La burocrazia continua a rappresentare un ostacolo imponente per le imprese italiane. Se, di fronte alle recenti crisi epocali, le aziende artigiane hanno saputo adottare strategie lungimiranti per fronteggiarle, quando si tratta di burocrazia sembra invece di combattere contro i mulini a vento. Sebbene non sia priva di utilità, la macchina burocratica si dimostra spesso inefficiente, costosa e responsabile di un enorme dispendio di tempo e risorse, sia per le imprese che per la stessa Pubblica Amministrazione.
A soffrire maggiormente sono le micro e piccole imprese artigiane. Secondo una recente ricerca di Confartigianato, un imprenditore di una piccola azienda deve dedicare ogni anno ben 238 ore solo per adempiere a obblighi burocratici, un carico di lavoro superiore di 56 ore rispetto alla media dei Paesi OCSE.
Una fotografia poco lusinghiera arriva anche dallo studio condotto nel 2024 dall’Università di Goteborg, che ha analizzato la qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni in 210 regioni dell’Unione Europea. Le regioni italiane, nel complesso, ottengono risultati modesti: la più virtuosa, il Friuli Venezia Giulia, si posiziona al 63° posto a livello europeo. Il Piemonte, invece, si colloca solo al 127° posto e al nono nella classifica regionale.
La complessità burocratica è evidente anche nei dettagli. Per avviare l’attività di un fabbro, ad esempio, è necessario affrontare una serie di adempimenti che comprendono: relazione tecnica sul ciclo produttivo, valutazione previsionale e definitiva dell’impatto acustico, autorizzazione per emissioni in atmosfera, autorizzazione agli scarichi e valutazione dei rischi. Tutto da presentare in duplice copia, per un totale di 1,95 chili di documentazione cartacea e costi professionali che si aggirano intorno ai 5.000 euro. E se il fabbro decidesse di assumere un apprendista? Dovrebbe prepararsi a investire non solo denaro, ma anche molta pazienza.
Anche nei lavori pubblici, la burocrazia si rivela una zavorra. Sempre secondo Confartigianato, in Italia occorrono in media 815 giorni — ovvero circa 2 anni e 3 mesi — per portare a termine una gara d’appalto per lavori come la riasfaltatura di una strada a doppia corsia lunga 20 chilometri.
“Da sempre chiediamo che la semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – va realizzata con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo (la semplificazione del rapporto fra fisco e contribuente è possibile realizzarla, perché il Fisco possiede già le informazioni sui contribuenti, ad esempio con la fatturazione elettronica.).”
“Occorre, quindi, agevolare l’accesso a servizi pubblici digitali, semplificare normative regionali e favorire l’interscambiabilità documentale all’interno della P.A. – continua De Santis – Il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici sono ancora troppo basse. A pagare il conto sono le aziende che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche alla loro attività produttiva.”
Un segnale positivo è arrivato ad aprile, con l’approvazione da parte del Governo di un disegno di legge che prevede l’abrogazione di oltre 30.700 norme emanate tra il 1861 e il 1946. Una volta definitivamente approvata, la misura porterà a una riduzione del 28% del totale delle norme in vigore. “Si spera che i tempi di approvazione siano ragionevolmente brevi. – conclude De Santis – Il successo del Pnrr dipende proprio dal dialogo con i rappresentanti del tessuto produttivo, a partire da artigiani e piccole imprese, e dalla sua sostenibilità amministrativa, con il superamento degli ostacoli e delle lentezze nella gestione dei processi della PA.”
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