I costruttori, Mattarella e la storia

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni    Dai tempi di Ciampi non ascolto i messaggi presidenziali di Capodanno e quindi non so esattamente cosa abbia detto il presidente Mattarella il 31 dicembre 

Vedendo i giornali, ho letto che ha parlato della necessità in politica di “ costruttori”. Un’idea non particolarmente originale, anche se certamente rispettabile  e condivisibile. Ho letto anche il commento ai “costruttori” di Mattarella fatto dal direttore de “ La Stampa”, su segnalazione dell’amico Salvatore Vullo che giustamente metteva in evidenza le sue perplessità nell’aver individuato nei costruttori del Paese solo certi personaggi politici con l’esclusione a priori di  altri.
Non leggo di norma  i lunghi editoriali del direttore de “La Stampa“, giornale che ormai da tempo mi limito a sfogliare sul tablet. Sono rimasto stupito dal suo lungo articolo e dalle molte  omissioni, concordando con lui su un solo fatto: l’inesistenza odierna di statisti o costruttori. Infatti non è possibile ignorare tra i grandi costruttori della nuova Italia rinata a vita democratica le figure di Giuseppe Saragat,di Ugo La Malfa, di Pietro Nenni, di Giovanni Malagodi.

Limitarsi a De Gasperi, Togliatti, Moro, Berlinguer e Andreotti (anche se il direttore non omette di rilevare i legami con la mafia di quest’ultimo, malgrado una sentenza di assoluzione) ci appare storicamente limitativo. Tra i costruttori ci sono anche personaggi minori come l’ambasciatore a Londra Nicolò Carandini o come il ministro e poi segretario della Nato Manlio Brosio.

Alfredo Covelli, leader monarchico, fu anche lui un costruttore della democrazia parlamentare, come gli venne riconosciuto universalmente perché segui’ l’imperativo di re Umberto II : “L’Italia innanzi tutto“ e fu un parlamentare esemplare come onesta’, cultura giuridica, passione civile, totale lealtà verso le istituzioni.
Anche Almirante, sotto certi versi, ha avuto un ruolo positivo, tenendo a freno una banda di esagitati sconfitti e inserendoli nella dialettica parlamentare. Almirante andò a rendere omaggio alla salma di Berlinguer, atto non di poco conto. Ma il grande assente tra i costruttori è Bettino Craxi, presidente del Consiglio e capo di un partito socialista autonomo ed europeo che ha contribuito a scrivere una pagina di storia importante.
Limitarsi a pochi esempi nel corso di un lungo articolo non appare accettabile. Se poi rilevo l’assenza  incredibile di costruttori come Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica e ministro del Tesoro dopo Marcello Soleri, altro grande costruttore se la morte non lo avesse rapito  appen sessantenne nel 1945, rimango quasi esterrefatto.Tra i costruttori della nuova Italia ci furono anche altri comunisti come Giorgio Amendola, democristiani come Sturzo, Scelba e Fanfani, uomini di cultura come Croce, Salvemini e Pannunzio che ebbero un forte ed esemplare  impegno etico-politico. E per fortuna di questo Paese si potrebbero aggiungere anche altri nomi, tra cui alcune donne, meno note  ma non meno importanti, del tutto ignorate nell’articolo: in primis, Nilde Jotti.
Così mi appare di poter dire da storico che non bada a simpatie ideologiche contingenti, ma cerca di scavare nella storia per trovarne, come diceva Omodeo, il senso.
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scrivere a quaglieni@gmail.com
(nella foto grande Luigi Einaudi con la moglie. Portale storico della Presidenza della Repubblica / Quirinale)
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