Rissa Collegno, CNDDU: “non un episodio isolato, ma un sintomo”

L’urgenza di una risposta educativa sistemica

Caro direttore,

il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime forte preoccupazione in merito ai fatti avvenuti nella serata del 17 luglio a Collegno, in Piazza I Maggio, dove due giovanissimi si sono affrontati in un vero e proprio scontro fisico, sotto lo sguardo incitante e passivo di decine di coetanei.

La scena, documentata da residenti e rilanciata dagli organi di stampa, ha riportato alla luce dinamiche già note, ma troppo spesso ignorate: la spettacolarizzazione della violenza, la normalizzazione del linguaggio volgare e offensivo, l’assenza di figure adulte e di riferimenti educativi sul territorio.

Non si tratta di un caso isolato. Episodi simili si registrano in diverse città italiane, nelle periferie come nei centri storici, durante l’orario scolastico come nei mesi estivi. Sarebbe un errore ridurre il fatto a una “bravata giovanile”, a un semplice problema di ordine pubblico o a un deficit di vigilanza. Ci troviamo di fronte a un deficit di senso, e dunque a una questione eminentemente educativa.

Il CNDDU ritiene che l’accaduto imponga una riflessione collettiva sulla qualità delle relazioni educative oggi disponibili ai giovani. Il contesto di Piazza I Maggio non è solo una cornice urbana: è lo specchio di una comunità chiamata a interrogarsi sulle proprie responsabilità.

L’educazione ai diritti umani, alla gestione non violenta dei conflitti, al riconoscimento del valore dell’altro deve essere rafforzata nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione giovanile. Non può essere affidata alla buona volontà dei singoli, né affrontata in modo episodico o emergenziale.

Per queste ragioni il CNDDU propone:

  • L’introduzione sistematica di percorsi stabili di educazione ai diritti umani e alla cittadinanza attiva all’interno delle scuole secondarie, attraverso moduli trasversali e interdisciplinari.

  • La promozione di progetti di presidio sociale nei luoghi pubblici frequentati dai giovani, coinvolgendo educatori di strada, mediatori culturali, psicologi ed esperti.

  • L’attivazione, in collaborazione con gli enti locali, di osservatori civici giovanili, strumenti partecipativi per responsabilizzare i ragazzi nella cura degli spazi comuni.

La realizzazione di campagne pubbliche di sensibilizzazione, rivolte non solo ai giovani, ma anche agli adulti, affinché si recuperi il valore della corresponsabilità educativa.

Non è il tempo della semplificazione o della rassegnazione. È il tempo di costruire alleanze territoriali forti e durature tra scuola, istituzioni, famiglie e società civile, per restituire ai giovani un orizzonte fatto di rispetto, ascolto e senso di appartenenza.

Rivolgiamo un appello ai decisori politici, nazionali e locali: la prevenzione della violenza giovanile passa prima di tutto dalla cura della relazione educativa. E questa cura non può più essere rimandata.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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