Cielo grigio, pioggerellina a tratti, aria fresca d’autunno e un entusiasmo che non temeva il meteo: così Torino ha accolto il ritorno degli Azzurri all’Allianz Stadium.
Dopo l’affascinante sfida alla Nuova Zelanda dello scorso novembre, la Nazionale azzurra è tornata a calpestare il prato torinese per le Quilter Nations Series 2025, questa volta di fronte ai campioni del mondo del Sudafrica, regalando ancora una volta una cornice spettacolare che ha dimostrato quanto il rugby sappia parlare alle famiglie, ai ragazzi e soprattutto ai più piccoli.
E proprio loro, i giovani tifosi, non hanno tradito le attese. In centinaia sono rimasti nel dopogara a caccia di un autografo, della maglia dei propri idoli, di un ricordo vero. Un’immagine che racconta più di qualsiasi risultato la forza di questo sport e il legame che riesce a creare.

Sul campo, l’Italia ha accarezzato a lungo l’idea dell’impresa. Il cartellino rosso a Mostert dopo appena dieci minuti – intervento pericoloso su Garbisi – ha costretto gli Springboks a una lunga inferiorità numerica. Gli Azzurri hanno costruito gioco, guadagnato territorio e tenuto la partita aperta fino al 70’, sul 14-20, grazie anche alla splendida meta di Capuozzo che ha fatto esplodere lo Stadium.
Ma contro i campioni del mondo, primi nel ranking, il margine d’errore è minimo. Due mete negli ultimi dieci minuti hanno fissato il 32-14 finale: Sudafrica cinico, Italia generosa ma imprecisa dalla piazzola. Il rammarico è forte, l’applauso del pubblico ancora di più.
Perché, al di là del risultato, ciò che resta è l’atmosfera. L’Allianz Stadium è stato di nuovo capace di trasformarsi in una bolgia azzurra. Gli oltre 32mila spettatori hanno accompagnato ogni azione, sostenuto la squadra nei momenti complicati e salutato anche gli avversari con rispetto. Rugby, nella sua essenza più autentica.
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