Un po’ a causa della pandemia, un po’ per il tempo che scorre troppo velocemente, oggi è un Santo dimenticato, quasi del tutto. Ugo Canefri era un nobile crociato piemontese, vissuto nel XII secolo, metà alessandrino e metà genovese, che di fronte agli orrori della guerra gettò a terra armi e armatura e spese la sua vita per aiutare ammalati, invalidi e pellegrini.
Sconvolto dalla violenza delle Crociate abbandonò le terre d’oltremare dove si combatteva duramente contro gli arabi e, tornato in Italia, passò il resto della sua esistenza a lavorare nell’ospedale della Commenda di San Giovanni di Prè, di fronte al porto antico di Genova. Pochi sanno chi è costui: l’8 ottobre veniva commemorato dove nacque, a Castellazzo Bormida nell’alessandrino, pare nel 1148, ma oggi nel suo paese natale non si fa più nulla per ricordarlo mentre il 19 ottobre viene festeggiato a Genova con una solenne cerimonia nella splendida chiesa dei crociati, san Giovanni Evangelista, dove è sepolto, a pochi metri dalla stazione Principe, anche se da due anni tutto è sospeso a causa del Covid. Correva l’anno 1187 e da Genova salpavano i cavalieri della Terza crociata: destinazione Terrasanta, obiettivo la riconquista di Gerusalemme. Sulle galee, stipate di uomini armati, c’era anche Ugo Canefri. Partì anche lui per il Levante crociato e musulmano ma la sua avventura durò poco. Prese parte alla spedizione militare agli ordini del marchese Corrado del Monferrato, una delle più grandi figure della storia delle crociate, e al vercellese Guala Bicchieri. Ma qui accadde qualcosa che gli farà cambiare vita.
Non si sa se partecipò a qualche battaglia ma vide con i propri occhi in Palestina la tragedia della guerra. A questo punto decise di entrare a far parte dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, i futuri Cavalieri di Malta, la cui battaglia si combatteva al fianco dei malati. E lì rimase per quasi 50 anni, fino alla morte avvenuta nel 1233. Lavorò giorno e notte nel ricovero dei pellegrini diretti in Terrasanta, nella Commenda di San Giovanni di Prè a Genova, città di adozione che gli ha dedicato il gioiello crociato dove Canefri riposa. Uomo molto religioso, è venerato come santo dalla Chiesa con il nome di Sant’Ugo da Genova e gli vengono attribuiti diversi prodigi legati all’acqua. Per esempio, avrebbe fatto sgorgare acqua da una roccia nel colle che sovrasta la Commenda per evitare alle lavandaie dell’ospedale di percorrere un lungo tragitto per lavare i panni degli ammalati oppure avrebbe salvato, secondo la tradizione popolare, una nave a rischio naufragio nel porto di Genova e guarito un storpio che pregava sulla sua tomba. Conoscere la storia di questo soldato diventato Santo è un’occasione per addentrarci nella sua chiesa, l’ex ospedale dei pellegrini.
Varcare la soglia della Commenda di San Giovanni di Prè, oggi museo e sede di mostre, è come fare un salto nella storia e nell’atmosfera delle Crociate: è stato ricreato l’ospedale dei pellegrini e alcuni attori danno vita in video ai principali personaggi legati alla Commenda e ai protagonisti delle crociate, cristiani e musulmani. La Commenda di San Giovanni è un complesso di edifici, risalente al 1180, che comprende due chiese in stile romanico, sovrapposte l’una all’altra, e un fabbricato a tre piani (la Commenda) con il convento, il ricovero per i pellegrini e i malati e gli alloggi dei Cavalieri. Tutto ciò fa parte del museo mentre la chiesa superiore di San Giovanni Evangelista è ancora oggi un luogo di culto, con regolari funzioni nei giorni festivi, ed è qui che si svolge la celebrazione annuale per Ugo Canefri. La Commenda è attualmente chiusa per i lavori di allestimento del Museo nazionale dell’emigrazione italiana.
Filippo Re
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE