Napoli seducente e senza stereotipi nel recital dei fratelli Servillo

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Al Carignano rivivono i mille volti contraddittori della città in La parola che canta con Toni e Peppe Servillo accompagnati dal Solis Sting Quartet

 

In scena al teatro Carignano di Torino, fino al 12 aprile prossimo, Toni e Peppe Servillo, dopo il grande successo delle Voci di dentro di Eduardo, con il recital-concerto La parolache canta. Protagonista assoluta è Napoli, città tentacolare e magmatica, spaventosa e seducente al tempo stesso, ambigua ma anche solare, ricca di storia, di tradizioni e di culture, che viene raccontata senza, però, cadere nei luoghi comuni. I fratelli Servillo, infatti, al di là dello spaccato sulla città fatta di sole, mare, vicoli e cronache di camorra, tessono il loro omaggio alla tradizione vivente partenopea, attingendo alle vette più elevate della letteratura, della musica e del teatro napoletani. Si approda alle radici di questa cultura con le canzoni intramontabili di Mario e Libero Bovio, fino a giungere al ritratto della Napoli di strada, cruda e lirica di Raffaele Viviani, alle storie di bassi raccontate con una sottile ma partecipe ironia da Eduardo, e, quindi, al “barocco degradato” con cui Enzo Moscato dipinge la sua Napoli gravida e enigmatica. Non manca, però, anche la contemporaneità con la voce di Mimmo Borrelli, che canta, con un mantra ossessivo, le luci e le pestilenze della sua Napoli. Il viaggio condotto dai fratelli Servillo esalta la musicalità del dialetto napoletano, accompagnata dagli archi del Solis Sting Quartet, che ha costruito e consolidato il suo successo proprio sulla commistione di generi e culture musicali, da quella contemporanea al jazz, dal folk e al pop.“Lo spettacolo –  sottolinea Servillo –  esprime un omaggio sentito alla cultura partenopea, rappresentato attraverso la sostanza verbale di poeti, musicisti e scrittori che, di Napoli, hanno conosciuto bene la carne e il cuore”. Ne nasce insomma uno spaccato in cui la musica riesce a delineare i mille volti di una città divisa tra la vitalità estrema e lo smarrimento più profondo.

Mara Martellotta

 

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