Ecco come, in sintesi e con parole sue o fedeli al suo stile, **Quaglieni potrebbe giudicare la cultura italiana**:
**1. Una cultura ricca, ma spesso dimentica di sé stessa**
> “L’Italia è una nazione che ha dato al mondo Dante, Machiavelli, Galileo, ma che troppo spesso vive nell’oblio della propria grandezza culturale.”
**2. Piegata al conformismo e all’ideologia**
> “Troppo spesso la cultura italiana è stata piegata alle ideologie, al servilismo politico, alla mediocrità del potere accademico e giornalistico.”
**3. Ostaggio di un antifascismo dogmatico**
> “L’antifascismo vero è libertà di pensiero e di parola. In Italia è diventato spesso una religione laica dogmatica, più utile a giustificare silenzi e censure che a difendere la democrazia.”
**4. Mancanza di spirito critico e indipendenza**
> “La cultura italiana non è più maestra di indipendenza. Chi pensa con la propria testa viene emarginato, mentre trionfa il pensiero unico.”
**5. Bisogno di riscoprire il liberalismo**
> “Serve tornare a una cultura del dubbio, alla tolleranza liberale di Croce e Einaudi, contro ogni forma di integralismo, sia rosso che nero.”
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In sintesi, **Quaglieni giudica la cultura italiana come gloriosa nelle sue radici, ma decadente nelle sue espressioni recenti**, troppo spesso appiattita su conformismi ideologici, incapace di promuovere davvero il pensiero libero e critico. Egli auspica una rinascita culturale liberale, fondata sulla laicità, sul pluralismo e sull’onestà intellettuale.