Torino tra le righe
Ci sono romanzi che vanno oltre la semplice indagine poliziesca, capaci di unire la tensione del mistero a riflessioni profonde sull’animo umano. Io sono il guardiano, scritto da Agrippino Musso e pubblicato da Bookabook, è uno di questi. L’autore nato in Sicilia nel 1950, si trasferisce da giovanissimo a Torino. Ancora studente, inizia a scrivere sceneggiature per fumetti come Intrepido, Lanciostory, Ken Parker Magazine e Diabolik. Negli anni ’80 si avvicina alla psicologia junghiana, al Buddhismo Tibetano e al Tai Chi Chuan, discipline che lo porteranno a un profondo percorso di crescita personale. Da trent’anni insegna Tai Chi e lavora con gruppi sulla relazione corpo-mente, conducendo anche laboratori di scrittura creativa e percorsi terapeutici con persone fragili. Dopo diversi saggi, Io sono il guardiano è il suo primo romanzo.
Ambientato a Torino, il romanzo affascina per la sua trama avvincente e per la cura con cui vengono delineati i personaggi: figure complesse, ognuna con le proprie ombre, fragilità e segreti.
Tutto ha inizio in via Po 27/c, dove la morte della splendida Lucy sconvolge la quiete della città. Il suo corpo viene ritrovato tra le statue eterne del Museo Egizio, e da quel momento si apre un’indagine che coinvolge una galleria di personaggi singolari: il vicequestore aggiunto Andretti, la misteriosa Maga Pentesilea, il sarcastico Marius, cinque adolescenti ribelli e sognatori… e soprattutto Ikkyo, il guardiano che dà voce al racconto. È lui a guidarci tra le pieghe della vicenda e dell’anima umana, in una Torino sospesa tra cielo e sottosuolo, logica e caos.
Musso costruisce un noir raffinato, dove il classico enigma della “camera chiusa” si intreccia con temi filosofici e spirituali. Accanto alla tensione dell’indagine, infatti, emergono riflessioni sulla connessione tra corpo e mente, sul dolore, sulla rinascita e sull’armonia interiore. L’autore, da anni insegnante di Tai Chi Chuan e studioso del pensiero orientale, riesce a infondere nel romanzo la sua esperienza personale, trasformando la ricerca del colpevole in un viaggio più profondo: quello dentro se stessi.
Lo stile di Musso è fluido e suggestivo, capace di alternare momenti poetici a passaggi più intensi e drammatici. Torino diventa un personaggio a sé, con i suoi cortili, i misteri sotterranei e la sua luce particolare che filtra tra le vie del centro. Il lettore vi si perde e si ritrova, proprio come Ikkyo, scoprendo che la verità non è mai solo un fatto, ma un percorso di consapevolezza.
Io sono il guardiano è un romanzo che unisce generazioni e sguardi diversi: i giovani lettori ne apprezzeranno il ritmo e il linguaggio moderno, mentre i più esperti troveranno spunti di riflessione, rimandi culturali e profondità psicologica. È un giallo che si legge tutto d’un fiato, ma che lascia nel cuore la voglia di tornare indietro, per assaporarne le sfumature e le verità nascoste tra le righe.
Con questo esordio nella narrativa, Agrippino Musso, dimostra come il mistero, quando è ben raccontato, possa diventare anche uno strumento di conoscenza.
MARZIA ESTINI

                    

