Tra colori e solidarietà (e un’asta benefica), l’Associazione “Volere la luna” ospita la mostra del giovane artista torinese Michele Lovisolo
Fino al 22 novembre
Chissà se a metterci lo zampino è stato il caso o, al contrario, l’evento espositivo dedicato a Michele(Miki) Lovisolo ha trovato una perfetta regia (che di più non si poteva) in una casuale combinazione di opere e sito espositivo? Sta di fatto che in “Quel volere la luna” (nome dato all’Associazione di via Trivero, a Torino, dal 2018 di casa in una palazzina a “Parella” di proprietà del “Centro Studi Gobetti” dove si organizzano attività mutualistiche e momenti vari di incontri culturali e politici) ci si può ben leggere anche tutto il percorso compiuto da Miki nel mondo dei colori e da oltre vent’anni di attività e prove su prove mirate al linguaggio dell’arte. Eh sì, perché “Volere la luna”, in fondo, non è impossibile (come tradizionalmente si crede), “non siamo illusi o sognatori – precisa il presidente dell’Associazione, l’ex magistrato torinese Livio Pepino – ma pensiamo che senza entusiasmo, senza pensare in grande, senza utopia non si esca dalla crisi etica, sociale, culturale e politica in cui ci ha precipitati il pensiero unico”.

Entusiasmo, passione, forza di volontà a cascate: ecco il segreto per arrivare alla “luna”. Lo stesso, per l’appunto, che fa da abito costante a quel “fare arte” che Miki pratica da anni sotto l’attenta maestria del suo “Angelo custode artistico”, la bravissima Anna Maria Borgna, nel magico atelier di via Belfiore. E allora ognuna delle opere esposte, fino al prossimo sabato 22 novembre (tempere, acrilici, acquerelli, lavori in legno o su formelle di argilla e cartoncino) sono ogni volta un nuovo spicchio di “luna” toccato con mano e stretto con affetto, con gli smisurati abbracci di cui solo Miki è capace.“Volere la luna”, inoltre, e riuscire, anche solo in parte ad ottenerla, aiuta a far diventare la vita “vita colorata”, come recita il titolo della personale in cui si alternano, fra i più svariati soggetti le 40 opere portate da Miki in via Trivero. E che caratterizzano oltre vent’anni di attività. Da quell’oceano, forse involontariamente espressionistico, di colori (dai gialli intensi ai blu e ai rossi) di “Pesce serpente” (2002) all’essenzialità, quasi astratta della “Sacra di San Michele vista da Caprie” del 2008. E poi i raffinati “lavori a cartoncino” e gli estrosi “colore su legno”, fino a quella serie di “ritratti femminili” che raccontano quanto sia stata preziosa “figura didattica” per Miki, Anna Maria Borgna nel riuscire a calarne le doti non solo nell’aspetto più concreto ed esecutivo della materia ma pur anche in un contesto di valore storico-culturale che agli occhi del giovane allievo hanno impresso, trattenendole nel tempo, le immagini di alcune “grandi” figure del panorama dell’arte moderna e contemporanea da Picasso a Klimt agli “spruzzi” di Pollock fino ad alcune morandiane “nature morte” e a quel caratteristico “Omaggio a Manzù”, tratto a sua volta da un Manzù “Omaggio a Picasso”.
Scrive bene Anna Maria Borgna: “Michele si avventura nel mondo della pittura con l’audacia di un nuotatore nel suo elemento: cattura e domina lo spazio, traccia con forza le forme e accosta con intensità i colori preferiti (tra cui il viola, il giallo e il rosso) usando a volte pastose materie, a volte colori ad acqua trasparenti, lasciandosi andare a pennellate rapide o lente e morbide, oppure aggredendo il foglio con segni graffianti di spatola, fino a che non è appagato dal risultato”. E fa capolino un po’ di qua e un po’ di là. Del resto, i campi su cui correre e agguantare la lunga scala che porta alla “luna” sono tanti. E inaspettati. Fra i lavori in legno di geometrica, astratta spazialità, notiamo anche una “chitarra classica”. Un lavoro a quattro mani magnificamente realizzato insieme all’amico – fraterno Andrea Albrile, fra i massimi “passionate luthiers” di Torino, che racconta: “Il legno gioca con i colori così come l’arte di Michele incontra la mia passione per la liuteria … E proprio per gioco, attraverso questi anni, ci siamo divertiti a dare nuova vita a ritagli e forme, a capovolgere i cosiddetti errori e scarti di lavorazione … fino all’incontro dei nostri due mondi nella chitarra classica esposta in mostra”.

Oggetto inusuale, ma fortemente apprezzato in una rassegna che, seguendo gli obiettivi basilari dell’Associazione ospitante non è stata solo un evento artistico, “ma anche – racconta ancora il presidente Livio Pepino – l’occasione per contribuire, mettendo all’asta alcuni dei dipinti, alla realizzazione della ‘mensa popolare’ gratuita che l’associazione ‘Volere la Luna aprirà’, sempre in via Trivero, nel prossimo gennaio: un’iniziativa di sostegno a chi è meno fortunato ma anche – e soprattutto – un luogo di socialità e di incontro per rompere l’individualismo e la frammentazione. L’incontro tra arte e solidarietà è stato felice e affollato. E promette bene anche per il futuro”. “I care” (“ho a cuore”) era il motto che Don Milani volle scritto su una parete della sua “Scuola di Barbiana”. Quanto potrebbe starci bene impresso in parete e a fianco di quel coinvolgente “Volere la luna”!.
Gianni Milani
“Una vita colorata”
Associazione “Volere la luna”, via Trivero 16, Torino; tel. 371/4442275 o www.viatrivero@volerelaluna.it
Fino al 22 novembre Orari: mart. e giov. 18/20; merc. e sab. 11/13
Nelle foto: immagini opere in mostra
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