Carnevale

6 gennaio: parte il Carnevale Storico Crescentinese

Il Carnevale Storico Crescentinese si sta preparando per la sua edizione del 2026 che segnerà il suo 50° anniversario. Un appuntamento speciale e tanto atteso per la manifestazione più antica della Città. Come da tradizione il sipario si alzerà ufficialmente nel giorno dell’Epifania per poi snodarsi con tutta una serie di eventi che culmineranno domenica 8 febbraio col Gran Corso Mascherato con carri allegorici e gruppi mascherati. Al calar della sera del 6 gennaio, dunque, partirà da piazza Caretto la Pifferata a cui oltre ai Birichin parteciperanno i Pifferi e Tamburi di Baio Dora, la corte uscente, i componenti della Magnifica Confraternita delle Regine Pappette e dei Conti Tizzoni e tutto il popolo del carnevale. Appuntamento alle 17 sotto al grande albero di Natale di piazza Caretto. La passeggiata musicale, dopo aver percorso le principali vie del centro storico, terminerà al Teatro Comunale “Cinico Angelini” dove, alle 18, verranno presentati i personaggi dell’edizione 2026. Una tradizione lunga cinque secoli quella del Carnevale Storico Crescentinese di cui si parla nei preziosi documenti conservati all’Archivio Storico comunale a partire dal 1529. In quell’anno, un signorotto locale, tal Riccardo IV Tizzoni, che da tempo vessava la popolazione con soprusi ed angherie, oltre a nuovi pesanti balzelli, quali la tassa della molitura del grano, la tassa sul sale e la tassa sul transito nelle sue borgate, impose lo “ius primae noctis”, ovvero il diritto della prima notte, elargito agli antenati della Casata dal Serenissimo Imperatore Federico I° di Svevia, detto il Barbarossa, in premio dell’eroismo e coraggio dei Marchesi Tizzoni nella difesa dell’Impero. In base a questo editto, tutte le giovani spose venivano scortate dalle guardie al castello dove erano costrette a trascorrere insieme al Tiranno le ore immediatamente seguenti il matrimonio. Secondo la leggenda, nella notte tra il 14 e 15 febbraio 1529, intanto che il Paese, immerso nel sonno, attendeva di festeggiare gli ultimi giorni di carnevale, la figlia del mugnaio del Mulino Stella, fresca sposa che si trovava a Palazzo, tagliò la testa al Tiranno proprio mentre il popolo iniziava la rivolta richiamato dal suono della campana della torre civica. La giovane sposa venne, quindi, assurta a simbolo di Crescentino col titolo di Regina Papetta. Secondo gli studiosi locali il nome di Papetta le fu attribuito desumendolo dal frutto del mais da cui si ricava la farina per cucinare la polenta. Durante l’appuntamento del 6 gennaio al Teatro Angelini, che sarà introdotto dall’esibizione della Scuola di Danza Moondance diretta da Paolo Cianfoni, verrà anche svelato il manifesto d’autore e sarà consegnata la benemerenza di Ambasciatore del Carnevale che viene riconosciuta annualmente ad un crescentinese che negli anni si sia impegnato per dare lustro alla storica manifestazione. Cresce intanto la curiosità di conoscere le identità di coloro che interpreteranno la Regina Papetta e il Conte Tizzoni del Carnevale Storico Crescentinese 2026, ma per ora dal quartier generale dei Birichin tutto tace e le riserve saranno sciolte solamente il 6 gennaio.

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