntini neri e bianchi sul pentagramma e sulla magia delle armonie che quei puntini riescono a rappresentare su un foglio di carta.
I festeggiamenti per questo traguardo del Coro CAI Uget di Torino sono già iniziati, prima ospiti del Coro Valsella a Levico Terme a settembre, poi a Domodossola e a Cuneo, in ottobre e infine ospiti del Comune di Caprie, in una stracolma Chiesa di S. Rocco a Novaretto, a inizio novembre.
IL CORO CAI UGET
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