Si chiude all’insegna del successo, confermandosi con 26 mila e 230 visitatori (aggiornamento del 2 novembre, alle 18.15), e 48 progetti espositivi la XIII edizione di Flashback Art Fair, la manifestazione che ogni anno trasforma Flashback Habitat in un organismo vitale, capace di unire arte e vita, mercato e pensiero, memoria e trasformazione.
Un’edizione “senza titolo”, eppure fortemente identitaria, che ha confermato Flashback come un modello unico di fiera, dove l’esperienza è prima di tutto relazione: tra artisti e galleristi, tra pubblico e opere, passato e presente. In questi giorni le sale dell’IPI – Istituto Provinciale per l’Infanzia, si sono popolate di voci, incontri, sguardi e riflessioni. Gallerie italiane e internazionali, collezionisti, curatori e visitatori hanno colto in Flashback una casa riconosciuta dell’arte, un luogo affettuoso e consapevole dove ogni stanza diventa laboratorio curatoriale, ogni incontro un atto di dialogo e fiducia.
“Chi sceglie di partecipare a Flashback – spiegano le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe, e il direttore artistico Alessandro Bulgini – sceglie una dimensione diversa, in cui la fiera è principalmente un gesto d’accoglienza. Qui il mercato entra nella vita reale, l’arte si avvicina alle persone e il collezionismo diventa pratica quotidiana, concreta ed emotiva”.
Accanto ad opere, tra gli altri, di Dürer, Ribera, Genovesino, Morandi, Ontani, Modigliani, Mondino, Marini e Von Stuck, all’immagine guida affidata con infinito affetto alle opere del fratello del direttore artistico, Antonello Bulgini, e agli spazi del Circolino, ricoperti dalla scrittura potente e immaginifica di Alexander Mostafà Fazari, e della capacità dell’esposizione di “Gaza Opera Viva” nell’importanza di trattenere il pensiero sulle urgenze della contemporaneità, la fiera ha offerto al pubblico un viaggio esperienziale tra linguaggi e tempi, attraversando la responsabilità dell’arte come filo conduttore: la capacità di farsi testimonianza, gesto politico umano, spazio di compassione e consapevolezza.
A intrecciarsi con la sezione espositiva, anche il “Public Program” ha dato voce alla riflessione contemporanea, dai talk dedicati alla relazione fra arte e attualità, con Monica Biancardi, Alessandro Bulgini e Christian Caliandro, alle presentazioni dedicate a Carol Rama e al Legnanino ritrovato, fino ai laboratori “Io sono Nessuno”, ispirati al mito di Ulisse e alla musica jazz.
“Flashback è una fiera che vive nella relazione – conclude la direzione – è un ecosistema il cui valore non si misura solo in termini economici, ma nel tempo e nella qualità dell’incontro. In un mondo difficile, crediamo nel potere dell’arte di costruire empatia, di generare consapevolezza e offrire rifugio e prospettiva. È qui che si ritrova la bellezza, quella che unisce e non divide”.
Spente le luci sulla fiera, resta vivo l’Habitat: non solo la mostra “Compassione” continuerà a vestire gli spazi del Circolino fino al prossimo marzo.
Gli spazi di corso Giovanni Lanza 75 sono gia pronti ad accogliere da venerdi 21 a domenica 23 novembre il MAF – Mater Film Festival, rassegna di cortometraggi alla sua prima edizione.
Mara Martellotta
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