Chirurgia dell’anima, oltre la forma verso l’essenza

Chirurgia plastica dell’anima… colei che unisce medicina, ascolto autentico e rinascita personale. C’è una bellezza che non ha nulla a che vedere con la perfezione, che non vive sulle copertine patinate di riviste del settore, nè si agita spropositatamente sui video dei social media ma nell’incontro fragile e straordinario tra ciò che siamo dentro e ciò che mostriamo al mondo.

 

E’ questa la bellezza a cui il Dr. Luca Spaziante, chirurgo plastico di grande esperienza dedica il suo nuovo libro “Chirurgia dell’Anima”. Si parla di un viaggio verso una guarigione profonda, che comincia molto prima della pelle e molto più in profondità delle cicatrici visibili. Questo suo è un libro che nasce dall’ascolto delle ferite invisibili. Il libro rivela una filosofia che attraversa tutta la sua vita professionale e persino quella privata, perché è proprio da li che lui comincia a fortificare i dettami della sua etica. La sua missione non è cambiare i volti delle persone fino a renderli irriconoscibili, non è inseguire modelli estetici irrealistici, omologati e senz’anima; il suo compito è un altro: “correggere senza stravolgere, rivelare e non trasformare”.

Ci sono libri che arrivano come un passo leggero sul pavimento della memoria, come un profumo che non si vede ma resta. Libri che non insegnano soltanto, ma che accompagnano, osservano, accarezzano; libri che nascono da una necessità più profonda della semplice volontà di raccontare. Sono libri che scaturiscono da anni di ascolto, di mani tese, di silenzi condivisi tra un medico e i suoi pazienti. Il libro del Dr. Spaziante appartiene esattamente a questa rara famiglia di opere: quelle che non si limitano a essere sfogliate, ma che vanno vissute. Sin dalla prima pagina si comprende che questo libro non è stato scritto per raccontare un’esperienza, ma per donare un’esperienza, affinché chi legge possa trovare uno specchio, un appoggio, o semplicemente una presenza discreta pronta ad aiutare e a condividere. Questo è un libro che respira – e nel suo respiro c’è quello di ogni persona che il Dr. Spaziante ha accolto, ascoltato e operato, perché la sua idea di cura si piega verso la persona. Viviamo in un’epoca in cui la medicina corre veloce, fatta di dati, protocolli, macchinari che parlano un linguaggio perfetto e preciso. Eppure, in questo ritmo calzante, si rischia di dimenticare una dimensione fragile e necessaria, ossia la persona che abita la malattia. Il Dr. Luca Spaziante, con la sua profonda sensibilità e con un sapere affinato negli anni, riporta al centro ciò che spesso viene messo in disparte: la dignità del paziente. Nel suo libro lui non si limita a spiegare, ma si china con delicatezza su quella zona di vita in cui paura, speranza e vulnerabilità si sfiorano. Ogni sua pagina è un invito a rallentare, a guardare negli occhi la persona prima del sintomo, la storia prima del referto.

E’ come se dicesse: “la malattia è un capitolo, non la definizione di un’esistenza”. Le sue sono storie che illuminano anche quando fanno male. Tra le righe il lettore incontra storie vere trasformate in immagini delicate e poetiche. Non ci sono mai dettagli violenti o toni freddi; ciò che emerge è il lato umano, quello che tocca davvero. Il chirurgo racconta quel tipo di sofferenza che non si vede certo nella lettura dei referti…la paura quindi di non farcela, la fatica di non essere compresi, il tremore nascosto nelle mani di chi chiede: “guarirò?” Ma racconta anche l’altra parte – quella luminosa – fatta di progressi inaspettati, di sorrisi che ritornano senza preavviso, di pazienti che trovano il coraggio di confidare ciò che non avevano mai detto a nessuno. La cura, come ci ricorda l’autore, non è solo farmaco, tecnica, intervento. E’ anche un gesto minimo, invisibile, che produce un effetto quasi sacro: il sentirsi accolti. Leggendo il libro poi si percepisce che la sofferenza non appartiene solo a chi la vive. Esiste un’eco che raggiunge chi osserva, chi accompagna, chi deve dare risposte quando le stesse non arrivano nell’immediato. Una delle bellezze più grandi di questo testo è il modo in cui riesce a intrecciare discipline diverse: la medicina, la psicologia, la narrativa, persino la filosofia. Il Dr. Luca Spaziante non pretende di dare verità assolute ma si limita a proporre una visione, un modo di stare dentro il proprio mestiere e dentro la relazione con l’altro. Forse la forza più grande di quest’opera sta nel fatto che il lettore può trovare in essa due cose preziosissime : un porto dove fermarsi e una mappa per orientarsi. Persino lo stile che accompagna questa guida è limpido, morbido, a tratti quasi musicale.

La sua scrittura non urla, ma sussurra con eleganza, lasciando che siano le immagini dell’anima a parlare. Ogni capitolo sembra costruito come un piccolo quadro: c’è luce, c’è ombra, c’è movimento. Non è una lettura che corre, ma una lettura che si sente. E mentre le pagine scorrono, succede qualcosa di magico: il lettore si accorge che il libro non sta parlando solo di medicina o di malattia, ma sta parlando di lui. Delle sue paure, della sua voglia di essere visto, della sua battaglia quotidiana per sentirsi forte anche quando non lo è. Alla fine, ciò che rimane di questo libro è un senso di gratitudine. Gratitudine verso un medico che non teme le fragilità, che non si nasconde dietro formalismi, che riconosce il valore dell’essere umano, anche quando è stanco, ferito o confuso. Il Dr. Spaziante ci ricorda che la cura migliore non è mai solo medica. E’ una cura fatta di parole dette nel momento giusto, di silenzi che rispettano, di mani che non giudicano, di sguardi che contengono. Il suo libro è una vera propria dichiarazione d’amore verso la vita, anche quando la vita si presenta nella sua forma più difficile. Un’opera la sua che non si limita ad essere letta: resta. Resta nei pensieri, nei gesti, nella memoria di chi lo ha attraversato. Resta quindi come una promessa : quella di una chirurgia capace di guardare negli occhi, di toccare con gentilezza, di comprendere senza invadere. E’ un testo che conforta, che ispira, che illumina. Un compagno prezioso nei momenti in cui tutto sembra confondersi. E’ un promemoria sottile ma potente: siamo esseri fragili, si, ma siamo anche esseri straordinariamente capaci di speranza.

Ed è proprio qui che questo libro rivela la sua forza più grande: non è soltanto un viaggio nella chirurgia plastica vista con sguardo serio, etico e profondamente professionale, ma è anche o soprattutto un messaggio rivolto al futuro. Tra le sue pagine si avverte un appello silenzioso ma potente, ossia l’invito a insegnare, fin dalle scuole, ai ragazzi che crescono tra specchi impietosi e modelli irraggiungibili e assolutamente non autentici, che il corpo non è un nemico da correggere, né un terreno da stravolgere, ma una casa preziosa da conoscere, rispettare e abitare con amore. Per la sua profondità, la delicatezza con cui intreccia scienza ed etica e la sincerità del suo messaggio, il libro del Dr. Luca Spaziante potrebbe diventare un prezioso tributo educativo da portare nelle scuole e nelle università, al fine di poter invitare i giovani a conoscere e a rispettare meglio il proprio corpo prima di desiderare di cambiarlo, a custodire quindi la propria autenticità e a non inseguire trasformazioni o mode di massa che tradiscono di gran lunga ciò che sono nella loro verità fisica e interiore. In ogni sua pagina si percepisce la voce sincera di un medico che fa davvero della sua professione un atto di amore. Un medico che non cura solo il corpo ma che considera addirittura un privilegio poter toccare le anime dei suoi pazienti.

Monica Chiusano

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