Dal Piemonte
Domenica scorsa, al Forum di Omegna, sul lago d’Orta, è stata inaugurata la mostra “Il valore umano e poetico nell’arte di Siro Penagini”, realizzata dall’Associazione “I Lamberti“ e patrocinata dall’Amministrazione comunale del capoluogo cusiano.
Penagini,nato a Milano nel 1885 e morto a sessantasette anni a Solcio di Lesa sul lago Maggiore dove è sepolto nella cappella di famiglia nel piccolo cimitero locale, autore tra le sue tante opere anche del noto affresco che ritrae Mosé e le tavole della legge presso il Palazzo di Giustizia del capoluogo meneghino, è uno degli artisti italiani più importanti del secolo scorso. La mostra che gli è stata dedicata dall’associazione che si ispira alla memoria e alle opere di Gianni Rodari, resterà aperta fino al 1 dicembre, dal martedì alla domenica, dalle 15.00 alle ore 18.00. Il titolo scelto per la mostra riassume più di ogni altro il senso del lavoro artistico di Siro Penagini, un artista da annoverare tra i grandi maestri del 900 italiano. “La sua pittura – scrivono i critici Roberto Ripamonti e Giulio Martinoli che ne hanno curato la biografia – va osservata con occhio attento e indagatore, lo sguardo deve soffermarsi sia sul segno sia sul colore per far emergere tutti i suoi segreti e la straordinaria bellezza di cui ogni opera è intrisa”. Al catalogo della mostra ha collaborato il critico d’arte Marco Di Mauro, indagando e ricostruendo il percorso artistico di Penagini e i suoi vari spostamenti: da Caravate a Monaco, da Roma a Terracina, da Positano alla Sardegna, fino all’ultimo periodo di Solcio di Lesa. Inoltre il prof. Di Mauro ha messo in risalto i contatti dell’artista con le esperienze più all’avanguardia dell’arte europea del suo tempo e i suoi momenti evocativi. Nel catalogo è stato inserito l’articolo di Giovanni Testori apparso sul Corriere della Sera nel 1985 in occasione della mostra allestita al Museo del Paesaggio di Verbania, in cui si sottolinea le responsabilità degli storici dell’arte e del mercato per le ingiustizie verso alcuni artisti del XX secolo e in primo luogo Siro Penagini, che, pur avendo dalla sua critici devoti come Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Marco Rosci e lo stesso Testori, rimane totalmente e dolentemente rilegato nell’ombra.
“Prova ne è la recente mostra tenutasi a Palazzo Reale a Milano, dedicata a Margherita Sarfatti – sottolineano Martinoli e Ripamonti – dove Penagini è stato completamente omesso, senza tener conto che la stessa Sarfatti avrebbe voluto a suo tempo inserirlo nel Gruppo del 900 accanto a Sironi, Carrà, Funi, Bucci, Dudreville, Oppi e Marussig. Ma Penagini rifiutò, sia per il suo carattere schivo e riservato sia perché non voleva avere obblighi e scadenze. Inoltre non manifestò mai simpatie verso il regime, da cui avrebbe potuto trarre dei vantaggi. Sicuramente il suo voler essere e restare indipendente non ha giovato alla sua carriera, nonostante abbia partecipato a dodici Biennali di Venezia”. Sara Rubinelli, dinamica assessore alla Cultura del comune di Omegna, all’inaugurazione dell’evento ha posto in evidenza l’importanza di “poter ammirare la bellezza dei quadri attraverso una mostra che li esibisce in modo curato, studiato ed esperto. Ritrovare o scoprire la bellezza dell’arte vuol dire investire in un tempo che ci arricchisce e che ci ispira a relazionarci con sguardo nuovo a un presente che trova nello studio e nella contemplazione del passato il senso della sua evoluzione”.
M.Tr.
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