Quando lo sciopero fa “clic”

FRECCIATE

Il diritto di sciopero è sacrosanto. Non si tocca. È uno dei pilastri della democrazia, ed è costato sacrifici che nessuno ha il diritto di dimenticare. Ma, proprio perché è un diritto prezioso, non dovrebbe essere svilito in abitudini che finiscono per screditarlo.

Una domanda, allora: perché mai gli scioperi, con una costanza quasi matematica, si concentrano al venerdì o al lunedì? Sarà un caso, certo. Ma il sospetto che servano più ad allungare il weekend che a difendere i diritti dei lavoratori viene spontaneo, e non soltanto al borghese brontolone.

E ancora: è normale che dall’inizio dell’anno se ne contino quasi cento? E che molti non abbiano neppure a che fare con le condizioni salariali o contrattuali degli italiani, ma con vicende geopolitiche mondiali, dalle guerre in Medio Oriente al clima globale? Tutto nobile, tutto legittimo. Ma a forza di scioperare per tutto, non si rischia di togliere forza e credibilità proprio a chi sciopera per davvero, per paghe troppo basse o per turni impossibili?

Lo sciopero è un’arma pacifica. Ma un’arma usata troppo spesso si scarica. E allora, quando servirà davvero, rischia di fare solo “clic”.

Iago Antonelli

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