Le sardine e la democrazia

Di Pier Franco Quaglieni
Idea davvero curiosa quella di definirsi sardine, un pesce spesso destinato a finire in bocca ad un pesce più grande. Hanno riempito le piazze ed  hanno invaso i giornali. Le sardine seguono l’esempio delle madamine torinesi e del madamino che riuscirono a portare in piazza trentamila persone,illudendole su una apartiticità  bipartisan che non ci fu. I madamini ebbero l’appoggio di partiti e sindacati oltre che di alcuni poteri forti e dei giornali. Le sardine, che non sono affatto trasversali ma dichiaratamente esclusivamente  contro il sovranismo e il populismo di destra, non si affidano solo ai social, ma hanno l’appoggio, neppure mascherata,  della militanza di sinistra e di estrema sinistra. Sono una versione rinnovata dei vecchi girotondi che si opposero a Berlusconi senza neppure scalfirlo, anzi rafforzandolo. Anche le sardine ripetono slogan antifascisti e cantano “Bella ciao”  in contesti politici in cui il fascismo c’entra poco o nulla, come ha detto di recente Raffaele Fiano che è un fierissimo antifascista. La lezione che ritorna è che non si deve fare abuso della parola fascista perché la storia non si ripete e il fascismo è morto e sepolto. Solo per degli eccentrici e i patetici  come Vauro esso è ben vivo e presente. Il problema della deriva populista è mondiale e come tale va studiato e combattuto. Il populismo in ogni caso è anche un fenomeno di sinistra, come dimostra Grillo. Occorre cultura, calma e sangue freddo per analizzarlo e per  combatterlo come un pericolo per la democrazia liberale. Le teste calde, sardine o girotondi, servono a fare un po’ di ginnastica in piazza, quella che piaceva tanto, guarda un po’, proprio ai fascisti. Le piazze non sono di per sé democrazia, ma possono anche essere sovversione, come lo fu la Marcia su Roma. Sono le elezioni a rappresentare l’atto democratico per eccellenza. Bisogna ricordarlo, senza per questo necessariamente invocare un voto anticipato che comunque si sta profilando come quasi ineludibile per il non-governo di Conte e dei suoi compari.
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