A Vercelli in autunno si celebrerà l’Espressionismo italiano

Opere provenienti dalla collezione Iannaccone nella chiesa di San Marco, presso lo spazio Arca

Una novità artistica contraddistinguerà il settembre vercellese e i mesi a seguire. Dall’11 settembre 2025 all’11 gennaio 2026 a Vercelli, nella chiesa di San Marco, Spazio Arca, verrà  allestita la mostra dal titolo “Guttuso, De Pisis, Fontana.. . L’espressionismo italiano”. Si tratta dell’inaugurazione di un progetto espositivo quinquennale nato dalla collaborazione tra Arca Arte Vercelli e Fondazione Giuseppe Iannaccone.
Saranno esposte in mostra 34 opere realizzate tra il 1920 e il 1945, appartenenti al nucleo storico  della Collezione Giuseppe Iannaccone, che verranno inserite in un unico percorso espositivo.
Tra gli artisti in mostra figurano Renato Guttuso, Renato Birolli, Lucio Fontana, Fausto Pirandello,  Aligi Sassu, Alberto Ziveri ed Emilio Vedova, che si sono distinti per aver mantenuto un’autonomia espressiva.
La mostra sarà  l’occasione unica per ammirare capolavori di rara intensità  e valore storico artistico, alcuni dei quali mai esposti al pubblico.

L’evento, fortemente voluto dal sindaco di Vercelli Roberto Scheda, celebra il periodo di grande attualità  nella storia dell’arte italiana del Novecento. L’esposizione è  curata da Daniele Fenaroli, direttore generale della Fondazione Giuseppe Iannacone, in partnership con Arthemisia, sponsor la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, la Provincia e ASM.

“Attraverso colori vibranti e forme irregolari, queste opere raccontano un’Italia fragile, disallineata, attraversata da tensioni e solitudini, animata da una potente esigenza di verità e autenticità  – spiega Fenaroli – Lontano dalle estetiche celebrative e dalla propaganda ufficiale,  l’Espressionismo italiano si impone come una contronarrazione umana e profonda, capace di restituire all’individuo la dignità,  l’angoscia e il suo smarrimento. È  proprio in questa dimensione che la pittura espressionista italiana diventa “scavo emotivo e empatia, capaci di superare l’apparenza, per penetrare nel cuore dell’esperienza umana. In un contesto storico in cui l’arte era spesso utilizzata come strumento di  controllo e di omologazione, questi artisti furono in grado di dar voce al dissenso, all’ambiguità,  alla fragilità, consegnando un’eredità visiva di rara potenza.
L’allestimento è progettato per dialogare armonicamente con lo spazio di Arca e accompagnerà il visitatore in un percorso immersivo in cui luce, spazio e silenzio valorizzano la forza espressiva delle opere.

Tra i lavori esposti spiccano alcune opere emblematiche  dell’Espressionismo italiano come “Nudo in piedi” di Lucio Fontana del 1939, “Composizione  ( Siesta Rustica) di Fausto Pirandello (1924-1926), il Caffeuccio veneziano di  Emilio Vedova del ’42, lo Schermidore di Angelo del Bon del 1934 e Ritratto di Antonino Santangelo di Renato Guttuso del 1942.

Il progetto di collaborazione intende creare un dialogo multidisciplinare, proprio a partire dall’intreccio delle opere della Collezione di Giuseppe Iannaccone con quelle di un giovane artista emergente e con lo spazio dell’ex Chiesa di San Marco degli Eremiti.
In questa prima edizione la grande arte italiana del primo Novecento sarà affiancata da tre opere del giovane artista Norberto Spina, di Milano (1995), tra cui un prestito della Royal Academy di Londra e lavori site specific inediti, concepiti per l’occasione.
L’artista mostra un approccio ispirato a una rilettura della storia, suggerendo al tempo stesso una continuità nel modo in cui l’arte possa offrire una visione personale della realtà.
Spina, come gli artisti degli anni Trenta hanno rifiutato l’estetica celebrativa del potere, anche lui si muove ai margini della memoria collettiva, reinterpretando atmosfere, gesti e volti e riportandole alla luce senza indugiare nella nostalgia, ma attraverso un atto consapevole. Spina invita lo spettatore a non rimanere passivo osservatore di fronte agli intensi volti di Benito Albino Dassler, il figlio non riconosciuto di Mussolini, e a quello di Edda Ciano.
L’artista indaga le modalità con cui l’immagine del potere si riflette nel nostro sguardo contemporaneo. Il suo è un invito a leggere la storia non come un archivio chiuso, ma un organismo vivo e complesso, attraversato da tensioni sempre attuali.
Vi sono opere di Norberto Spina che instaurano un dialogo con il passato, tra queste “La battaglia dei tre cavalieri” di Aligi Sassu del 1941, accostata a ‘Presente’ di Norberto Spina del 2024, che rielabora un dettaglio del Sacrario di Redipuglia, fatto edificare da Mussolini nel 1938. Sassu, all’indomani della prigionia, in pieno conflitto mondiale, si affida ad una pittura epica per denunciare una guerra assurda; Spina, con un linguaggio minimale, isola una parola  nella pietra per confrontarla con il nostro tempo. Da un lato i corpi dei cavalieri esprimono nettamente la perdita dell’individuo, l’annientarsi dello spirito umano, dall’altro il potere espresso attraverso una monumentalità muta continua a interrogare il visitatore.

La  mostra dal titolo “Guttuso, De Pisis, Fontana, l’Espressionismo italiano” è ospitata nello spazio Arca di Vercelli, in piazza San Marco 1 dall’11 settembre 2025 all’11 gennaio 2026.

Tel 0161649605

Mara Martellotta

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