SOMMARIO: Grande Torino, Grande Angela, ma manca il Liberty – 1866 – Fascisti, destra al Nord e al Sud – Lettere

Grande Torino, Grande Angela, ma manca il Liberty
Avevo delle perplessità nel vedere tra gli ospiti della trasmissione su Rai 1 su Torino di Alberto Angela due signore fastidiosamente onnipresenti: Littizzetto e Christillin, emblemi di una Torino che detesto. Ma debbo dire che – se escludiamo i loro interventi autoreferenziali e banali – la trasmissione ha volato alto. Innanzi tutto una “mancanza” che fa onore ad Angela: neppure una volta è stato nominato il movimento operaio, Gramsci, Gobetti e la stessa Resistenza, la solita vulgata. Queste parole si sarebbero dovute nominare perché appartengono alla storia della città, ma Angela sa bene anche l’abuso che ne hanno fatto i comunisti e quindi ha evitato di finire nel vicolo cieco dell’Anpi nazionale. Ha invece parlato, come era giusto, di Torino sabauda perchè ogni angolo di Torino richiama Casa Savoia, quasi esistessero solo i Savoia che purtroppo è una verità perché l’identità tra Dinastia e Nazione è totale fino al 1848 quando Carlo Alberto elargì lo Statuto.
Non c’è neppure il mito della Fiat distrutto da Elkann di cui Christillin vuole diventare il custode testamentario, avendo accumulato esperienza con le mummie egizie. Mi ha colpito che lei stessa si è definita “storica” .Da quando? Non sapevo. Angela ha anche reso quasi equanime omaggio alle due squadre di calcio torinesi, ma di questi temi non dico perché sono acalcistico ed asportivo. E’ mancato un richiamo benché minimo al Liberty, una parte di storia torinese fondamentale che è stata trascurata proprio dai torinesi e dai vari assessori disattenti alla cultura. Al contrario è stato richiamato in modo insistito la Ferrari che con Torino non ha legami perché la casa di Maranello è presente al Museo dell’ automobile ,ma non nella storia della città. Meritava invece al Museo un accenno alla Lancia, fagocitata dalla Fiat, incapace anche solo di imitare lo stile del concorrente che ebbe anche lui la disgrazia di un discendente non all’altezza. La Littizzetto ha evitato le solite volgarità e si è inventata gastronoma: bagna cauda, bicerin e altro, secondo un copione banale trito e ritrito che anche i telespettatori di Canicattì conoscono, senza bisogno delle sue mediazioni televisive. Angela ha parlato di Museo Egizio e di Museo del Risorgimento e di Basilica di Superga. I monarchici in collegamento , mentre si sentivano orgogliosi del passato , non potevano non sentirsi in imbarazzo per un presente non proprio esemplare che farebbe infuriare l’ultimo Sovrano Umberto II ricordato anche lui da Angela . Sulle macerie della Fiat svetta la Torino dei grandi Savoia da Emanuele Filiberto a Vittorio Amedeo ll, al Conte Verde al Conte Rosso . Noi siamo alle prese con Askatasuna e con lo snobismo delle madamine. Che tristezza!
1866
Il prossimo anno vivremo un anniversario storico tra i più negativi: le sconfitte nella III Guerra d’indipendenza per terra e per mare: Lissa e Custoza. Solo Garibaldi fu vincitore a Bezzecca. L’Italia non capitolò solo perché alleata della Germania contro l’Austria. Una pagina nera. Il Regio esercito e la Regia Marina si rivelarono un disastro Dobbiamo considerare che nel Mezzogiorno era iniziato il brigantaggio, oggi giustificato da molti storici o sedicenti tali.

Il veleno messo in circolo da Gramsci è duro a morire e le pagine di Rosario Romeo sul Risorgimento e il Sud vengono nascoste senza essere confutate. Siamo ancora fermi alla presunta insensibilità sociale degli uomini del Risorgimento, mentre al Sud briganti, avventurieri, delinquenti comuni scuotevano dalle radici l’alberello dell’ Unità nazionale ,senza capire che il riscatto del Sud sarebbe venuto dal processo di unificazione del Paese come vide Romeo.
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