Dopo un primo provvedimento, arriva una seconda decisione del TAR: un altro studente escluso dallo stesso consiglio di classe viene riammesso con riserva all’esame di Stato. E cresce il sospetto che qualcosa, in quell’ultima pagella, non abbia funzionato. Un secondo ricorso, un secondo studente inizialmente non ammesso alla Maturità, un secondo intervento d’urgenza della giustizia amministrativa. Ancora una volta, il protagonista è lo stesso consiglio di classe e, ancora una volta, il TAR Piemonte decide di sospendere l’esclusione, aprendo le porte dell’esame al candidato.
A presentare il ricorso, questa volta, sono stati gli avvocati Davide Gallenca e Stefano Callà dello Studio Legale Gallenca, che già nei giorni scorsi avevano ottenuto un primo successo in una vicenda analoga. E anche in questo caso, la difesa si è mossa contro quella che viene ritenuta una decisione irragionevole, frettolosa e giuridicamente viziata.
Il Tribunale ha emesso un decreto monocratico (n. 1445/2025) con cui ha accolto l’istanza cautelare e ha disposto l’ammissione con riserva dello studente alle prove suppletive, che si terranno nei primi giorni di luglio. Il cuore della contestazione è sempre lo stesso: una delibera di non ammissione che presenta gravi criticità, a partire dalla composizione del consiglio di classe.
Il TAR ha infatti evidenziato come persistano dubbi formali e sostanziali sulla regolarità dell’organo valutativo. Dopo una prima richiesta di chiarimenti rimasta senza riscontro, il giudice ha ritenuto che l’urgenza del caso imponga di tutelare subito il diritto dello studente.
Il fatto che due studenti della stessa classe abbiano dovuto rivolgersi al giudice amministrativo per poter sostenere l’esame di Maturità, e che in entrambi i casi i ricorsi siano stati accolti, solleva più di una perplessità sull’operato del consiglio di classe coinvolto. L’impressione, ora sempre più concreta, è che le esclusioni siano state adottate con superficialità, o senza il pieno rispetto delle regole scolastiche e dei diritti individuali.
L’avvocato Stefano Callà e l’avvocato Davide Gallenca hanno messo in luce nel ricorso non solo vizi procedurali, ma anche gravi violazioni dei principi di valutazione equa, come l’inadeguata applicazione del piano didattico personalizzato e la scarsa trasparenza delle valutazioni finali. Secondo i legali, queste circostanze hanno inciso in modo determinante sull’esito dell’anno scolastico.
L’udienza per la discussione collegiale della causa è fissata per il 23 luglio 2025, ma nel frattempo lo studente potrà sedersi regolarmente tra i banchi delle prove d’esame. In gioco, come sempre, non c’è solo una valutazione, ma la possibilità di proseguire gli studi, accedere all’università, costruire il proprio futuro.
E quando le porte della scuola si chiudono troppo in fretta, è la giustizia – con il supporto di una difesa attenta e competente – che può intervenire per tenerle aperte.
Avv. Stefano Callà
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