IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Che i pro Pal abbiano fatto un’incursione anche nella redazione – vuota per sciopero – del gruppo GEDI- Elkann e’ un fatto da condannare in linea di principio,
a tutela della libertà di stampa. Ma dalle fotografie che si vedono, i manifestanti sembrano essere andati con mano leggera: copie e fogli sparsi e una scritta esile, esile, non di quelle devastanti, tanto per capirci, di piazza Vittorio. Che la “Stampa” sia così distante dall’Imam di San Salvario, e’ difficile da credere perché l’imam è stato sempre vezzeggiato e glorificato per anni come uomo di pace ecc. ecc., secondo una certa vulgata riservata agli amici. I contestatori non leggono i giornali e soprattutto certi giornali, altrimenti saprebbero che una delle editorialiste predilette è tale Anna Foa, ebrea quasi “rinnegata” che condanna Israele, scrivendo un libello premiato dallo Strega. Alcuni che scrivono su quei giornali del gruppo Elkann sono antisraeliani da sempre. Fanaticamente antisraeliani, per non dire antisemiti. Vorrei poter ascoltare cosa direbbero in materia Arrigo Levi e Carlo Casalegno che furono sempre dalla parte degli Ebrei e di Israele. Levi andò anche a combattere come volontario nel 1948. Ciò detto, siamo dalla parte degli aggrediti contro gli aggressori violenti. I liberali sono sempre dalla parte degli aggrediti, anche se lontani dalle proprio idee. Anzi, è meglio che siano lontanissimi perché così si esercita anche l’arte della tolleranza volterriana che certi giornali calpestano ogni giorno, attaccando ed ignorando chi non è gradito.
Nella foto tratta da un video Instagram del collettivo Ksa, i manifestanti all’ingresso della “Stampa”
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