SOMMARIO: Il caso Garlasco, il processo mediatico e la politica che inquina – Ius Scholae e altro – Lettere

Il caso Garlasco, il processo mediatico e la politica che inquina
Quando in estate i giornali riproponevano- in assenza di notizie – i grandi processi del passato, era l’occasione per rinnovare qualche chiacchiera da bar tra i vacanzieri. Per lo più si trattava di delitti riguardanti donne ammazzate o mantidi avvelenatrici dei loro amanti o mariti. Soprattutto erano i giornali della sera a riempire le loro pagine di storie passate, in mancanza di cronache presenti. Oggi l’interesse per il delitto di Garlasco e due giovani che, secondo le diverse partigianerie, avrebbero ucciso la giovane Chiara, è diventato patologico. Mi è capitato di ascoltare un’attempata ex PM che non è mai neppure toccata dal dubbio perché i magistrati, anche quando sbagliano, hanno sempre ragione come Mussolini (ricordiamo il caso Tortora!) ha dichiarato che la condanna di Stasi è una condanna giustissima, malgrado due precedenti assoluzioni che hanno scarsa importanza. L’ex magistrata, tanto per non smentirsi mai, ha colto anche l’occasione per attaccare il ministro Nordio. E’ stato patetico ascoltare una autentica fesseria da parte sua come quella di definire “sacre” le aule giudiziarie anche perché in uno Stato laico neppure le chiese dovrebbero considerarsi sacre, almeno dalle leggi Siccardi in poi. L’ex Pm con toni da requisitoria della Santa Inquisizione ha definito ogni revisione del processo una delegittimazione della Magistratura che rientra nel piano più ampio del governo di rendere autoritario il Paese. Poi ho ascoltato dei giornalisti che porterebbero a sentirsi estranei alla categoria: hanno imbastito un processo mediatico che rende le persone colpevoli o innocenti prima ancora che i processi abbiano inizio. La corporazione dei magistrati ha molto da farsi perdonare se un suo capo ha detto con disarmante sincerità che occorrerebbero due magistrati vittime per riscattare la categoria.

.
Ius Scholae e altro
All’indomani di un referendum in cui gli Italiani con il non voto e con il voto (ambedue strumenti ammessi dalla Costituzione che ha fissato un quorum di votanti per ritenere valido un referendum) hanno bocciato in modo massiccio l’abbassamento da 10 a 5 anni il periodo per l’acquisizione della cittadinanza italiana appare quasi una boutade estiva quella dello Ius Scholae. L’acquisizione della cittadinanza attraverso la frequenza di una scuola italiana potrebbe anche essere una strada percorribile, ma oggi l’attuale opposizione è arroccata su posizioni iper- permissive in materia di immigrazione che non consentono compromessi.

E’ chiaro che c’è gente in Italia che vuole i voti degli immigrati per ottenere una maggioranza che non ha mai realmente avuto. L’uso strumentale degli immigrati, non la loro integrazione è l’intento che muove una certa parte politica che osò far eleggere un deputato nero che ha intrallazzato in modo indecente sulla immigrazione. Certo i diritti degli immigrati vanno riconosciuti, ma quello di voto è un’altra cosa. Io lo toglierei, come ho scritto più volte, a gran parte degli Italiani all’estero che non pagano tasse in Italia e sono ormai lontani sotto ogni punto di vista con la madre patria. Non è giusto che decidano sul futuro di un Paese che non conoscono. La stessa materia delle due cittadinanze andrebbe rivista in modo restrittivo perché il diritto di voto è una cosa seria per chi crede davvero nella democrazia partecipata.
.

.
Per Fusi sala pienissima, ma troppi assenti ingiustificati
Nella sala rossa del consiglio Comunale ho avuto il privilegio di ascoltare la sua straordinaria orazione e quella del procuratore generale Marcello Maddalena, ma ho avuto anche il dolore di vedere l’assenza di tutte le associazioni partigiane, dei Granatieri di Sardegna, dell’Ordine Mauriziano di cui Fusi fu presidente, dell’Istoreto, ormai in mano a giovani turchi incredibili. Cosa ne pensa? G. Ramella Figlio di un partigiano

Cosa vuole che ne pensi? L’andazzo dell’ oblio e degli studiati silenzi è ormai predominante. Ringrazio la presidente del Consiglio Comunale Grippo per aver voluto la commemorazione che ha presieduto fino alla fine, malgrado non stesse bene. E ringrazio gli ex consiglieri comunali presenti che sono davvero emeriti. Un solo consigliere in carica ha partecipato, l’ing. Ferrante De Benedictis. C’è stata anche una fugace apparizione di Viale, ma poi ha capito che il tema Fusi non era per lui ed è uscito. Così si è perso del mio discorso l’incontro tra Fusi e Pannella nel 1974 al centro Pannunzio. A me è bastata la presenza di Giovanni Quaglia ex presidente della Crt ed esponente di spicco del mondo cattolico, per sentirmi onorato e contento. Molti politici quel giovedì erano al funerale dell’ex direttore di Torino 2006 e hanno messo in secondo piano Fusi.
.
(Nella foto di copertina la Sala Rossa in occasione della celebrazione in onore di Valdo Fusi, sopra e sotto altre immagini dell’evento)


.
Scena muta agli orali
I casi dei quattro studenti promossi alla Maturità, malgrado la “scena muta” agli orali sono scandalosi, come vergognosi sono i giornalisti che esaltano questa nuova forma di contestazione a costo zero . E ovviamente anche la commissione che promuove senza che tutte le prove siano state affrontate, merita un biasimo sociale evidente.
Cosa ne pensa? Loretta Galli

Penso che la Maturità vada ripensata, specie se consideriamo che già durante l’ultimo anno scolastico ci sono studenti che superano la prova di accesso a corsi universitari, di fatto vanificando le successive prove dell’Esame di Stato. Quest’ultimo è diventato un proforma con crediti per gli ultimi tre anni di frequenza scolastica, i due scritti e gli orali. Facendo la somma, si ha il voto finale, come fossimo ad un concorso di bellezza o al premio Strega. Così i due che si sono sottratti all’orale, sapendo i punteggi di ammissione e degli scritti, hanno fatto i loro conti e hanno pensato che, avendo raggiunto la sufficienza, potevano sottrarsi alla prova orale che invece è quella decisiva per valutare la maturità di un allievo. È infatti nel dialogo collegiale con la commissione che si può verificare la maturità di un giovane. Le prove scritte potrebbero anche essere state copiate o non essere del tutto frutto dell’impegno dello studente. La possibilità di “contestare” la prova orale, sottraendosi all’orale in una scuola seria non può essere ammessa. Se si contesta il sistema dei voti non si capisce perché non vengano contestati i voti dei due scritti che non sempre sono corretti in modo collegiale perché, ad esempio, una versione dal greco non può essere corretta collegialmente da una commissione in cui sono presenti persino gli insegnanti di ginnastica. Solo commissioni conformiste e pavide reagiscono alla contestazione, promuovendo oves et boves. La maturità così raggiunta è un foglio di carta e nulla di più. La valutazione complessiva dell’allievo non c’è più. È un calcolo di punteggi che può essere affidato ad una calcolatrice più che ad una commissione d’esame. Urgono provvedimenti volti ad abolire l’esame farsa o a ristabilire regole certe che giustifichino un esame vero.
.
Libri e cioccolato
Al posto della libreria Luxemburg, erede della storica libreria Casanova, il proprietario dei muri Angelo Pezzana, già’ deputato radicale e fondatore del Fuori, ha pensato bene di affittare i locali a Venchi, cioccolato e gelati. Un pugno in un occhio in una piazza storica come la piazza Carignano. E nessuno dice nulla, ovviamente. Salvatore Alinovi

Se hanno ottenuto le licenze, c’è poco da discutere. La libreria fondata da Pezzana ha dovuto sloggiare in altri locali perché Pezzana l’aveva legittimamente venduta, tenendosi i locali: era ormai più che ottantenne e con problemi di salute. Che una libreria diventi un negozio di cioccolato può dar fastidio, ma questo appartiene al degrado progressivo dell’immagine della Città. Uno come Valdo Fusi non sarebbe stato zitto.