Una firma storica recisa

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   Il 2020 si chiude, com’è naturale che sia, con una cattiva notizia. L’anno della pandemia  non può chiudersi bene. Apprendo  infatti  da Facebook che la prof. Gabriella Bosco, ordinaria di Letteratura Francese all’Università di Torino, non scrive più per “T u t t o libri” della “Stampa”.

Il supplemento ideato da Arrigo Levi, Carlo Casalegno e Giorgio Calcagno è in crisi da tempo. Anche Quaranta non scrive più.  ”T u t t o libri“ da tempo è illeggibile ed ha anche  una grafica piuttosto volgare. Il grande Scardocchia la definiva parte nobile del giornale. Acqua passata. Si tratta di un giornale che sta tornando ad essere la Gazzetta Piemontese di Bersezio. I lettori sono in caduta libera, inarrestabile. Neppure Maurizio Molinari è riuscito a metterci un rattoppo. Una firma nota in Italia e all’estero come Gabriella Bosco andava salvaguardata come un fiore all’occhiello del giornale. Una delle poche autorevoli. E invece anche lei è stata recisa catullianamente dall’aratro dei giornalisti – burocrati. Le “firme“ di certi sprovveduti sopravvivono a tutto,  anche perché nessuno le legge. Con Gabriella Bosco il quotidiano torinese  perde una firma storica. Il giornale di via Lugaro si sta inabissando verso un 2021 che tutti sperano migliore, persino i ristoratori.
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