Cpr Torino, il commento della Prefettura

In relazione ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa a proposito del Centro per il rimpatrio (Cpr) di Torino, si precisa che le persone trattenute nei Cpr, oltre ad essere irregolari sul territorio nazionale, sono soggetti “socialmente pericolosi”, che spesso hanno una lunga serie di precedenti penali di particolare allarme sociale, ad esempio per droga e rapine. In particolare, a Torino sono transitati o sono tuttora trattenuti soggetti pregiudicati e pluripregiudicati per numerosi gravi reati, fra i quali associazione per delinquere per terrorismo, omicidio e tentato omicidio (complessivamente 7), reati attinenti agli stupefacenti (si contano oltre 40 denunciati per spaccio), ricettazione, sequestro di persona, tortura, violenza sessuale, lesioni personali (29 denunce), violenza privata, rapina (14 denunciati) e furto (31).
Riguardo agli altri aspetti evidenziati, il Prefetto di Torino Donato Cafagna evidenzia ancora che non si sono verificate situazioni di sovraffollamento, in quanto la struttura ospita attualmente 68 persone, nell’ambito di spazi ampiamente idonei per capienza e capacità di gestione dei servizi. Tra questi sono comprese le sale dedicate alle udienze della Commissione territoriale e dell’A.G., quelle per le visite dei familiari e dei difensori di fiducia, che avvengono in modo riservato nel rispetto della privacy.
Per prevenire forme di isolamento relazionale, il gestore organizza attività ricreative, sociali e religiose.
Inoltre, ad integrazione delle attività previste nel capitolato a carico dell’ente gestore, è stato sottoscritto, tra la Prefettura e l’Azienda Sanitaria della Città di Torino, un apposito Protocollo di intesa, in forza del quale il sistema sanitario pubblico si impegna a:
  • eseguire visite per la valutazione dell’idoneità alla vita in comunità;
  • garantire alle persone trattenute l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN);
  •  garantire l’accessibilità a tutte le prestazioni sanitarie di base, comprese – a richiesta del medico del gestore del centro – le visite psichiatriche in loco due volte a settimana e l’accesso a visite specialistiche e ai Pronto Soccorso;
  •  assicurare un tempestivo accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche previste dal SSN, al fine di garantire la salvaguardia della salute individuale e collettiva;
  • provvedere alla raccolta di dati per la sorveglianza epidemiologica per il controllo delle malattie che richiedono misure di sanità pubblica.
Ove sussistano barriere linguistiche l’Ente gestore garantisce servizi di mediazione e interpretariato.
Per meglio affrontare i temi gestionali e socio-sanitari, e’ stato istituito un gruppo ispettivo che segue attentamente – ciascuno per la propria parte di competenza – le attività ed effettua frequenti accessi e di cui fanno parte rappresentanti della Prefettura, della Regione Piemonte, della Città di Torino, della Questura, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’ASL Città di Torino e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Infine, per quanto riguarda la presa in carico di soggetti vulnerabili una volta usciti dalla struttura, si tratta di un aspetto che rientra interamente nella competenza delle strutture socio-sanitarie del territorio che verranno nuovamente sensibilizzate sul tema.
Ufficio stampa Prefettura di Torino
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