Dalla Regione Piemonte
Interviene l’assessore all’Ambiente. Appello di tutte le Regioni italiane
Le 20 Regioni italiane, più le province autonome, hanno chiesto al Governo, con una lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, di riformare il testo unico sull’Ambiente nella parte riguardante il riciclo dei rifiuti cosiddetti «End of Waste», tipologia di scarti che poi diventano prodotti. Le Regioni chiedono, in pratica, che venga loro riassegnata la delega di concedere le autorizzazioni alle aziende che svolgono questa attività «caso per caso». All’appello, partito dalla Commissione Ambiente Energia, si è unito l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, che ha lanciato l’allarme sul blocco delle procedure di assegnazione delle autorizzazioni.
«A febbraio 2018 – spiega l’assessore Marnati – il Consiglio di Stato, ha emesso una sentenza che stabilisce che i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto cosiddetto caso per caso non possono più essere definiti dalle Regioni o da enti delegati, ma soltanto dallo Stato. Così facendo c’è il rischio di bloccare il processo di riciclo di alcuni rifiuti e di bloccare lo sviluppo dell’economia circolare e l’innovazione dei processo produttivi con grave danno all’ambiente e allo sviluppo economico della regione».
In vista della riunione del Consiglio dei Ministri di domani, tutte le 20 Regioni più le province autonome, hanno così sottoscritto una lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nella quale si chiede una modifica della normativa attuale. «Le attività di preparazione per il riutilizzo e il riciclo, che consentono di trasformare rifiuti in nuovi prodotti attraverso la cessazione della qualifica del rifiuto – si legge nel documento – sono fondamentali per realizzare interventi concreti di economia circolare». «È evidente – si legge ancora nel testo – che il venire meno di filiere virtuose di riciclaggio comporta che consistenti flussi di rifiuti vengano indirizzati allo smaltimento in discarica, all’incenerimento o anche a gestioni illecite sfociate poi in emergenze come quelle dei roghi».