Il calciomercato della Serie A è in stallo. A metà luglio, con i ritiri già iniziati e l’inizio del campionato alle porte, i club italiani faticano a muoversi. Non è una questione di mancanza di idee, ma di fondi. Le casse sono vuote, e l’intero sistema sembra arrancare in una crisi economica ormai strutturale.
Si parla di giovani, ma restano slogan
In teoria, si dovrebbe puntare sui giovani italiani, rilanciare i vivai, dare fiducia ai talenti locali. Ma, come spesso accade, le belle parole restano tali. I fatti dicono altro: pochi investimenti nei settori giovanili, ancor meno spazio in prima squadra. Il rischio è che, tra promesse e immobilismo, si perdano intere generazioni di giocatori.
Torino e Juventus: buone idee, pochi soldi
A Torino, il copione è lo stesso. Il Torino FC, sotto la guida del nuovo tecnico, cerca rinforzi ma deve fare i conti con un budget ridotto all’osso. Si lavora su profili giovani e di prospettiva, ma senza la possibilità di affondare il colpo. La Juventus, dal canto suo, ha cambiato molto: dirigenza nuova, idee chiare, ma anche lì servono cessioni per finanziare gli acquisti.
Il rischio di un campionato mediocre
In un mercato dominato dalle big europee con potere d’acquisto illimitato, la Serie A rischia di perdere sempre più appeal. Le squadre si muovono con prestiti, parametri zero, e tanta fantasia. Ma senza investimenti concreti, la qualità generale ne risente. E il calcio italiano, già in difficoltà a livello internazionale, rischia di restare indietro ed a risentirne è soprattutto la Nazionale di calcio Italiana del neo tecnico Gattuso che rischia di non qualificarsi,per la Terza volta consecutiva,ai mondiali di calcio del 2026.
Enzo Grassano
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